Una Parola per le Periferie esistenziali

by Mauro 9. marzo 2014 12:00

           Quest’oggi avrò modo di condividere, all’interno della Assemblea missionaria diocesana di Treviso, una riflessione sul significato della chiamata di Papa Francesco il quale chiede alla Chiesa di venire fuori dalle sagrestie per abitare le periferie. Così ebbe ad esprimersi durante una delle riunioni generali che hanno preceduto il Conclave che lo ha riconosciuto quale Vescovo di Roma: "La Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e dirigersi verso le periferie, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali… Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diviene autoreferenziale e si ammala".
           Bergoglio chiama la Comunità dei credenti a vivere pienamente l’esperienza di fede, cioè ad esprimerla con il dono della vita e non attraverso il possesso delle cose di Dio. More...

Lo Spettacolare può attendere: passa la scena di questo mondo!

by Mauro 5. marzo 2014 14:30

          Inizia oggi un tempo speciale per i cristiani cattolici, è il tempo della Quaresima un itinerario di quaranta giorni rivolto alla Pasqua, compimento di un cammino che è già, per ogni battezzato, esperienza pasquale. L’itinerario quaresimale serve, cioè, a riscoprire quello che già si è ricevuto.
            La celebrazione di oggi inizia con il cospargersi il capo con le ceneri. Segno della precarietà umana, riconoscimento del proprio limite, da soli si è “come polvere” ma è Dio che dona l’alito di vita e chiama all’esistenza. È esperienza di umiliazione e questo piuttosto che una svalutazione è un riconoscere che ogni persona sebbene piccola è preziosa agli occhi di Dio. È questo uno dei nodi cruciali dell’esistenza umana: cercare di essere preziosi per qualcuno, e questa ricerca porta a “svendersi” in base alle offerte di turno. Aprire gli occhi dinanzi al proprio valore è il senso dell’itinerario quaresimale, riconoscersi figli del Padre è l’esperienza liberante che porta alla celebrazione della Pasqua. More...

Il digitale luogo di socialità

by Mauro 16. marzo 2013 00:02

   Ho una questione irrisolta, una delle tante che mi frullano per la testa, che mi pare contribuisca a bloccare i processi di integrazione e di pacifica convivenza tra noi umani. Osservando più da vicino la gestione politica israeliana e di riflesso quella palestinese, mi rendo conto di come si fraintenda l’adattamento con il cristallizzare (faccio un Muro e definisco confini e luoghi abitabili), l’interazione con il passivizzare (ti riconosco o meno diritti ed in questo modo possiamo interagire pacificamente). La gestione politica cioè viene a perdere il contatto con l'umano, con il diretto destinatario dell'azione politica. A quel punto la politica diventa un qualcosa di astratto, scostante per la popolazione, è quel che è accaduto anche in Italia negli ultimi anni basta pensare a quando i politici affermavano che l'introduzione dell'euro non avesse comportato un rincaro dei prezzi pur mantenendo gli stessi salari. Nel mentre che la gente impattava con le conseguenze del mancato controllo dei prezzi chi stava al governo brindava perchè con la nuova moneta si era usciti dalla vorticosa svalutazione della lira!

       È da riconoscere, seguendo una elementare constatazione socio-antropologica, che ogni persona nell’adattarsi ad un contesto al contempo lo trasforma, non è proprio vero che l’inserimento umano è riducibile a mero adattamento passivo. In Italia così come in Israele la progettazione politica deve partire da un quadro antropologico di riferimento in cui l'umano è da considerarsi in tutte le sue parti senza possibilità di separazione. Ad esempio, come afferma il sociologo francese Edgar Morin, l'economia porta con sè le domande, le passioni, i desideri proprie dell'umano e che pertanto superano i semplici interessi economici.
       Più che parlare in termini esplicitamente politici voglio fare riferimento, per analogia, al mondo digitale, un mondo oggi comune a tutti, almeno ai più More...

Le sorgenti di Aboud

by Mauro 12. marzo 2013 15:20

   Ad Aboud villaggio palestinese  lungo la via che da Nazareth porta a Gerusalemme, ho ritrovato la comunità Scout. Ad un tratto è come se mi fossi ritrovato catapultato con i giovani del Castelvetrano1 a riflettere sulle problematiche del territorio, la sfida che il Vangelo chiede a chi vuol mettersi in gioco. Anche a Betlemme ero rimasto a sorpreso nel vedere, mentre in processione pregavamo lungo il muro, gli Scout che reggevano oltre la Croce anche la bandiera palestinese.
     Percepisco subito che ad Aboud la sfida è davvero grande, seppure il luogo sia un esempio di pacifica convivenza tra arabi cristiani e musulmani, la vita di questa gente è stata sconvolta dall’insediamento israeliano.More...

Gli ulivi della Cresiman Valley a Beit Jala

by Mauro 10. marzo 2013 11:39

   In genere si confonde il mondo arabo con il mondo musulmano ma di fatto la coincidenza non è ovvia. La Comunità cristiana affonda le sue origini anche nel mondo arabo, è lì che sono sorte le prime Comunità che ancor oggi sopravvivono. È questa la storia dei cristiani di Betlemme che oggi condividono insieme ai fratelli musulmani un tempo di particolare prova.
      Senza giri di parola condivido la testimonianza diretta di Giovanni (nome di fantasia), un uomo che vive a Beit Jala, borgata di Betelemme, a cui ci siamo uniti l’uno marzo per la giornata di riflessione e preghiera:
      Io e la mia famiglia apparteniamo alla più antica Comunità cristiana del mondo. Viviamo in Palestina, Terra Santa da secoli. Accanto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle musulmani siamo stati capaci di mettere radici in questa terra e di renderla florida. L’abbiamo amata a lungo ed essa ci ha sempre restituito una vita dignitosa e prospera fino a quando More...

I Bambini di Betania

by Mauro 8. marzo 2013 20:45

   Vi racconto una storia, quella dei bambini di Betania. Si, proprio il villaggio di quella famiglia che accolse Gesù ospitandolo in casa ed accompagnandolo lungo la via. Proprio in riferimento a Lazzaro la città viene chiamata Lazarium o Āzariyyeh. Ma tornando ai bambini, la storia è un po’ diversa, non è di accoglienza che si tratta ma di rifiuto, e con essi anche delle loro famiglie.
      Nella foto accanto come sfondo vedete le pareti di un asilo, si pitturate con dei graffiti giusto per ammortizzare l’impatto proprio perché si tratta del fatidico Muro, sarò ridondante ma torna in continuazione quando condividi la vita qua in Palestina. Torna quando in auto percorri la strada circondato da due pareti altisonanti, torna quando ti affacci al balcone, torna quando cerchi di passare da una città all’altra, torna quando tutto ad un tratto ti accorgi che non puoi raggiungere l’altro lato della città perché è stata tagliata a metà!More...

Quante volte si sarà domandato che senso ha rimanere...

by Mauro 6. marzo 2013 20:01

    Ho ritrovato un collega dell’Università di Psicologia, di lui avevo perso le tracce, pensavo che dopo il dottorato avesse continuato ad insegnare lì a Roma ed invece, pur avendo ottenuto la cittadinanza italiana e avere sposato una donna italiana, lui ha preferito tornare qua, nella sua terra natia ove oggi insegna all’università di Betlemme.More...

L'umanità abbisogna di spazi d'Incontro

by Mauro 1. marzo 2013 21:00

   “Uno ad uno, sei blocchi di cemento alti otto metri vengono posati in un largo solco da un’altissima gru. Sono i primi sei blocchi del muro. Da oggi, primo marzo 2004, Betlemme può chiamarsi “ufficialmente” una prigione. More...

Andare al di là del muro

by Mauro 28. febbraio 2013 22:00

  Domani 1 marzo ricorre il triste anniversario del primo blocco di muro di cemento armato innalzato nel 2004 per separare Betlemme da Gerusalemme (vedi http://www.larelazionechecura.it/post/Al-di-la-del-Muro.aspx). Famiglie che si sono viste espropriate di case e terreni perché invase da uno sconfinato muro, una città che ha perso la sua identità territoriale perché amputata di una sua parte, cittadini che hanno assistito impotenti ad una occupazione che ha poco di ragionevole.More...

Ma la Sapienza da dove si trae? (2)

by Mauro 27. febbraio 2013 13:05

  Continua lo spazio dedicato al libro di Giobbe che ancora oggi questiona il genere umano. L’uomo può scoprire ed avere intelligenza delle cose, anche le più preziose eppure della Sapienza, dice il testo,  “l’uomo non conosce il suo prezzo”.
      Infatti è possibile dare un prezzo a qualcosa quando la si può misurare, quando si può calcolare la fatica che occorre per ottenerla, ma della Sapienza non è così. Non è calcolabile il modo di ottenerla, né misurabile la sua consistenza.
      Per l’antico Israele la Sapienza è la capacità di stare nel mondo, cioè l’attitudine a vivere bene, a servirsi delle cose del mondo scoprendo e costruendo per affrontare le difficoltà, quindi anche le scoperte e la “tecnologia” farebbero parte di questa sapienza.More...

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