Custom: la strada fa cultura

by Mauro 25. giugno 2013 21:00

    Sono trascorsi pochi giorni dal mitico raduno firmato Harley che ha solcato le vie di Roma fino ad arrivare in Piazza davanti al colonnato del Bernini.
       Roma si è trasformata in capitale delle moto che hanno fatto storia, custom che costituiscono un ponte tra generazioni che, ancora oggi, continuano a condividere la stessa passione per le moto statunitensi nate, agli inizi del ‘900, dalla creatività dei ventenni Harley e Davidson originari di Milwaukee.
       Quella degli harleysti è una cultura, uno stile di vita, un rapporto particolare con l’ambiente attraversato dalla strada.  Il gusto dell’andare in moto si unisce così in una ricerca di spazio che è al contempo ricerca di vita, apertura alla scoperta. È per questo che le carovane Harley sono delle esperienze di condivisione e scambio di esperienze, espressione di solidarietà e di trasmissione di sapere.
       L’evento romano ha restituito anche connotazione spirituale alle Custom che, per tradizione, sono state additate come moto trasgressive al di fuori di ogni possibile sentire religioso, almeno da chi associava il "religioso" con lo stare in un sistema pre-definito. More...

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Un Sistema che vorrebbe strapparci il senso della Giustizia (2)

by Mauro 11. giugno 2013 10:14

   Nasce, man mano che scorrono i giorni, una domanda: il sistema attuale vuole alimentare un clima di impotenza? Se mi rubano un’auto se io faccio la denuncia quell’auto forse non la trovo più, se non denuncio e cerco di rintracciare chi potrebbe restituirmela forse con cinquecento euro recupero l’auto. Se non la recupero più non potrò andare a lavorare e a quel punto la mia famiglia… Credo che poco si rifletta sul clima di impotenza che è stato generato nel nostro Paese.
       Viviamo nell’emergenza sociale, i diritti dei singoli cittadini sono, sempre meno tutelati. In una condizione di deprivazione dei diritti la mafia acquista potere. Il fenomeno mafioso in tutta la Nazione sta dilagando sempre più e sempre maggiore è il senso di impotenza che sperimenta la Comunità civile.More...

Un Sistema che vorrebbe strapparci il senso della Giustizia (1)

by Mauro 10. giugno 2013 22:38

   “C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.

C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.

C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:ciascuno cresce solo se sognato”.

         Questi versi di Danilo Dolci fanno intuire la responsabilità educativa che ciascuno ha nei confronti degli altri ed in speciale modo nei confronti dei bambini e di quanti si apprestano ad affacciarsi alla vita adulta. Direi che oggi abbiamo responsabilità anche di fronte al mondo adulto che pare vivere da dormiente, come se anestetizzare la vita la rendesse più facile la traversata esistenziale.
        Certo ci sono momenti della vita davvero difficili ma è anche vero che la consapevolezza ci permette di attraversarli appieno altrimenti restiamo ancorati al passato, apparentemente rimosso ma, proprio per questo, continuamente presente! Come coltivare sogni, come osteggiare chi cerca quotidianamente di spegnere i nostri sogni? Come favorire la crescita di un Sogno comune?
        Vorrei soffermarmi sulla consapevolezza che abbiamo del nostro sistema sociale. Viviamo in un tempo che obbedisce a leggi di sistema che, a mio avviso cercando di spegnere i sogni, il desiderio di vita e l’interesse per la vita altrui. È così che si diventa quando si accetta di essere pedine di un sistema più grande, dinanzi al quale ci si sperimenta impotenti.
         Ascoltando il rap di Fabri Fibra si assiste ad una forte denuncia sociale, il rapper afferma di come l’uso della coca sia praticato in molti contesti per alleggerire la vita o per aumentare le prestazioni professionali, dal chirurgo al caminonista, dall’universitario al pensionato. L’autostrada della cocaina scorre velocemente nella nostra Nazione e questo fenomeno viene visto come marginale, l’attenzione è volta ad altro, alla disoccupazione, alle imprese che chiudono, alle dispute politiche, ma in realtà il sistema o va visto nella sua complessità o altrimenti si rimane miopi, si vede il segmento senza scorgere l’ampiezza del problema.More...

Il Cercatore degli ultimi

by Mauro 7. giugno 2013 16:30

    Oggi la Comunità cristiana celebra la Festa del Cuore di Gesù ed è la Parola di Dio, come di consueto, a permettere di comprendere maggiormente il significato di questa Festa. Il Vangelo (Lc 15, 3-7) rimanda un messaggio immediato: Dio, bel Pastore, si prende cura degli “ultimi”. Ultimo è chi è perduto, chi non trova la strada, chi si sperimenta fragile e debole, incapace di camminare da solo. Così è di quella pecora perduta che viene ricercata dal Pastore, Dio è un cercatore, il suo sguardo è volto a cercare il suo gregge, i suoi figli.
        Il Vangelo non è per i “giusti”, loro infatti non ascoltano. Il giusto è colui che è pieno, noi cristiani dovremmo comprendere da che parte stiamo: sappiamo e ci crediamo attivati? Oppure siamo ricercatori, in ascolto della voce del Pastore? La parabola è rivolta a quanti sono peccatori e pubblicani, sono loro che si avvicinano a Gesù, persone fragili che sperimentano la propria difficoltà a camminare da soli o, ancora, a quanti si sono legati ai  guadagni facili e spesso disonesti. Entrambi però sperimentano che il loro cammino non si regge, o perché soli o perché poggiati sugli averi.
        Gesù mangia con loro, entra in intimità con i peccatori, condivide con loro la sua vita ed è per questo che si rivolge a loro, perché sa che stanno ad ascoltarlo.
         Il cuore di Dio è mostrato da questo uscire nella notte per cercare l’unica pecora perduta. Per Lui ciascuno è unico, non ci tratta come folla, non si sazia dei “tanti”, non si ferma alle apparenze, non cerca plausi, piuttosto vuole vedere il volto di ciascuno. Il cuore di Dio, il desiderio di Dio è questo incontro con la creatura, con ogni essere umano.More...

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I guaritori feriti e la poesia della vita

by Mauro 4. giugno 2013 22:15

       L’immagine del “guaritore ferito” esprime bene la vita del terapeuta. Lui è un essere umano così come il paziente che ogni settimana una o più volte valica la soglia del suo studio, un luogo in cui il malessere e la sofferenza viene elaborata prima di tornare a sprigionare la vita. Parliamo di processi e non di attimi, gli insight sono frutto di un lungo percorso ove sovente si ha la sensazione di girare a vuoto, di non andare oltre. Un percorso la cui efficacia è data in parte, 50%, dallo strumento umano: il corpo vissuto!
        In terapia è quanto mai importante la risonanza emotiva del terapeuta, il corpo del terapeuta è cassa di risonanza del vissuto del paziente. Non c’è conoscenza terapeutica, inizio di una relazione terapeutica se il terapeuta non entra in empatia con la persona che ha innanzi.
        Questa prospettiva si scontra con il paradigma teorico che regge la mens filosofica propria dell’uomo moderno. Il nostro è il tempo del calcolo, tutto viene quantificato proprio perché il criterio è l’utilità. Se posso misurare una cosa posso verificarne la convenienza, e in questo la corporeità, intesa come vissuto soggettivo, costituisce un ostacolo.More...

Teatroterapia e Psicodramma, "Le stanze ferite" tornano in scena

by Mauro 1. giugno 2013 14:00

   Lo spettacolo “La Succursale della Real Casa” che ieri pomeriggio è stato interpretato al Teatro Biondo dalla Compagnia Instabile formata dalla Comunità, personale e pazienti, del CTA Lares di Palermo, ha dato modo di percepire plasticamente l’umanità che sta dietro la “Follia”, o comunque a tutte quelle etichette diagnostiche che vorrebbero misconoscere l’umano dando solo riconoscimento ai sintomi e alle definizioni “di cura”.
          Le “stanze ferite” sono state mostrate facendo irruenza nella routine di chi, definito “normodotato”, si è dato il permesso di sostare per respirare un alito di vita colorata proprio dalla “follia”, quella che accomuna ogni essere umano, il desiderio di esprimere la vita senza omologarsi a sistemi precostituiti.More...

I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (2)

by Mauro 1. giugno 2013 12:00

   Per stabilire una relazione simbiotica l’individuo ricorre a quattro stili comportamenti passivi e a meccanismi interni.
    Comportamenti passivi sono:
- Astensione: utilizza l’energia non per rispondere agli stimoli ma per inibire la risposta ed il pensiero.
- Iperadattamento: accetta la meta altrui, cerca di compiacere in quanto vede nell’altro una figura genitoriale migliore di lui. Si carica della responsabilità di comprendere e rispondere ai bisogni altrui.
- Agitazione: la persona accumula energia per evitare comportamenti incontrollati, cerca l’attività per ridurre la tensione interna. L’intervento terapeutico in questo caso dovrebbe partire dal GA del terapeuta per favorire l’iperadattamento e modellare il prendersi cura della proprie emozioni. Per cui l’obiettivo è quello di energizzare il GA dell’individuo per poi energizzare il suo A (che non può essere energizzato quando la persona è agitata). L’individuo man mano che diventa consapevole si convincerà che non è necessario agitarsi e che può funzionare in modo adeguato anche quando prova sensazioni spiacevoli.More...

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