L'Analisi Transazionale apre le porte a Palermo

by Mauro 13. gennaio 2014 08:43

       La scelta della Scuola di specializzazione in Psicoterapia ritengo che sia una decisione preziosa per uno psicologo, in quanto caparra (sia di ordine etico che di competenza professionale) per quel che sarà l’orientamento e l’espressione della propria vita. È ben più che l’acquisizione di strumenti professionali, è un modo di osservare e pensare le questioni della vita!
       Alla luce di questa premessa scrivo questo post per i colleghi in discernimento che, cioè, sono prossimi ad iscriversi ad una Scuola di formazione all’arte psicoterapica. 
      Giovedì 16 gennaio terremo un Openday presso Casa san Francesco, in via Infermeria Cappuccini 3 a Palermo, dove ha sede la SSPIG Scuola ad indirizzo Analitico Transazionale. Un pomeriggio per fare conoscere il modello teorico proprio dell'AT.
       Appunto qualche considerazione inerente a questo approccio clinico. More...

Non ho mai baciato un'Organizzazione: l'Analisi Transazionale per la gestione della complessità

by Mauro 12. dicembre 2013 18:10

           “Non ho mai baciato un’organizzazione. Strumenti e metodologie utili per lavorare con e nelle organizzazioni” , questo il titolo del Workshop  condotto da Sabine Klingenberg con la quale abbiamo condiviso dieci giorni di lavoro all’Albergheria a Palermo presso la sede della SSPIG.

           Un Workshop per entare, con colleghi psicologi e psicoterapeuti, all'interno del complesso mondo delle Organizzazioni. Forse in pochi sanno che uno degli ambiti di consulenza per chi lavora nel campo psicologico è proprio la supervisione del lavoro all’interno di organizzazioni pubbliche e private ove l’umano si intreccia con gli obiettivi propri della realtà lavorativa. Finanche i successi di produzione sono proporzionati alla qualità di vita e di interazione tra chi vi lavora.
           Il modello analitico transazionale risulta particolarmente favorevole alla gestione delle complessità insite all’interno di una organizzazione. La definizione di un contratto di lavoro (tipico del metodo) riduce la complessità e permette di lavorare seguendo una specifica prospettiva in base ai bisogni, l’analisi delle transazioni permette di osservare i processi ed i giochi in atto, i processi di svalutazione, i livelli di impasse.
           Un aspetto di particolare interesse è la definizione del mondo-ruolo che ciascuno condivide all’interno della organizzazione e che, comunque, è da distinguersi dal nucleo profondo dell’individuo. Ciascuno apre parti di sé al mondo in cui lavora ma non coincide con esso. Quando questo accade troviamo delle storie di vita gravemente disfunzionali a rischio di burnout o di altre patologie.More...

I guaritori feriti e la poesia della vita

by Mauro 4. giugno 2013 22:15

       L’immagine del “guaritore ferito” esprime bene la vita del terapeuta. Lui è un essere umano così come il paziente che ogni settimana una o più volte valica la soglia del suo studio, un luogo in cui il malessere e la sofferenza viene elaborata prima di tornare a sprigionare la vita. Parliamo di processi e non di attimi, gli insight sono frutto di un lungo percorso ove sovente si ha la sensazione di girare a vuoto, di non andare oltre. Un percorso la cui efficacia è data in parte, 50%, dallo strumento umano: il corpo vissuto!
        In terapia è quanto mai importante la risonanza emotiva del terapeuta, il corpo del terapeuta è cassa di risonanza del vissuto del paziente. Non c’è conoscenza terapeutica, inizio di una relazione terapeutica se il terapeuta non entra in empatia con la persona che ha innanzi.
        Questa prospettiva si scontra con il paradigma teorico che regge la mens filosofica propria dell’uomo moderno. Il nostro è il tempo del calcolo, tutto viene quantificato proprio perché il criterio è l’utilità. Se posso misurare una cosa posso verificarne la convenienza, e in questo la corporeità, intesa come vissuto soggettivo, costituisce un ostacolo.More...

I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (2)

by Mauro 1. giugno 2013 12:00

   Per stabilire una relazione simbiotica l’individuo ricorre a quattro stili comportamenti passivi e a meccanismi interni.
    Comportamenti passivi sono:
- Astensione: utilizza l’energia non per rispondere agli stimoli ma per inibire la risposta ed il pensiero.
- Iperadattamento: accetta la meta altrui, cerca di compiacere in quanto vede nell’altro una figura genitoriale migliore di lui. Si carica della responsabilità di comprendere e rispondere ai bisogni altrui.
- Agitazione: la persona accumula energia per evitare comportamenti incontrollati, cerca l’attività per ridurre la tensione interna. L’intervento terapeutico in questo caso dovrebbe partire dal GA del terapeuta per favorire l’iperadattamento e modellare il prendersi cura della proprie emozioni. Per cui l’obiettivo è quello di energizzare il GA dell’individuo per poi energizzare il suo A (che non può essere energizzato quando la persona è agitata). L’individuo man mano che diventa consapevole si convincerà che non è necessario agitarsi e che può funzionare in modo adeguato anche quando prova sensazioni spiacevoli.More...

I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (1)

by Mauro 31. maggio 2013 23:48

       Comportamenti passivi, Giochi, Racket o altri disturbi emotivi sono comportamenti appresi durante l’infanzia quando il bambino decide di trovare una mediazione tra la soddisfazione dei propri bisogni e le richieste del mondo adulto. Nel post precedente facevamo riferimento a come il bambino possa imparare ad esprimere un’emozione sostitutiva quando l’emozione autentica non è riconosciuta dalle figure genitoriali. Quando questa esperienza è protratta nel tempo il bambino finirà col decidere che è bene ad esempio “non esprimere i propri bisogni ed accogliere solo quello che viene offerto”, simile decisione viene registrata dal G1 quale decisione di copione e, di conseguenza, viene ad integrare il piano di vita della persona.
         Tali comportamenti appresi derivano da relazioni simbiotiche non risolte, la persona non è pienamente reattiva di fronte agli stimoli ma adotta comportamenti passivi svalutando sentimenti e pensieri e compromettendo l’azione.
           Nella relazione simbiotica due o più persone si comportano come se fossero un unicum, nessuno energizza appieno i propri stati dell’Io. Se da un lato la simbiosi è da ritenersi “normale” nel rapporto genitori-figli fino a quando questi non diventano sufficientemente autonomi, dall’altro diventa patologica quando interferisce con lo sviluppo della spontaneità, della intimità e della consapevolezza, ossia quando interferisce con la sopravvivenza (non vengono usate tutte le abilità) e la gratificazione (non si è liberi di vivere indipendentemente le proprie emozioni).More...

Guarigione ossia uscire dal Copione: il concetto di Cura nell'Analisi Transazionale (5)

by Mauro 30. maggio 2013 19:40

       Berne (1986) parla di “miglioramento” per esprimere ciò che permette di stare meglio, invece si riferisce al termine “cura” per indicare ciò che favorisce la riattivazione dello sviluppo interrotto a motivo di decisioni copionali che hanno mantenuto posizioni esistenziali svalutanti.

       La guarigione comporta, pertanto, l’uscire dal copione disfunzionale attraverso scelte (controcopionali) volte al proprio benessere. 
         Inizialmente Berne (1961) definisce il copione quale derivato del transfert cioè come “un adattamento di reazioni ed esperienze infantili. Intendendo, cioè,  il tentativo di ripetere in forma derivata un intero dramma transferenziale”. Successivamente parlò del copione definendolo come “un piano di vita che si basa su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva” (Berne, 2011). Tale strategia comportamentale viene alimentata e rinforzata dai comportamenti verbali e non verbali dei genitori, attraverso messaggi ingiuntivi e controingiuntivi. Da adulto, pertanto, l’individuo che mette in scena il proprio copione, si comporta più o meno consapevolmente in modo da rivivere emozioni antiche ed intense.
        Fino a quando il copione consente di far fronte ai compiti evolutivi, l’individuo mantiene un equilibrio psichico che lo fa vivere serenamente; quando invece le strategie consolidate non sono più rispondenti ai bisogni della nuova fase di vita, nasce il disagio psichico e nei casi più gravi si può arrivare alla psicopatologia, per cui occorre un cambiamento definito “ridecisione”.
        Dal punto di vista operativo il copione si presenta come un insieme di transazioni che tendono a ripetersi, la persona mantiene la decisione di copione proprio perché in definitiva questa risponde fino a quel momento al suo bisogno di programmazione di vita ed entrerà in crisi quando non sarà più funzionale a soddisfare i propri bisogni.
        Per comprendere come la persona si attiva per mantenere le sue convinzioni di copione bisogna tenere conto delle emozioni parassite e del sistema di racket. More...

Il conflitto che diventa Impasse: i tre gradi di Impasse secondo l'Analisi Transazionale (4)

by Mauro 30. maggio 2013 13:55

    Il percorso psicoterapico favorisce lo sviluppo di comportamenti funzionali al benessere della persona, sovente questo passaggio abbisogna di nuove decisioni, l’individuo cioè ridecide con il suo B cambiando quanto aveva deciso precedentemente con lo stesso B.
          Mostravamo già nel post precedente come l’individuo possa vivere dei conflitti tra i diversi stati dell’Io, quando ne ha consapevolezza può cercare di gestirlo con il suo A oppure può entrare in uno stato di impasse.
         L’impasse, secondo i Goulding (1983) procura una doppia contaminazione in cui il polo Genitoriale da un messaggio di copione ed il polo Bambino corrisponde ad una fissazione infantile in base al messaggio di copione (Novellino, 1998). Si crea così uno stato di blocco dovuto a due spinte opposte:More...

Uscire dal funzionamento patologico secondo l'ottica analitico transazionale (3)

by Mauro 29. maggio 2013 18:00

         Dal punto di vista fenomenologico Berne (1979) afferma che gli stati dell’Io sono da intendersi come “coerenti sistemi di pensiero e sentimento manifestati da corrispondenti modelli di comportamento”. Lo stato dell’Io fa riferimento al comportamento e all’esperienza globale in un momento dato, ciò significa che nel presente un solo stato dell’Io è attivo ossia ha il potere esecutivo e di conseguenza è investito da energia attiva.
          Uno specifico stato dell’Io viene attivato quando riceve stimoli esterni come eventi o stimoli transazionali, quando riceve stimoli interni come il fluire del pensiero che crea nessi logici, o i bisogni/desideri (in questo modo l’energia potenziale diventa slegata), oppure quando l’individuo attiva intenzionalmente uno stato dell’Io (energia libera).
          Quando il potere esecutivo passa da un stato dell’Io all’altro in modo disfunzionale si ha la patologia. Ad esempio quando l’energia passa troppo velocemente e frequentemente, oppure quando questo passaggio è molto lento.More...

Il Modello degli Stati dell'Io in Analisi Transazionale

by Mauro 28. maggio 2013 17:30

    L’Analisi Transazionale è prima di tutto una filosofia, un modo di pensare l'uomo, e in seconda battuta un modello terapeutico. L'intuizione iniziale fu di Eric Berne che presentò il nuovo modello al grande pubblico nel 1958. Da principio proposto in California il nuovo approccio terapeutico si diffuse  a metà anni ’60 in tutti gli Stati Uniti. Dopo la sua morte, avvenuta il 15 luglio 1970, il modello si è evoluto grazie all'apporto di vari terapeuti ricercatori come Karpman a San Francisco, i Goulding e Schiff in California, Pio Scilligo, Carlo Moiso e Michele Novellino in Italia.
       Il modello presenta una teoria sistematica della personalità e della dinamica sociale a partire dall’analisi delle transazioni, cioè dall’osservazione delle manifestazioni esterne della persona.  Per individuare, codificare e riconoscere le caratteristiche di personalità di un soggetto, l’AT utilizza il Modello degli Stati dell'Io. Essi comprendono i modi in cui la persona si comporta, pensa e sente rapportandosi a se stessa e all’ambiente che la circonda. Questi modi vengono riassunti in tre grandi categorie: GENITORE, ADULTO, BAMBINO.More...

Tornare alle "cose dell'anima"

by Mauro 26. marzo 2013 12:00

   Un giorno durante la lezione di un bravo docente di formazione psicanalitica, ho chiesto: ma rispetto all’azione di rinnovamento sociale il reale apporto dato dalla psicanalisi qual è? Forse la psicanalisi non rischia di isolare l’individuo dal contesto relazionale e sociale, disincarnandolo da quello che è la sua quotidianità? Quella domanda non ha trovato risposta, ma allora come oggi mi sembra necessario coniugare la visione critica con una proposta di significato (altrimenti la critica mossa per puro ""attivismo" non procura nessun cambiamento), coniugare la visione del contesto e dell’individuo con una proposta di significato che unisca individuo e contesto di vita, benessere individuale e benessere collettivo. Altrimenti continueremo a nutrire una società schizofrenica ove da un lato si propone una formazione fondata sull’apparenza e la logica dei consumi e, dall'altro, ci si lamenta per la crisi esistenziale e la tristezza dell’anima.
       Eraclito, filosofo greco vissuto cinque secoli prima della nascita di Cristo, così affermava: “Per quanto tu possa camminare e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profonda è la sua essenza”.
       È importante tornare a pensare alle “cose dell’anima”, nel senso che è necessario leggere quel che accade nel nostro tempo a partire dal senso dato all’anima e, di conseguenza, alla conoscenza. La correlazione tra anima e conoscenza è legata alla psicologia che si definisce quale studio/discorso sull’anima, ma ancora prima alla religione.More...

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