"Crescere" per Restare in gioco

by Mauro 28. aprile 2013 17:15

    Il Musical “Crescere” che si terrà domani sera presso il Teatro parrocchia Santa Maria della Pace in piazza Cappuccini a Palermo, è uno spettacolo realizzato dai ragazzi dei quartieri Zisa e Danisinni coinvolti nel progetto  educativo “Restare in gioco” realizzato a Palermo e a Napoli negli ultimi due anni. Il progetto ha visto partecipi numerosi operatori sociali, le scuole del territorio, insieme a diverse realtà del terzo settore che si prendono cura dei “piccoli” che vivono nelle periferie delle nostre città.
     Un progetto concluso da diversi mesi e che ancora vede numerosi operatori, adesso “volontari”, portare avanti le varie attività presso il Centro Tau e nel quartiere di Danisinni. Se da un lato rimango ammirato dinanzi alle buone pratiche portate avanti da tanti giovani operatori che del sociale hanno fatto una questione di vita, dall’altro rimango esterrefatto  nel constatare l’inerzia delle nostre Amministrazioni che del “sociale” hanno fatto una questione politica solo al momento della campagna elettorale. More...

Il Volto per comunicare

by Mauro 23. aprile 2013 00:40

       Sentendo parlare di comunicazione siamo immediatamente rimandati al linguaggio verbale che ne è lo strumento principale, ma in realtà questo non può essere mai scisso da quello non verbale in quanto è tutto il “volto” della persona a divenire luogo di comunicazione e non solo la sua parola.
           Entrambe le forme di linguaggio rappresentano il luogo privilegiato di questa apertura e compartecipazione all’altro della propria esperienza personale. Inoltre le due modalità si influenzano a vicenda e a loro volta sono determinate dall’ambiente in cui avviene lo scambio.
           L’interazione tra colui che vede e colui che è guardato, il gioco di specchi che si crea nel rapporto empatico, permette un canale di svelamento dei reciproci volti che si incontrano. In questo reciproco scambio si crea una comunicazione: comunica soltanto chi riceve e partecipa donando a sua volta il suo “volto” all’altro.  
          Secondo Vygotsky nell’interazione con il mondo circostante la persona sviluppa il linguaggio, inizialmente considerato come una funzione interpsichica bisognosa del sostegno esterno, che successivamente assume una funzione intrapsichica capace di regolare dall’interno i propri processi cognitivi e il proprio comportamento. Ciò significa che il linguaggio svilupperebbe inizialmente una  funzione comunicativa e successivamente una regolativa che sarebbe gradualmente interiorizzata.
            Stern dice che la comparsa del linguaggio nel secondo anno di vita viene a determinare un nuovo modo di partecipare all’altro le proprie esperienze personali e di creare significati condivisi. Ciò può comportare risvolti diversi, perché se da un lato il linguaggio favorisce nel bambino e poi nell’adulto la creazione di significati condivisi, dall’altro, se l’interazione non godesse di una base qualitativamente buona (mancato riconoscimento o riconoscimento condizionato), potrebbe favorire il mascheramento e la formazione di un falso sé.More...

La Città spazio di Condivisione

by Mauro 11. aprile 2013 19:00

    Il Cinema “De seta” e le botteghe dei Cantieri Culturali della Zisa in questi ultimi due giorni sono stati teatro di pensiero e confronto per la costruzione di una idea condivisa di sviluppo di Palermo.
           Il Seminario Cittadino che ha visto coinvolti più di cento operatori del Pubblico, del Terzo settore e del mondo del Volontariato è stata una vera e propria officina partecipata e volta a prendersi cura della Città. 
           Una Città ferita da tante contraddizioni e cattive pratiche protratte nel tempo e consolidate anche a livello istituzionale, ma che vuole trovare guarigione attraverso la responsabilità attiva di ciascun cittadino.
           Oggi abbiamo da ripensare l’identità ed il ben-essere della Città ovverosia di quanti la abitano. In passato la Città aveva il compito di custodire, difendere e sostentare i suoi, per cui si ergevano alte mura, si provvedeva ad una accurata sorveglianza notturna e ad accumulare scorte ed acqua nelle cisterne in caso di imprevedibili assedi, oggi la funzione della polis è ben diversa e proprio per questo va ridisegnata a partire dalla nuova comprensione della sua identità.
            Partire dall’identità significa prestare attenzione alle Differenze, alle Memorie, alle Relazioni. Si perché a mio avviso bisogna ripensare la Comunità cioè l’essere in comune, e questo favorendo un tessuto di relazioni umane in cui ciascuno si sente riconosciuto ed accolto, ove le differenze si incontrano costruendo la Città.More...

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Shalom aleichem

by Mauro 30. marzo 2013 16:10

  Quella di Gerusalemme è la prima Comunità cristiana a celebrare la Pasqua. Di buon mattino oggi in tanti ci siamo radunati al Santo Sepolcro e da lì abbiamo visto spalancarsi le porte chiuse.

        Sì, ora il Sepolcro è vuoto e fuori sta il Cero pasquale acceso, segno di Resurrezione. Così come duemila anni fa, da questo luogo la Luce che accende il desiderio del cielo si espande in tutto il mondo, le porte si spalancano per tutta l’umanità. È il desiderio di vita, di eternità, che ci viene consegnato e senza sconti.
        L’esperienza pasquale ci libera da quanto vorrebbe impedirci l’espressione piena, anche dalla tentazione di non essere fatti per l’eternità e quindi per la Comunione con Dio, la tentazione di “doverci accontentare”, di essere “meno degli altri” o, ancora, di avere “una vita senza senso”. More...

La temporalità: disegno o necessità?

by Mauro 29. marzo 2013 18:00

  Le celebrazioni che viviamo nei luoghi santi durante questi giorni mostrano come il luogo ed il tempo, si incontrano, trovano espressione nel “qui e ora”. La liturgia che è appunto la celebrazione dell’Ora di Dio, cioè rende presente quel che è successo una volta e per sempre, qua ha una connotazione ancora più significativa proprio perché si fa memoriale attuativo là dove i fatti sono realmente accaduti.
           La questione del tempo ritorna, già ne trattavo nei post http://www.larelazionechecura.it/post/Il-Tempo-impaziente.aspx, e http://www.larelazionechecura.it/post/La-famiglia-e-chiamata-a-so-stare-insieme.aspx
proprio perché interpella la nostra vita, direi oggi in modo del tutto speciale proprio perché i paradigmi culturali che affondano le loro radici nelle religioni monoteiste, vengono messi in crisi dai nuovi paradigmi di riferimento che della temporalità e della vita dell’uomo, fanno una questione di produttività! More...

Una Veglia nella Notte

by Mauro 29. marzo 2013 08:16

     Misterioso scambio quel che si contempla in questa   Notte santa.
        Il Sepolcro vuoto non è più,
contiene Dio ma non con fattezze di carne;
       Ora è il Pane eucaristico ad essere custodito nella Sacra Roccia.
Mi torna in mente il dire che abbiamo nei paesi della nostra terra ove la notte del Giovedì Santo è additata come “la notte dei Sepolcri”.
        E se da bambino non riuscivo a comprendere come mai si dicesse “Sepolcro”,
se di fatto sull’altare della chiesa vi stava l’Eucarestia, presenza viva di Dio,
        ora mi rendo conto che in quel dire popolare sta una Sapienza antica:
la Presenza di Dio è venuta a visitare ogni nostra morte e a restituirle Vita.
         Noi Custodi di una nuova vita.

                                                               Giovedì Santo in Gerusalemme

Non dimentichiamoci del piacere di leggere

by Mauro 27. marzo 2013 12:01

     Qualcuno pensa che la stampa digitale possa sostituire quella cartacea, ma forse la questione è mal posta perché in realtà non si tratta di un rapporto competitivo ma di complementarietà.

       Certo la stampa digitale permette tempi e costi di produzione ridotti, abbattimento degli sprechi e un contributo alla causa ecologica. Ma è impensabile per il genere umano fare a meno del fascino di un libro cartaceo a cui si lega una memoria affettiva densa di connotazioni emotive  e colori che mai potranno essere raggiunti dalla praticità di un e-book.More...

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Tornare alle "cose dell'anima"

by Mauro 26. marzo 2013 12:00

   Un giorno durante la lezione di un bravo docente di formazione psicanalitica, ho chiesto: ma rispetto all’azione di rinnovamento sociale il reale apporto dato dalla psicanalisi qual è? Forse la psicanalisi non rischia di isolare l’individuo dal contesto relazionale e sociale, disincarnandolo da quello che è la sua quotidianità? Quella domanda non ha trovato risposta, ma allora come oggi mi sembra necessario coniugare la visione critica con una proposta di significato (altrimenti la critica mossa per puro ""attivismo" non procura nessun cambiamento), coniugare la visione del contesto e dell’individuo con una proposta di significato che unisca individuo e contesto di vita, benessere individuale e benessere collettivo. Altrimenti continueremo a nutrire una società schizofrenica ove da un lato si propone una formazione fondata sull’apparenza e la logica dei consumi e, dall'altro, ci si lamenta per la crisi esistenziale e la tristezza dell’anima.
       Eraclito, filosofo greco vissuto cinque secoli prima della nascita di Cristo, così affermava: “Per quanto tu possa camminare e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profonda è la sua essenza”.
       È importante tornare a pensare alle “cose dell’anima”, nel senso che è necessario leggere quel che accade nel nostro tempo a partire dal senso dato all’anima e, di conseguenza, alla conoscenza. La correlazione tra anima e conoscenza è legata alla psicologia che si definisce quale studio/discorso sull’anima, ma ancora prima alla religione.More...

Misterioso scambio: Domenica delle Palme

by Mauro 24. marzo 2013 10:33

     A breve inizieremo il percorso che da Betfage, sito sul versante orientale del Monte degli Ulivi, porta a Gerusalemme. Siamo più di diecimila, un popolo proveniente da ogni parte del mondo come a rappresentare l’umanità in cammino alla ricerca delle orme di Cristo.
       Ma il percorso di oggi non è semplicemente un ripercorrere il cammino che segnò l’ingresso di Gesù in Gerusalemme duemila anni fa. Non è un ripetere gesti quale memoriale di un fatto lontano  e pertanto reso presente solo dall’emotività del momento,
        il gesto eloquente di questo cammino è ben altra cosa, come del resto è il memoriale attuativo di ogni liturgia cristiana.
        Allora come oggi la folla festante, con i rami d’ulivo e di palma sventolati come fronde agitate dal vento, vorrebbe significare l’acclamazione, il desiderio di incontro nella propria vita, il volere accogliere Dio quale Signore della propria esistenza.
        Ma se il desiderio è sincero, diversa cosa è il sì quotidiano. Esso non si rivela come quella strada lastricata di tappeti, fronde ed esultanza di gente, piuttosto viene a manifestarsi con tutta la sua irruenza e, a volte, drammaticità.
       I giorni ci riservano la precarietà della vita, la difficoltà di accettare sommessamente le contrarietà, le soverchierie, le proprie fragilità. Faccio fatica a percorrere le orme del Cristo che entrato, dimesso, su un’umile cavalcatura come a mostrare che la sua regalità non ha apparenza di bellezza, né potere da mostrare, ma è povera di mezzi, a volte perfino indifesa, esposta all’indifferenza o alla persecuzione altrui.
        Betfage mostra l’attesa di Dio che manda a prendere un’umile cavalcatura per restituirle libertà e gloria. Mostra, ancora, l’acclamazione di una folla che manifesta l’ardore di un momento e poi il silenzio, se non addirittura il rinnegamento.
        È il volto di un Dio tradito quello che celebriamo oggi. L’amico accogliente che viene respinto, Lui che dona se stesso ed ottiene in risposta la morte. È tutto questo e molto altro ancora, questo giorno intitolato Domenica delle Palme. More...

Chiesa quale Profezia?

by Mauro 23. marzo 2013 16:33

   Ci lascia una grande testimonianza Giovanni Nervo, il sacerdote che agli inizi degli anni ’70 ha dato vita alla Caritas Italiana, una realtà che allo stato nascente mostrava tutta la sua profezia: quella di una Chiesa che condivide con i poveri.

        Nei primi decenni della Caritas abbiamo assistito ad un passaggio epocale dall’assistenzialismo alla condivisione, dal “fare per” allo “stare con”. Un modo di pensare la dimensione della carità non relegata ad un singolo ambito ma costitutiva per tutte le componenti della Comunità ecclesiale.
        Ricordo ancora gli slogan della fine degli anni ’80, “Carità intelligente, Educare alla Carità, Scelta preferenziale per i poveri” che diventavano oggetto di incontri interminabili con i giovani dei gruppi ecclesiali, del mondo del volontariato cristiano e laico, della sinistra giovanile. Un modo di pensare il nostro essere Chiesa e, ancor prima, cittadini del nostro tempo.More...

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