Il primato alla relazione: MdS

by Mauro 25. agosto 2013 18:50

           Si è appena concluso a Terrasini il Laboratorio della Fraternità itinerante MdS. Una esperienza che questa volta, dopo diversi anni, non ha visto il lungomare animato da più di cento giovani in maglietta fucsia. No, quest’anno al gioco e alle forme d’arte di strada volte ad incontrare e coinvolgere un’intera località balneare i Missionari di Strada hanno scelto di fermarsi! Una sosta che ha dato luogo ad una settimana di preghiera, di riflessione partecipata volta a fare memoria delle proprie radici, a definire l’identità e a volgersi al futuro con una proposta meglio definita.
           Credo che questa esperienza aggiunga un tassello significativo alla storia del folto gruppo di animatori che già nel 2008 aveva iniziato a raccogliere i propri tratti caratteristici nella pubblicazione del libro Missionari on the road.
           Durante i laboratori settimanali è emerso un aspetto centrale che voglio qui approfondire. La relazione fraterna fondata sul rispetto e l’accoglienza di sé e dell’altro è il tratto distintivo e, al contempo, il luogo reale in cui si svolge l’animazione.
           La proposta di animazione, infatti, non è frutto di strategie mirate, ma di un rapporto umano che proprio perché tale gode di flessibilità e di adattamento creativo. Fin dall’organizzazione dei sabati di dashuria organizzati in piazza a partire dal 2004, la fraternità modulava gli interventi in base ai contesti e alle persone che ivi abitavano.
            La continuità però viene data dalla relazione fraterna fra i missionari e le persone incontrare, che per stile rimane capace di riconoscimento ed accoglienza reciproca e, proprio per questo, luogo di co-costruzione della animazione.
           In termini gestaltici si può dire che la fraternità MdS crea un intervento che predilige maggiormente la dimensione dello sfondo rispetto alla figura, cioè non è il singolo animatore ad emergere ma il contesto creato e, in questo modo, la persona contattata non è “puntata” ma accolta per quello che è.More...

Disturbo compulsivo o dipendenza? Il Gioco d'Azzardo Patologico

by Mauro 17. agosto 2013 17:55

       Ricorderemo in tanti di come i nostri nonni al pomeriggio si recavano al circolo per giocare a carte considerando di potere vincere o perdere le mille lire. Oggi troviamo molti pensionati estasiati innanzi una slot o alle luci di uno schermo ove stanno per essere mostrati i numeri del bingo appena estratti. Parlare di Nuove dipendenze o New Additctions è estremamente importante proprio perché se ne parla davvero poco sminuendo, così, la portata del fenomeno sociale.
        La questione delle Nuove Dipendenze è oggetto di riflessione in continuo sviluppo all’interno della Comunità di ricerca clinica. Si fa riferimento ad un abuso che non è legato ad una sostanza chimica ma ad un comportamento o un’attività.
        Anche la clinica psichiatrica ha dato riconoscimento ufficiale soltanto alla dipendenza dal gioco d’azzardo classificandola nel DSM IV all’interno della categoria dei Disturbi del Controllo degli Impulsi. La ricerca attuale mostra una elevata correlazione tra gioco ed impulsività, ma non è ancora riuscita a spiegare la natura di questo rapporto e come esso funzioni. Se cioè l’impulsività sia legata direttamente al comportamento di gioco o alla presenza di una psicopatia sottostante.More...

Il delirio è frutto di una eccessiva rigidità o labilità /2

by Mauro 12. agosto 2013 15:50

        “Credevo che per i miei colleghi il mio lavoro fosse indispensabile ed invece ho scoperto che hanno accolto con gioia il mio trasferimento in un altro ufficio!” Una persona con una certa elasticità di pensiero prenderebbe atto di questa realtà, magari restandone delusa, accetterebbe che per i colleghi non è indispensabile e che anzi loro preferirebbero un altro collaboratore.
       La persona paranoica invece non accetterebbe questa invalidazione di ciò che credeva, non ammetterebbe alternative al suo pensarsi “indispensabile per i colleghi”, per cui inizia a delirare. L’ingresso nel delirio è graduale, a principio l’individuo sperimenta un certo disorientamento, stupore e confusione, la realtà inizia ad apparire minacciosa. Per far fronte a questo umore predelirante irrigidisce lo schema di pensiero per trovare una coerenza interna ridefinendo i dati di realtà appena percepiti “i miei colleghi sono contenti del mio trasferimento”. Viene elaborato così un sistema delirante in cui l’esperienza, anche quella successiva, viene organizzata attorno ad un’idea centrale: “hanno paura di essere licenziati perché non si sentono in grado di competere con le mie capacità”.
          Nel paranoico il delirio è il sintomo fondamentale invece nello schizofrenico è uno dei tanti sintomi.More...

Quale legalità? La promozione è in primo luogo questione culturale.

by Mauro 10. agosto 2013 19:40

      Questa sera incontrerò un gruppo di giovani trevigiani venuti a Mazara del Vallo per un campo sulla legalità. Mi chiedo come parlare a dei giovani del nord Italia su un tema che in Sicilia abbisogna di categorie specifiche proprie dell’humus culturale del nostro territorio per essere letto e compreso.
       Penso di partire dalle immagini, in sequenza mostrare una serie di foto che ritraggono scorci della nostra isola: ville con cancello sulla battigia, mezzi meccanici che sollevano montagne di rifiuti abbandonati attorno ai cassonetti delle piazze, motocarri obsoleti adibiti a friggitorie ambulanti, macchine di lusso con alla guida diciottenni o modesti operai, planimetrie di quartieri lasciati senza spazi verdi, luoghi di aggregazione o servizi pubblici. Un’ultima rassegna di immagini che vorrei far vedere è quella delle amministrazioni locali e dei rispettivi politici, si perché su di loro grava una importante responsabilità! Dalle loro scelte politiche dipende l’educazione al Bene comune, si quel Bene di cui ciascuno è protagonista e custode. Ma ancora, a loro spetta un messaggio chiaro ed eloquente: la vita non è questione di potere ma di servizio. Ciò significa che il cittadino non è da soggiogare ma da riconoscere ed accompagnare. More...

Il delirio, unica spiegazione possibile!

by Mauro 8. agosto 2013 16:30

           Perché alcune persone mantengono le loro credenze malgrado le ripetute disconferme avute dal confronto con la realtà?
           Ci occupiamo oggi della dimensione delirante, quella che nella nosografia psichiatrica distingue i “folli” dai “sani”. Il 13 maggio 1978 la Legge Basaglia stabilì la chiusura dei manicomi e l’istituzione dei servizi di igiene mentale pubblici, ciò rese possibile l’osservazione della malattia mentale nel contesto ove era stata generata.

          La persona venne così ricollocata in una dimensione spazio/temporale che l’istituzionalizzazione aveva appiattito. Significò restituire alla clinica la capacità di comprendere i significati, i processi in atto nel soggetto in trattamento, e collocare la malattia mentale all’interno di un continuum sano/malato accorciando le distanze con chi veniva recluso More...

Per guardare oltre

by Mauro 4. agosto 2013 15:04

      Continua la nostra riflessione avviata su http://www.larelazionechecura.it/post/Vedere-in-controluce.aspx  in merito al rapporto luce/ombra nell’esperienza umana.
            Democrito nel terzo secolo affermava che “la parola è l'ombra dell'azione”, come a dire che l’azione dà luce alla parola. In effetti è storia di tutti i giorni, soprattutto nel nostro tempo, ascoltare tante parole che sono ombre senza luce, mero flatus vocis che non ha una corrispondenza nella realtà. More...

La vita, una questione di priorità

by Mauro 3. agosto 2013 17:43

      Abramo sceglie di custodire la fraternità. Considerato che i suoi collaboratori e quelli del cugino Lot stavano a litigare animosamente per chi dovesse occupare le terre, Abramo chiede a Lot di scegliere la terra che vuole per sé. Il cugino decide di prendere la parte pianeggiante e fertile mentre, di conseguenza, Abramo va nella regione desertica per evitare che ci siano ulteriori contese tra i due gruppi.
        L’episodio biblico racconta di come l’essere umano possa dare priorità alle cose rispetto che alle persone. Abramo in quel gesto di estrema libertà che gli fa rinunciare “agli averi” mostra il primato che dà alla relazione, al rapporto con il fratello. Il centrare la propria vita nelle cose da possedere comporta un erigere barriere difensive o aggressive nei confronti dell’altro. La generosità, la capacità di condivisione e di gioire per il ben-essere altrui, è propria degli uomini che si aprono alla vita percependola come dono e scoperta, avventura legata all’esserci, allo stare in relazione percependo se stessi e l’altro come dono.
        In questa prospettiva ciò che si ha è strumentale alla condivisione, alla crescita comune e al dare vita. Nella prospettiva opposta, centrata sull’avere, i beni diventano motivo di contesa e competizione, l’altro è colto come un nemico a cui togliere vita per custodire la propria.More...

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Vedere in controluce

by Mauro 1. agosto 2013 20:27

      Vedere le immagini in controluce, cercare ciò che non appare o che volutamene viene nascosto per promuovere modus vivendi e mode culturali, o semplicemente cogliere l’ombra frutto dell’incontro con la luce è un percorso che ha interessato da sempre il mondo dell’arte, della filosofia, della fisica e della psicologia. Ricordiamo come Nietzsche nel dialogo fra il viandante e la sua ombra le fa dire: "Quando l'uomo fugge la luce, noi fuggiamo l'uomo".
         Durante lo scorso mese di giugno a Salerno si è svolta la diciottesima edizione del Linea d’Ombra Festival Culture Giovani un Evento che ha presentato al suo interno cortometraggi, concerti, web series, traendo spunti per riflettere sul tema di fondo “Smart life/ Vita intelligente?”. Un interrogativo che è una provocazione volta a fare uscire dalla visione conosciuta, scontata, andare oltre le luci appariscenti della società Smart per cogliere ciò che è nascosto, adombrato, e che spesso cela l’umanità più autentica. Questo è un tipico esempio di “ricerca d’ombra”! More...

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