Gli Amici di Sant'Egidio cultori di Prossimità

by Mauro 11. febbraio 2018 19:07

     È una gioia potermi soffermare mensilmente per condividere l'Eucarestia con la Comunità di Sant'Egidio che a Palermo la domenica è solita radunarsi al Capo nella chiesa di Santa Maruzza, detta “dei canceddi”. Un angolo singolare, al termine del noto mercato, da cui la Comunità trova linfa vitale nutrendosi della Parola e dell'Eucarestia per avviarsi ai numerosi servizi che condivide con tanti fratelli e amici della nostra Palermo. Dai clochard ai bambini, dagli anziani agli immigrati, Sant'Egidio entra in relazione accogliendo e costruendo relazioni amicali.More...

La vita è questione di Priorità e non di emergenze

by Mauro 2. marzo 2014 12:40

          In un tempo in cui si fa un grande abuso di ansiolitici, in cui lo stress viene ad essere riconosciuto come componente della società, capace di stimolare le capacità umane definendolo eustress, oppure di interferire sull’attività umana, cioè distress, compromettendo l’ordinario funzionamento fino ad arrivare alla patologia; in questo tempo risuona la Parola del Vangelo proposta oggi (Mt 6, 24 – 34) e condensata nel ridondante invito: “Non affannatevi”.

             Ma cosa c’entra il merimnao (affannarsi fino a soffocare il respiro del cuore, dividersi, fare le parti, morire) ripetuto per ben sei volte in questa pagina, con l’uomo contemporaneo?More...

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Uscire dall'indifferenza per tornare ad essere umani

by Mauro 3. gennaio 2014 21:32

              Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra.

           Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri.
            Tale vocazione è però ancor oggi spesso contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella “globalizzazione dell’indifferenza”  che ci fa lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi.
          Così papa Francesco scriveva nel suo Messaggio per la celebrazione della XLVII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE, il primo gennaio 2014. Un invito ad uscire dall’indifferenza per tornare ad essere umani..

Ricordare a ciascuno la capacità di riconoscersi Amici

by Mauro 7. settembre 2013 15:30

         Pensare che sono proprio le Officine Galileo del gruppo Finmeccanica, azienda italiana a controllo statale, ad avere prodotto per circa vent’anni, fino al 2009, i sistemi di puntamento montati sui carri armati sovietici oggi in uso a Damasco. Una manovra imprenditoriale che ha fruttato ben più di centomilioni di euro negli ultimi dieci anni. Il tutto aggirando la normativa del ’90, legge 185, che proibisce la vendita di armi a Stati “i cui governi sono responsabili di accertate violazioni dei diritti umani”! Del resto è quel che è accaduto anche per la Libia o il Kazakistan o l’Egitto, luoghi ove la violazione dei fondamentali diritti umani è stata garantita da armi prevalentemente prodotte in Italia. More...

Il Cercatore degli ultimi

by Mauro 7. giugno 2013 16:30

    Oggi la Comunità cristiana celebra la Festa del Cuore di Gesù ed è la Parola di Dio, come di consueto, a permettere di comprendere maggiormente il significato di questa Festa. Il Vangelo (Lc 15, 3-7) rimanda un messaggio immediato: Dio, bel Pastore, si prende cura degli “ultimi”. Ultimo è chi è perduto, chi non trova la strada, chi si sperimenta fragile e debole, incapace di camminare da solo. Così è di quella pecora perduta che viene ricercata dal Pastore, Dio è un cercatore, il suo sguardo è volto a cercare il suo gregge, i suoi figli.
        Il Vangelo non è per i “giusti”, loro infatti non ascoltano. Il giusto è colui che è pieno, noi cristiani dovremmo comprendere da che parte stiamo: sappiamo e ci crediamo attivati? Oppure siamo ricercatori, in ascolto della voce del Pastore? La parabola è rivolta a quanti sono peccatori e pubblicani, sono loro che si avvicinano a Gesù, persone fragili che sperimentano la propria difficoltà a camminare da soli o, ancora, a quanti si sono legati ai  guadagni facili e spesso disonesti. Entrambi però sperimentano che il loro cammino non si regge, o perché soli o perché poggiati sugli averi.
        Gesù mangia con loro, entra in intimità con i peccatori, condivide con loro la sua vita ed è per questo che si rivolge a loro, perché sa che stanno ad ascoltarlo.
         Il cuore di Dio è mostrato da questo uscire nella notte per cercare l’unica pecora perduta. Per Lui ciascuno è unico, non ci tratta come folla, non si sazia dei “tanti”, non si ferma alle apparenze, non cerca plausi, piuttosto vuole vedere il volto di ciascuno. Il cuore di Dio, il desiderio di Dio è questo incontro con la creatura, con ogni essere umano.More...

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Il digitale luogo di socialità

by Mauro 16. marzo 2013 00:02

   Ho una questione irrisolta, una delle tante che mi frullano per la testa, che mi pare contribuisca a bloccare i processi di integrazione e di pacifica convivenza tra noi umani. Osservando più da vicino la gestione politica israeliana e di riflesso quella palestinese, mi rendo conto di come si fraintenda l’adattamento con il cristallizzare (faccio un Muro e definisco confini e luoghi abitabili), l’interazione con il passivizzare (ti riconosco o meno diritti ed in questo modo possiamo interagire pacificamente). La gestione politica cioè viene a perdere il contatto con l'umano, con il diretto destinatario dell'azione politica. A quel punto la politica diventa un qualcosa di astratto, scostante per la popolazione, è quel che è accaduto anche in Italia negli ultimi anni basta pensare a quando i politici affermavano che l'introduzione dell'euro non avesse comportato un rincaro dei prezzi pur mantenendo gli stessi salari. Nel mentre che la gente impattava con le conseguenze del mancato controllo dei prezzi chi stava al governo brindava perchè con la nuova moneta si era usciti dalla vorticosa svalutazione della lira!

       È da riconoscere, seguendo una elementare constatazione socio-antropologica, che ogni persona nell’adattarsi ad un contesto al contempo lo trasforma, non è proprio vero che l’inserimento umano è riducibile a mero adattamento passivo. In Italia così come in Israele la progettazione politica deve partire da un quadro antropologico di riferimento in cui l'umano è da considerarsi in tutte le sue parti senza possibilità di separazione. Ad esempio, come afferma il sociologo francese Edgar Morin, l'economia porta con sè le domande, le passioni, i desideri proprie dell'umano e che pertanto superano i semplici interessi economici.
       Più che parlare in termini esplicitamente politici voglio fare riferimento, per analogia, al mondo digitale, un mondo oggi comune a tutti, almeno ai più More...

L'umanità abbisogna di spazi d'Incontro

by Mauro 1. marzo 2013 21:00

   “Uno ad uno, sei blocchi di cemento alti otto metri vengono posati in un largo solco da un’altissima gru. Sono i primi sei blocchi del muro. Da oggi, primo marzo 2004, Betlemme può chiamarsi “ufficialmente” una prigione. More...

Andare al di là del muro

by Mauro 28. febbraio 2013 22:00

  Domani 1 marzo ricorre il triste anniversario del primo blocco di muro di cemento armato innalzato nel 2004 per separare Betlemme da Gerusalemme (vedi http://www.larelazionechecura.it/post/Al-di-la-del-Muro.aspx). Famiglie che si sono viste espropriate di case e terreni perché invase da uno sconfinato muro, una città che ha perso la sua identità territoriale perché amputata di una sua parte, cittadini che hanno assistito impotenti ad una occupazione che ha poco di ragionevole.More...

Pellegrini di giustizia

by Mauro 25. febbraio 2013 22:34

    Oggi pomeriggio ad Hebron i funerali del giovane palestinese, Arafat Jaradat, morto sabato nella prigione di Megiddo. Si, in questa terra si muore “per cause accidentali”More...

Fermate il Tempo: lo Statu quo in Terra Santa

by Mauro 31. gennaio 2013 18:00

   I Francescani si trovano in Terra Santa dal 1220, da quando Francesco si recò in Medio Oriente per dialogare con il Sultano. Da allora la presenza dei Frati non è mai cessata,  malgrado la dominazione musulmana dei Luoghi santi, fu il re di Napoli, nel 1333, a donare ai Frati il Santo Sepolcro acquistato dal Sultano d’Egitto.

     Nei secoli i Frati oltre a custodire il Luoghi santi e ad accogliere la moltitudine di cristiani che ogni anno si reca in pellegrinaggio, si sono adoperati per promuovere la crescita della popolazione locale, per sviluppare il territorio e contribuire all’opera di dialogo e riconciliazione tra culture e fedi diverse. Le tre grandi religioni monoteiste proprio in Terra Santa, infatti, trovano il loro luogo di incontro e, a volte, anche di scontro.
     In quest’opera di promozione del territorio cito ad esempio la Scuola di Betlemme, ove sono ammessi cristiani e musulmani ed è proprio l’Ordine dei Frati a farsi carico delle spese di gestione dell'istituto che accoglie più di 2000 alunni.

      Comprendiamo come per promuovere il dialogo tra i popoli è importante dare loro gli strumenti per una riflessione critica e matura, capace di confronto e quindi di integrazione. I trattati di pace che siano tali e perciò duraturi, sono il frutto di un graduale processo di sviluppo culturale. Proprio a Betlemme nella scuola dei Frati gli alunni vengono accompagnati dalla scuola elementare fino all’università, e l’opportunità di studiare e quindi vivere fianco a fianco con compagni di altre fedi si rivela una strategia educativa di grande valore.
     In questo processo di accompagnamento che va dalla scuola alla mediazione politica, alla promozione dell’artigianato locale, voglio soffermarmi su un aspetto singolare che mostra come il processo di cambiamento parte da una profonda inculturazione e capacità di stare in un determinato contesto.
    Mi riferisco allo Statu quo ossia la legge che regola i diritti all’interno dei luoghi santi. Si tratta di un firmano ottomano ma per spiegare questo bisogna andare indietro nel tempo. More...

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