Andare al di là del muro

by Mauro 28. febbraio 2013 22:00

  Domani 1 marzo ricorre il triste anniversario del primo blocco di muro di cemento armato innalzato nel 2004 per separare Betlemme da Gerusalemme (vedi http://www.larelazionechecura.it/post/Al-di-la-del-Muro.aspx). Famiglie che si sono viste espropriate di case e terreni perché invase da uno sconfinato muro, una città che ha perso la sua identità territoriale perché amputata di una sua parte, cittadini che hanno assistito impotenti ad una occupazione che ha poco di ragionevole.More...

Ma la Sapienza da dove si trae? (2)

by Mauro 27. febbraio 2013 13:05

  Continua lo spazio dedicato al libro di Giobbe che ancora oggi questiona il genere umano. L’uomo può scoprire ed avere intelligenza delle cose, anche le più preziose eppure della Sapienza, dice il testo,  “l’uomo non conosce il suo prezzo”.
      Infatti è possibile dare un prezzo a qualcosa quando la si può misurare, quando si può calcolare la fatica che occorre per ottenerla, ma della Sapienza non è così. Non è calcolabile il modo di ottenerla, né misurabile la sua consistenza.
      Per l’antico Israele la Sapienza è la capacità di stare nel mondo, cioè l’attitudine a vivere bene, a servirsi delle cose del mondo scoprendo e costruendo per affrontare le difficoltà, quindi anche le scoperte e la “tecnologia” farebbero parte di questa sapienza.More...

Ma la Sapienza da dove si trae?

by Mauro 26. febbraio 2013 18:00

      Giobbe al capitolo 28 parla di luoghi impervi con montagne di selce, rocce di formazione calcarea marina, che nel loro profondo, ove non arriva luce, celano giacimenti di rame o altri metalli. Luoghi ove pochi uomini arrivano e lì, in un contesto al limite della sopravvivenza, scandagliano il fondo dei fiumi e scavano gallerie. Ebbene l’essere umano può anche arrivare a conoscere e scrutare questi luoghi, come a credere di superare ogni limite, ma Giobbe pone l’eloquente interrogativo: Ma la sapienza da dove si trae?
          Tornando dal deserto del Negev mi risuona in modo del tutto nuovo questa pagina More...

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Pellegrini di giustizia

by Mauro 25. febbraio 2013 22:34

    Oggi pomeriggio ad Hebron i funerali del giovane palestinese, Arafat Jaradat, morto sabato nella prigione di Megiddo. Si, in questa terra si muore “per cause accidentali”More...

Come Civette nella notte

by Mauro 24. febbraio 2013 00:33

    Accolgo la Parola che la Comunità cristiana medita in questa seconda domenica di Quaresima, reduce dall’esperienza fatta nel deserto del Negev, luogo ove il cammino è necessità per sostenere il sole cocente di giorno e la forte escursione termica della notte. In entrambi i casi fermarsi equivale a morire per cui il cammino è vita.
       È alla luce di questo contesto, quello del deserto, che voglio condividere questa Parola che indica l'atteggiamento del Cammino cristiano. Mi fa da specchio nel commentarla, l'esperienza dei Missionari di Strada che nell’evangelizzazione hanno trovato la loro particolare espressione, il Cammino per testimoniare la loro esperienza di fede. Dalla Parola di questa domenica ci vengono suggerite due immagini: il cielo stellato e la nube che avvolge.More...

II Silenzio che parla

by Mauro 15. febbraio 2013 15:10

    Inizia il tempo quaresimale, momento in cui la Comunità cristiana si prefigge di entrare maggiormente nel mistero d’amore di Dio per l’umanità. Una riflessione che impone di entrare in profondità nella propria storia personale e nella realtà che ci circonda, per riscoprire il senso di tutte le cose.
         Mi è dato quest’anno di fare quest’esperienza in un luogo, la terra palestinese, segnato dal profondo travaglio umano pur mantenendo un fascino del tutto unico. È da qui che voglio partire per entrare nella Quaresima.
        Attraversando da una via all’altra la Gerusalemme antica, pare di passare per mondi totalmente differenti, in effetti questo luogo è un crocevia di culture, fedi, modi di intendere ed affrontare la vita. Eppure tutto questo riesce a convivere, a trovare un suo equilibrio certo non scevro di contraddizioni.More...

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Non tutte le guerre interessano!

by Mauro 12. febbraio 2013 23:00

   Il mese di aprile 2011 ha segnato una data importante per la Siria e per comprendere quanto ivi sta accadendo oggi. In quel mese una parte dell’esercito siriano ha deciso di disertare schierandosi a favore delle manifestazioni di protesta democratica contro il regime di Assad.
       Il governo ha reagito con gravi repressioni e massacri nei confronti dei manifestanti, in risposta nel giugno dello stesso anno è nato il Movimento degli ufficiali liberi formato appunto dai militari che avevano preso le distanze dal governo. Un esercito che presto si diffonde in sei delle quattordici provincie della Siria arrivando anche ad avere il controllo di zone vicine a Damasco. Inizia così una strategia offensiva nei confronti dei ceck-point e dei pattugliamenti militari che è durata fino ad oggi.
      Proprio in questi giorni anche diversi ministri siriani si sono schierati dalla parte del movimento di protesta, denunciando il “genocidio” che sta avvenendo nel Paese.
      Da mesi il Vescovo francescano Giuseppe Nazzaro, vicario apostolico ad Aleppo, denuncia la grave situazione siriana. Proprio il territorio dove vive è il teatro dello scontro in una tormentata guerra fraticida. Aleppo oltre ad essere stata ripetutamente bombardata sta subendo anche l’embargo stabilito dall’ONU. Per cui la popolazione locale si trova stremata dagli stenti e, in molti, costretti a dormire in tenda con temperature minime al di sotto dello zero.
      Padre Nazzaro afferma che non si tratta di una guerra politica tra due fazioni, una più democratica e l’altra dittatoriale, piuttosto di una guerra commerciale pianificata dai Grandi della terra che in questo modo si contengono il potere economico.

      I Grandi procurano le armi per la rivolta e dopo che il Paese è letteralmente distrutto, è questo quel che sta rimanendo della bellissima Siria, i Protettori di turno vengono a ricostruire e a vantare la gestione degli interessi commerciali del Paese. Nell’ultimo decennio questa Storia si è ripetuta più volte ed in circostanze diverse!
      Un nuova forma di colonizzazione che ha un prezzo altissimo in termini di vite umane e della possibilità di una futura pacifica convivenza tra concittadini che si sono ferocemente scontrati prima.More...

Prendi il largo

by Mauro 9. febbraio 2013 22:30

    La proposta che Gesù fa a Simone nel Vangelo (Lc 5, 1-11) di questa Domenica, è un disegno di vita. Una proposta che nasce dopo una notte di fatica senza prender nulla, senza risultato alcuno. Il risultato di un giorno, o più, che a parere umano può dirsi “inutile” , infruttuoso, senza gusto.
        Prendi il largo, come a dire distanziati, trova una prospettiva nuova, non chiuderti nel tuo problema, percorri una via nuova, magari inedita. È una proposta che provoca, a volte sembra più semplice rimanere chini su se stessi, anche se questo significa assaporare il dolore del sentirsi infruttuosi.More...

La profezia inquieta

by Mauro 2. febbraio 2013 21:56

    La Parola che la Comunità cristiana medita in questa domenica riporta un versetto del Vangelo che ha una portata straordinaria: Non è costui il falegname il figlio di Giuseppe?
           È un interrogativo che desta perplessità: Gesù è un uomo comune, uno di noi, sappiamo che lavora, fa cose che servono per arredare una casa, è uno concreto. Eppure lui dice di essere il profeta atteso, colui che avrebbe mostrato il Volto di Dio, il Messia liberatore del popolo. No, impossibile, costui non può essere Dio e visto che parla ancora cercando di stravolgere l’idea che abbiamo di Dio, allora è il caso di buttarlo giù dal monte. Ecco quel che accadde duemila anni fa a Nazareth, nella regione della Galilea. Un piccolo villaggio su un monte, con poche centinaia di abitanti. Chiaramente Nazareth oggi è ben altra cosa, conta circa 80.000 abitanti.
          C’è un’aspettativa che impedisce a Dio di rivelarsi, è la pretesa di costringere Dio e, di conseguenza, la propria vita, entro schemi prefissati.More...

Egitto in attesa di una nuova primavera

by Mauro 2. febbraio 2013 12:00

   Quello che in questi giorni sta accadendo in Egitto è l’epilogo di un lungo processo di soprusi che ha esasperato la popolazione egiziana.

      La gente è stanca del fondamentalismo islamico che troppo spesso si traduce in atti di estrema violenza in nome di un formalismo che vorrebbe avere il primato sulla  dignità di una persona. Se un velo o un vestito più o meno lungo, così come il portare la barba o il praticare sport, può diventare il motivo per una condanna a morte allora siamo convinti, e lo sono anche i teologi islamici, che non si tratta di religiosità ma di ideologia che vorrebbe asservire la religione ai propri scopi. Rammarica che l’Islam possa lasciarsi strumentalizzare da una così fatta pretesa di potere a discapito di tanti. 
     In Egitto però sta accadendo qualcosa di nuovo, la protesta in atto sta proponendo un diverso modello spirituale e politico,More...

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