Shalom aleichem

by Mauro 30. marzo 2013 16:10

  Quella di Gerusalemme è la prima Comunità cristiana a celebrare la Pasqua. Di buon mattino oggi in tanti ci siamo radunati al Santo Sepolcro e da lì abbiamo visto spalancarsi le porte chiuse.

        Sì, ora il Sepolcro è vuoto e fuori sta il Cero pasquale acceso, segno di Resurrezione. Così come duemila anni fa, da questo luogo la Luce che accende il desiderio del cielo si espande in tutto il mondo, le porte si spalancano per tutta l’umanità. È il desiderio di vita, di eternità, che ci viene consegnato e senza sconti.
        L’esperienza pasquale ci libera da quanto vorrebbe impedirci l’espressione piena, anche dalla tentazione di non essere fatti per l’eternità e quindi per la Comunione con Dio, la tentazione di “doverci accontentare”, di essere “meno degli altri” o, ancora, di avere “una vita senza senso”.
       Sembrano questi i “discorsi di morte” che facevano tra loro i discepoli diretti ad Emmaus. Possa questa Pasqua aprirci gli occhi e riscaldare il cuore così come accadde  loro.
       Mi tornano in mente le parole di don Pino Puglisi, lui uomo semplice che sapeva farci ricordare il Bene per il quale siam fatti: Ognuno di noi sente dentro di sé una inclinazione, un carisma. Un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile. Questa chiamata, questa vocazione è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita.
                                   Possa ciascuno sperimentare la tenerezza di Dio.  Shalom aleichem, Mauro

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