Da lotta continua a Lotto continuo: la perdita è garantita

by Mauro 26. novembre 2013 23:40

        Un’atmosfera di particolare riflessione ci ha visti coinvolti sabato scorso al teatro Selinus di Castelvetrano durante il Workshop Vite in gioco. Ci siamo presi un tempo di ascolto per guardare stili educativi, giochi di potere, indottrinamenti delle nuove generazioni che in modo subdolo e seducente cercano di indurre bisogni e di ridurre l’individuo a pedina del Sistema di mercato.
         Dare il primato all’economia equivale a svilire la dignità umana e a fomentare dinamiche di violenza, come la violenza intradomestica, il gioco d’azzardo, la prostituzione minorile. La ricerca di potere sull’altro e sulla storia, l’elusione del limite proprio del vivere umano e della interazione con persone o cose, sono proposte che si annidano negli slogan pubblicitari così come nelle mode di consumo.
          Un aspetto di ulteriore rilievo è la passivizzazione della persona che viene a deresponsabilizzarsi fuggendo in una realtà parallela. Una massima trovata da Francesco Lucido, uno dei relatori, è stata quella di constatare l’epocale passaggio da “Lotta continua” a “Lotto continuo”. Il venir meno dell’impegno politico e della responsabilità sociale quale questione che ci appartiene,ossia  sogno da tradurre in realtà, ed il passaggio alla cultura fatalista, la vita affidata al caso o alla illusione magica di potere controllare una vincita.
          Eppure è di perdita di controllo che si tratta sebbene la manipolazione elevata a sistema vorrebbe affermare il contrario. Un tipico esempio è la MadBid,More...

Vite in gioco

by Mauro 20. novembre 2013 00:30

      VITE IN GIOCO questo è il titolo che abbiamo dato al Workshop che terremo sabato prossimo al teatro Selinus di Castelvetrano per avviare una riflessione partecipata sulle nuove dipendenze e sulla violenza intra-domestica.

     Fenomeni che minacciano la vita familiare e che troppo spesso restano in sordina, sottovalutati anche dalle famiglie che vi si trovano coinvolte.
     Pensiamo ad esempio alla dipendenza cyber-relazionale, a quei rapporti virtuali che vengono a sostituire quelli propri della interazione concreta in cui tutti i canali sensoriali si attivano per riconoscere l’altro.
     A tal proposito un interrogativo a cui cercheremo di dare risposta: continuità o rottura tra i due mondi?  Ma si tratta davvero di un gioco?

L'esperienza della Resurrezione appartiene alla quotidianità

by Mauro 11. novembre 2013 12:00

          Quale provocazione ci viene dalla pagina che ieri milioni di cristiani hanno ascoltato nelle chiese sparse nel mondo? Gesù risponde ai sadducei  esplicitando il significato della Resurrezione. Il tema centrale della fede cristiana, infatti la fede nella Resurrezione è ciò che distingue e caratterizza in modo unico il cristianesimo.
           Duemila anni fa la mens greca si è dovuta confrontare con una cultura ed una proposta di vita che sapeva di assurdo: risorgere con tutta la corporeità oltre la morte! Il corpo dal cristianesimo non viene più inteso come  un giustapposto cioè quale accidente da sopportare a discapito della sostanza. Con il cristianesimo diventa il luogo della rivelazione. Il corpo e la storia divengono luoghi teologici in cui è possibile rintracciare l’impronta di Dio, la sua immagine visibile agli occhi. Si tratta di riconoscere la realtà in modo nuovo, la fede nella Resurrezione non è un mero proiettarsi verso la meta ultima ma un’esperienza che appartiene già all’oggi: ogni giorno il cristiano è chiamato a risorgere dalle morti/ferite che possono segnare la quotidianità. È secondo questa prospettiva che l’esperienza del dolore diventa spinta a cercare con maggiore lena il Volto di Dio nella propria esistenza.
          Lo “sguardo” greco non era capace di accettare questo salto proprio perché, secondo la prospettiva platonica, trovava nel corporeo una sorta di soggettività inaffidabile. La percezione sensibile non era riconosciuta come obiettiva proprio perché varia a seconda della persona, del corpo percipiendi, e pertanto priva di oggettività. Il metodo scientifico improntato su questa prospettiva fa della ricerca un tentativo di visione, un trovare le verità attraverso l’osservazione empirica. Nella mens cristiana invece la contemplazione è frutto dell’ascoltoMore...

Ripensare il Territorio pensandosi Comunità

by Mauro 3. novembre 2013 12:00

              Guardo con ammirazione al progetto educativo realizzato a Reggio Emilia, Città ove la qualità della vita sociale è cresciuta man mano che si è sviluppata una cultura del bene comune, della dignità del cittadino e della Città quale luogo di relazioni e servizi prima ancora che di business. Una politica che non delega il suo ruolo dando il primato all’economia ma resta a servizio della Comunità formata da persone.  Proprio Howard Gardner nel libro Cinque chiavi per il futuro descrive l’etica sociale maturata da Reggio Emilia con queste parole Io credo che il ruolo del cittadino richieda un atteggiamento etico: richieda cioè la convinzione che la propria comunità dovrebbe possedere certe caratteristiche di cui l’individuo possa andare fiero, e l’impegno ad agire in prima persona affinché la comunità ideale diventi realtà. Questo significa investire di responsabilità sociale ogni singolo cittadino favorendo il processi di cambiamento attraverso l’espressione del senso di bellezza che l’essere umano porta dentro, il gusto per ciò che fa bene al vivere.
              Simile atteggiamento, a mio parere, è strategia per passare dall’utopia al sogno, dall’idealismo alla profezia espressa nel sogno, così come lo ha inteso Adriano Olivetti grande pensatore, prima che imprenditore, del secolo scorso: Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande.More...

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