I Bambini di Betania

by Mauro 8. marzo 2013 20:45

   Vi racconto una storia, quella dei bambini di Betania. Si, proprio il villaggio di quella famiglia che accolse Gesù ospitandolo in casa ed accompagnandolo lungo la via. Proprio in riferimento a Lazzaro la città viene chiamata Lazarium o Āzariyyeh. Ma tornando ai bambini, la storia è un po’ diversa, non è di accoglienza che si tratta ma di rifiuto, e con essi anche delle loro famiglie.
      Nella foto accanto come sfondo vedete le pareti di un asilo, si pitturate con dei graffiti giusto per ammortizzare l’impatto proprio perché si tratta del fatidico Muro, sarò ridondante ma torna in continuazione quando condividi la vita qua in Palestina. Torna quando in auto percorri la strada circondato da due pareti altisonanti, torna quando ti affacci al balcone, torna quando cerchi di passare da una città all’altra, torna quando tutto ad un tratto ti accorgi che non puoi raggiungere l’altro lato della città perché è stata tagliata a metà! 
      Quando Israele ha stabilito di erigere il muro di annessione dei territori occupati, ha pensato bene di dividere Betania in due (non entro nel merito di questa logica delirante) per cui man mano strade, case, terreni sono stati spartiti in due.
      Comprendo che a dirla così la cosa non rende proprio perché non si ha innanzi un muro alto otto mt sormontato dal filo spinato che ti preclude il passaggio. Ciò significa che per passare dall’altra parte, magari per andare a trovare il tuo ex vicino di casa, ora non hai da percorrere cento mt ma dieci km e forse più!
      Ma è dei bambini di Betania che voglio parlarvi. La foto che voi vedete è dell’asilo delle suore che da sempre, hanno vissuto qua con i palestinesi occupandosi dei loro bambini. Ora l’asilo è rimasto al di qua del muro, anzi il muro è proprio a ridosso dell’asilo per cui nello spazio aperto, adibito al gioco, oggi non arriva più la luce perché gli otto mt danno una nuova visuale color grigio…
       C’è un ulteriore dettaglio non secondario: i bimbi stanno al di là del muro!
Inizialmente, dopo la ferma presa di posizione da parte delle suore in difesa dei loro bambini, il governo israeliano aveva accettato di fare una piccola apertura per favorire il passaggio dei bimbi al mattino per recarsi all’asilo quando i genitori andavano a lavorare nei campi.
       Bene, quel cancello non è mai stato aperto, risultante è che i bimbi per recarsi all’asilo devono prendere due mezzi, attraversare il checkpint prima di arrivare alla meta. Ciò comporta la necessità di tempo da parte dei genitori per accompagnarli, di soldi per pagare i mezzi, e di molta pazienza…
       I bambini di Betania, qualcuno ha deciso che debbano crescere all’ombra del muro!

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