A.D.R. Mediazione verso Conciliazione

    Raffaello, La Scuola di Atene (Stanza della Segnatura)

 A.D.R. sta per Alternative Dispute Resolution , più che di Alternativa potremmo parlare di una disputa connotata dal dialogo e volta alla conciliazione. Un confronto capace di trovare una via d’uscita, un nuovo punto di vista che ancora le parti non sono in grado di individuare, perché cristallizzate nella presa di posizione spesso carica di tensione nei confronti della parte avversa.
    L’opera del mediatore è paragonabile alla ricerca di una terza dimensione all’interno della interazione fra le parti, un punto di vista che permetta di leggere quanto sta accadendo, l’oggetto del contenzioso, restituendo un contesto alla disputa che, proprio perché tra esseri umani, è retta da motivazioni , interessi e bisogni profondi.
    Volendo prendere a prestito il concetto di “profondità”, che nell’epoca rinascimentale rivoluzionò la concezione antropologica e quella pittorica, pensiamo che un nuovo punto di vista possa restituire movimento, creatività alla relazione segnata dal contenzioso.
    Gli affreschi rinascimentali, attraverso la terza dimensione, riuscirono a rendere l’immagine plasticamente in movimento. È come se le immagini raffigurate fossero tornate a vivere, a prendere forma e ad assumere diversi aspetti e significati a seconda del punto di vista dell’osservatore. Sembra proprio rilevante il fatto che lo spazio tridimensionale abbia permesso di distinguere ciò che la persona vede nell’opera, da ciò che sa essere realmente presente nell’opera vista. In realtà l’arte rinascimentale per creare l’effetto prospettiva veniva a trattare lo spazio tridimensionale in modo bidimensionale, era così l’effetto ottico a provocare la visione tridimensionale una volta trovata la giusta distanza. Proprio per questo lo spettatore rinascimentale doveva ricercare il suo punto di fuga per cogliere la triplice dimensione e rimanere staticamente legato ad esso. Il mediatore attraverso l'equidistanza con le parti cerca di accompagnarle verso nuovi punti di osservazione e quindi modalità nuove per affrontare la questione.
     Quello della mediazione giudiziaria ci sembra una possibilità ancor più rilevante in un tempo, il nostro, in cui pare esser venuta meno la possibilità di consapevolezza, di distanziamento dalle problematiche come se la persona si identificasse con esse. E’ così che relazioni familiari o lavorative vengono compromesse a motivo di tale associazione, sono così private di punti di fuga da cui poter cogliere la realtà senza una “immersione fusionale”.

    La mediazione intende creare uno spazio di ascolto, di dialogo e  riscoperta della relazione e di percorsi inediti.
In tal modo sovverte l’ordine verticistico tipico dell’impostazione giuridica ove, normalmente, le parti non dialogano tra loro. Un passaggio culturale che in altre regioni d’Italia, soprattutto al nord, appare già esperienza consolidata.

    Oggi  viene richiesta mediazione in più settori per poter negoziare ed eludere il contenzioso giudiziario. Credo che al momento presente ancora non si percepisca appieno il beneficio che la società, e non solo l’apparato giudiziario, può trarre dalla mediazione extragiudiziale.
    Al di là dei fattori socio-culturali il 21 marzo 2011 ha segnato un passaggio epocale, proprio perché ha reso obbligatoria la mediazione nelle controversie riguardanti divisioni, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazioni, diritti reali, comodati, contratti assicurativi o bancari, risarcimento danni da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo stampa. Si tratta di una apertura  che ha anche risvolti socio-politici favorendo la partecipazione attiva all’alleggerimento del sistema giudiziario. Il fatto stesso di portare le parti in conflitto ad un contatto attraverso la mediazione diventa una sfida ed al contempo una grande risorsa per il ben-essere dell’intera comunità.

    All'interno di questa sezione cercheremo di approfondire il mondo della Mediazione in continua rivisitazione sia nell'ambito giuridico che in quello psicologico anche a motivo delle recenti scoperte nel campo delle neuroscienze operate dal gruppo guidato da Giacomo Rizzolatti ed in particolare la scoperta dei mirror neurons o neuroni specchio.

     Il Blog dedica uno spazio specifico a questo ambito proprio perché chi scrive crede nella grande potenzialità della risorsa conciliativa, strumento capace di aiutare a migliorare la qualità della nostra vita e dei rapporti umani. Rimandiamo ulteriori approfondimenti, oltre agli articoli che ivi trovate pubblicati, al sito www.conciliazionenet.it o, per chi è del nostro territorio, alla richiesta di informazioni direttamente nella sede palermitana di Conciliazionenet ubicata a Palermo in Largo Primavera (Coord. Avv. Francesco Billetta email pa-1@conciliazionenet.it)

     L’entrare nella cultura di mediazione significa attivarsi per cercare percorsi nuovi, spesso inediti, che permettono alle parti di uscire dal conflitto stantio attraverso una via alternativa. In realtà con la mediazione non si elimina il conflitto ma lo si impara a gestire, si impara a costruire un accordo che è frutto di un confronto anziché di uno scontro, e questo attraverso un contesto che permette di valorizzare le risorse delle due parti.

                              Mauro Billetta, mediatore conciliazione.net

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