Shalom aleichem

by Mauro 30. marzo 2013 16:10

  Quella di Gerusalemme è la prima Comunità cristiana a celebrare la Pasqua. Di buon mattino oggi in tanti ci siamo radunati al Santo Sepolcro e da lì abbiamo visto spalancarsi le porte chiuse.

        Sì, ora il Sepolcro è vuoto e fuori sta il Cero pasquale acceso, segno di Resurrezione. Così come duemila anni fa, da questo luogo la Luce che accende il desiderio del cielo si espande in tutto il mondo, le porte si spalancano per tutta l’umanità. È il desiderio di vita, di eternità, che ci viene consegnato e senza sconti.
        L’esperienza pasquale ci libera da quanto vorrebbe impedirci l’espressione piena, anche dalla tentazione di non essere fatti per l’eternità e quindi per la Comunione con Dio, la tentazione di “doverci accontentare”, di essere “meno degli altri” o, ancora, di avere “una vita senza senso”. More...

La temporalità: disegno o necessità?

by Mauro 29. marzo 2013 18:00

  Le celebrazioni che viviamo nei luoghi santi durante questi giorni mostrano come il luogo ed il tempo, si incontrano, trovano espressione nel “qui e ora”. La liturgia che è appunto la celebrazione dell’Ora di Dio, cioè rende presente quel che è successo una volta e per sempre, qua ha una connotazione ancora più significativa proprio perché si fa memoriale attuativo là dove i fatti sono realmente accaduti.
           La questione del tempo ritorna, già ne trattavo nei post http://www.larelazionechecura.it/post/Il-Tempo-impaziente.aspx, e http://www.larelazionechecura.it/post/La-famiglia-e-chiamata-a-so-stare-insieme.aspx
proprio perché interpella la nostra vita, direi oggi in modo del tutto speciale proprio perché i paradigmi culturali che affondano le loro radici nelle religioni monoteiste, vengono messi in crisi dai nuovi paradigmi di riferimento che della temporalità e della vita dell’uomo, fanno una questione di produttività! More...

Una Veglia nella Notte

by Mauro 29. marzo 2013 08:16

     Misterioso scambio quel che si contempla in questa   Notte santa.
        Il Sepolcro vuoto non è più,
contiene Dio ma non con fattezze di carne;
       Ora è il Pane eucaristico ad essere custodito nella Sacra Roccia.
Mi torna in mente il dire che abbiamo nei paesi della nostra terra ove la notte del Giovedì Santo è additata come “la notte dei Sepolcri”.
        E se da bambino non riuscivo a comprendere come mai si dicesse “Sepolcro”,
se di fatto sull’altare della chiesa vi stava l’Eucarestia, presenza viva di Dio,
        ora mi rendo conto che in quel dire popolare sta una Sapienza antica:
la Presenza di Dio è venuta a visitare ogni nostra morte e a restituirle Vita.
         Noi Custodi di una nuova vita.

                                                               Giovedì Santo in Gerusalemme

Non dimentichiamoci del piacere di leggere

by Mauro 27. marzo 2013 12:01

     Qualcuno pensa che la stampa digitale possa sostituire quella cartacea, ma forse la questione è mal posta perché in realtà non si tratta di un rapporto competitivo ma di complementarietà.

       Certo la stampa digitale permette tempi e costi di produzione ridotti, abbattimento degli sprechi e un contributo alla causa ecologica. Ma è impensabile per il genere umano fare a meno del fascino di un libro cartaceo a cui si lega una memoria affettiva densa di connotazioni emotive  e colori che mai potranno essere raggiunti dalla praticità di un e-book.More...

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Tornare alle "cose dell'anima"

by Mauro 26. marzo 2013 12:00

   Un giorno durante la lezione di un bravo docente di formazione psicanalitica, ho chiesto: ma rispetto all’azione di rinnovamento sociale il reale apporto dato dalla psicanalisi qual è? Forse la psicanalisi non rischia di isolare l’individuo dal contesto relazionale e sociale, disincarnandolo da quello che è la sua quotidianità? Quella domanda non ha trovato risposta, ma allora come oggi mi sembra necessario coniugare la visione critica con una proposta di significato (altrimenti la critica mossa per puro ""attivismo" non procura nessun cambiamento), coniugare la visione del contesto e dell’individuo con una proposta di significato che unisca individuo e contesto di vita, benessere individuale e benessere collettivo. Altrimenti continueremo a nutrire una società schizofrenica ove da un lato si propone una formazione fondata sull’apparenza e la logica dei consumi e, dall'altro, ci si lamenta per la crisi esistenziale e la tristezza dell’anima.
       Eraclito, filosofo greco vissuto cinque secoli prima della nascita di Cristo, così affermava: “Per quanto tu possa camminare e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profonda è la sua essenza”.
       È importante tornare a pensare alle “cose dell’anima”, nel senso che è necessario leggere quel che accade nel nostro tempo a partire dal senso dato all’anima e, di conseguenza, alla conoscenza. La correlazione tra anima e conoscenza è legata alla psicologia che si definisce quale studio/discorso sull’anima, ma ancora prima alla religione.More...

Misterioso scambio: Domenica delle Palme

by Mauro 24. marzo 2013 10:33

     A breve inizieremo il percorso che da Betfage, sito sul versante orientale del Monte degli Ulivi, porta a Gerusalemme. Siamo più di diecimila, un popolo proveniente da ogni parte del mondo come a rappresentare l’umanità in cammino alla ricerca delle orme di Cristo.
       Ma il percorso di oggi non è semplicemente un ripercorrere il cammino che segnò l’ingresso di Gesù in Gerusalemme duemila anni fa. Non è un ripetere gesti quale memoriale di un fatto lontano  e pertanto reso presente solo dall’emotività del momento,
        il gesto eloquente di questo cammino è ben altra cosa, come del resto è il memoriale attuativo di ogni liturgia cristiana.
        Allora come oggi la folla festante, con i rami d’ulivo e di palma sventolati come fronde agitate dal vento, vorrebbe significare l’acclamazione, il desiderio di incontro nella propria vita, il volere accogliere Dio quale Signore della propria esistenza.
        Ma se il desiderio è sincero, diversa cosa è il sì quotidiano. Esso non si rivela come quella strada lastricata di tappeti, fronde ed esultanza di gente, piuttosto viene a manifestarsi con tutta la sua irruenza e, a volte, drammaticità.
       I giorni ci riservano la precarietà della vita, la difficoltà di accettare sommessamente le contrarietà, le soverchierie, le proprie fragilità. Faccio fatica a percorrere le orme del Cristo che entrato, dimesso, su un’umile cavalcatura come a mostrare che la sua regalità non ha apparenza di bellezza, né potere da mostrare, ma è povera di mezzi, a volte perfino indifesa, esposta all’indifferenza o alla persecuzione altrui.
        Betfage mostra l’attesa di Dio che manda a prendere un’umile cavalcatura per restituirle libertà e gloria. Mostra, ancora, l’acclamazione di una folla che manifesta l’ardore di un momento e poi il silenzio, se non addirittura il rinnegamento.
        È il volto di un Dio tradito quello che celebriamo oggi. L’amico accogliente che viene respinto, Lui che dona se stesso ed ottiene in risposta la morte. È tutto questo e molto altro ancora, questo giorno intitolato Domenica delle Palme. More...

Chiesa quale Profezia?

by Mauro 23. marzo 2013 16:33

   Ci lascia una grande testimonianza Giovanni Nervo, il sacerdote che agli inizi degli anni ’70 ha dato vita alla Caritas Italiana, una realtà che allo stato nascente mostrava tutta la sua profezia: quella di una Chiesa che condivide con i poveri.

        Nei primi decenni della Caritas abbiamo assistito ad un passaggio epocale dall’assistenzialismo alla condivisione, dal “fare per” allo “stare con”. Un modo di pensare la dimensione della carità non relegata ad un singolo ambito ma costitutiva per tutte le componenti della Comunità ecclesiale.
        Ricordo ancora gli slogan della fine degli anni ’80, “Carità intelligente, Educare alla Carità, Scelta preferenziale per i poveri” che diventavano oggetto di incontri interminabili con i giovani dei gruppi ecclesiali, del mondo del volontariato cristiano e laico, della sinistra giovanile. Un modo di pensare il nostro essere Chiesa e, ancor prima, cittadini del nostro tempo.More...

Stabat Mater

by Mauro 22. marzo 2013 21:30

   Papa Francesco ha iniziato il suo primo discorso ricordando che quando si confessa Cristo senza la Croce non si è discepoli, ossia si segue altro ma non Dio. Oggi a Gerusalemme si celebra la liturgia di Maria addolorata. Stamane abbiamo iniziato la giornata con la Celebrazione Eucaristica sul Calvario innanzi l’edicola di Maria.

         Prima di celebrare la Pasqua viene proposta questa tappa innanzi la Madre di Gesù che sta ai piedi della Croce.
Parlare di Croce sembra ai più uno scandalo o comunque follia, e questo è ancor più vero per una tendenza culturale che cerca di esorcizzare tutto ciò che rimanda al dolore e di conseguenza alla morte. Una prospettiva che cerca, in questo modo, di alienare la persona dalla sua storia, dalla capacità di stare nei suoi giorni attraversando anche il dolore. Questo modus vivendi priva l’essere umano della capacità di ricerca e quando si trova innanzi alla contingenza della vita, ed il dolore così come la morte ne sono un aspetto, ecco che crolla nella disperazione.
         Il cristianesimo non è certo un culto del dolore, della tristezza o, ancor meno, della morte, piuttosto è una Via per sperimentare la pienezza della gioia e della vita senza tramonto, l’eternità. In effetti, a ben pensarci, diversi filoni di pensiero odierni, sono un tentativo mal riuscito di raggiungere l’eternità.More...

Ripartire dalla propria storia

by Mauro 17. marzo 2013 08:52

   La pagina evangelica proposta in questa Domenica, dal Vangelo di Giovanni 8, 1-11, sembra uno spartiacque tra la mentalità legalista dei farisei e quella dell’amore propria di Dio. È un interrogativo che attraversa fedi diverse così come culture e modi di affrontare la vita: dove sta il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, tra il giusto e l’ingiusto, tra libertà e schiavitù? Gesù riformula questo interrogativo ponendolo sotto un’altra prospettiva: il prima ed il dopo, la storia non come memoria ma come memoriale in cui scoprire l’amicizia di Dio.
       Il passo in considerazione è quello dell’adultera, una donna che ha preso un’altra strada rispetto alla sua storia coniugale, è andata a cercare altrove la soddisfazione della sua vita, la sua vita è rimasta ferita dalla ricerca di amore, tanto ferita che questa ricerca ora è diventata motivo di morte.
       Sì perché la mentalità legalistica, di tutti i tempi, abitua a fare della propria storia il luogo di morte, di ripiegamento, di visione fallimentare. Si perde di vista che c’è ancora un oggi ed un domani che per il cristiano rimangono DONO di Dio. More...

Il digitale luogo di socialità

by Mauro 16. marzo 2013 00:02

   Ho una questione irrisolta, una delle tante che mi frullano per la testa, che mi pare contribuisca a bloccare i processi di integrazione e di pacifica convivenza tra noi umani. Osservando più da vicino la gestione politica israeliana e di riflesso quella palestinese, mi rendo conto di come si fraintenda l’adattamento con il cristallizzare (faccio un Muro e definisco confini e luoghi abitabili), l’interazione con il passivizzare (ti riconosco o meno diritti ed in questo modo possiamo interagire pacificamente). La gestione politica cioè viene a perdere il contatto con l'umano, con il diretto destinatario dell'azione politica. A quel punto la politica diventa un qualcosa di astratto, scostante per la popolazione, è quel che è accaduto anche in Italia negli ultimi anni basta pensare a quando i politici affermavano che l'introduzione dell'euro non avesse comportato un rincaro dei prezzi pur mantenendo gli stessi salari. Nel mentre che la gente impattava con le conseguenze del mancato controllo dei prezzi chi stava al governo brindava perchè con la nuova moneta si era usciti dalla vorticosa svalutazione della lira!

       È da riconoscere, seguendo una elementare constatazione socio-antropologica, che ogni persona nell’adattarsi ad un contesto al contempo lo trasforma, non è proprio vero che l’inserimento umano è riducibile a mero adattamento passivo. In Italia così come in Israele la progettazione politica deve partire da un quadro antropologico di riferimento in cui l'umano è da considerarsi in tutte le sue parti senza possibilità di separazione. Ad esempio, come afferma il sociologo francese Edgar Morin, l'economia porta con sè le domande, le passioni, i desideri proprie dell'umano e che pertanto superano i semplici interessi economici.
       Più che parlare in termini esplicitamente politici voglio fare riferimento, per analogia, al mondo digitale, un mondo oggi comune a tutti, almeno ai più More...

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