Occasione e occasioni!

by Mauro 2. ottobre 2015 10:31

                   In un tempo in cui la comunicazione ha la meglio sull’informazione,

in cui il linguaggio semplice dei talk show  ha più audience della complessità d’inchiesta,

in cui l’analisi e la psicoterapia sono superate dalle terapie brevi,

in cui viene osannata la leggerezza dell’essere

è da riconoscere la crisi dell’umano, della profondità e della missione di vita.

                    Questo imprinting culturale porta ad un complicarsi delle cose, all’aumento di psicopatologie e al loro esordio in età sempre più precoce. 

Si pensi al cospicuo interesse clinico, almeno nei paesi anglosassoni, rivolto al disturbo bipolare in età evolutiva, o alla crescita esponenziale delle dipendenze patologiche.More...

Aspetto che lo dica il DSM!

by Mauro 30. aprile 2015 12:00

       Una nuova Sindrome sta per essere classificata dai ricercatori del settore. È legata al Richiedente Asilo ed era prevedibile che l’equilibrio mentale degli stranieri in attesa di permesso di soggiorno, parcheggiati per semestri nelle nostre strutture di accoglienza a motivo delle lungaggini burocratiche, man mano fosse compromesso di fronte alla protratta incertezza di futuro. Ad aggravare l’equilibrio psichico di queste persone sta anche il loro vissuto pregresso, segnato sovente da elevata esposizione ad eventi traumatici.

        L’Europa sembra fermarsi alle analisi, condividere constatazioni dei fatti magari esprimendo parole di solidarietà e manifestazioni plateali di dissenso verso i tanti efferati crimini, e poi?More...

Liberi di essere

by Mauro 26. aprile 2015 10:26

       Mi fermo oggi a riflettere con la Comunità cristiana su una metafora relazionale suggerita dal Vangelo di questa domenica (Gv 10, 11-18), quella del pastore che si differenzia dal mercenario. L’Icona biblica del bel pastore ci rimanda ad uno stile di vita che mette in discussione il sistema imperante in cui tutti noi viviamo e che induce a sempre nuove dipendenze prospettando una sorta di onnipotenza a partire dall’avere.

         In realtà tutti siamo dipendenti, nessuno può dire di bastare a se stesso ma la questione è di decifrare quale dipendenza sostiene davvero la propria vita. La polarità controllo-libertà viene a segnare le relazioni umane e la libertà consta nella capacità di sapere vivere i legami e le responsabilità della propria vita.More...

Quale battaglia regge la nostra vita?

by Mauro 29. giugno 2014 21:57

           Siamo piuttosto abituati a sentire parlare di malattie della psiche, molto poco invece si parla di malattie spirituali anche se di fatto possono essere ben più gravi e, a mio parere, frequentemente sono correlate alle prime.
        Nei post precedenti abbiamo sinteticamente trattato della questione volontà, è proprio la direzione della volontà che può imbrigliare nelle trame del malessere spirituale fino a forme di totale asfissia dell’anima. Molte forme depressive hanno questa origine e, da più parti, i ricercatori hanno appurato quanto la vita spirituale sia un potente fattore protettivo. È pur vero altresì, constatare che nel cammino ci sono anche condizioni di aridità spirituale che potrebbero esporre allo stato depressivo ma a riguardo approfondiremo il tema in seguito. Se il ben-essere si raggiunge quando la vita naturale viene santificata (e non sacrificata) a contatto con la vita di Dio, perfino il corpo viene trasfigurato cioè gode della presenza e della espressione nel Bene.More...

Si puo parlare di valenza educativa del gioco responsabile?

by Mauro 23. settembre 2013 18:30

           Quando ero bambino il termine “gioco” o “compagni di gioco” aveva un significato univoco e colorava di vivacità ed entusiasmo la nostra vita. Oggi mi sorprendo a cogliere significati molteplici e, a volte, ambivalenti. È per ciò, per difendere il senso del giocare di un tempo, che voglio condividere una breve riflessione sul comma 5 bis del Decreto legge n. 158 del 2012 convertito poco dopo nella Legge 189. Un intervento legislativo volto a produrre Disposizioni urgenti al fine di promuovere lo sviluppo del Paese attraverso un maggiore livello di tutela della Salute.
          Condivido appieno la finalità legislativa volta a colmare una grave lacuna che lasciava ingovernata la diffusione del gioco d’azzardo legale, ma il comma 5 bis sembra davvero paradossale. Prescrive, infatti, che il Ministero dell'istruzione segnali alle scuole primarie e secondarie la valenza educativa del tema del gioco responsabile affinché gli istituti, nell'ambito della propria autonomia, possano predisporre iniziative didattiche volte a rappresentare agli studenti il senso autentico del gioco ed i potenziali rischi connessi all'abuso o all'errata percezione del medesimo.
           Così come è ascritto il comma in questione lascia adito ad interpretazioni piuttosto “azzardate”, mai termine è stato più indicato, funzionali a promuovere il gioco piuttosto che a contenerlo. Mi sembra davvero ambivalente parlare di una “valenza educativa del gioco responsabile” e di iniziative didattiche “volte a rappresentare agli studenti il senso autentico del gioco”! More...

Il delirio è frutto di una eccessiva rigidità o labilità /2

by Mauro 12. agosto 2013 15:50

        “Credevo che per i miei colleghi il mio lavoro fosse indispensabile ed invece ho scoperto che hanno accolto con gioia il mio trasferimento in un altro ufficio!” Una persona con una certa elasticità di pensiero prenderebbe atto di questa realtà, magari restandone delusa, accetterebbe che per i colleghi non è indispensabile e che anzi loro preferirebbero un altro collaboratore.
       La persona paranoica invece non accetterebbe questa invalidazione di ciò che credeva, non ammetterebbe alternative al suo pensarsi “indispensabile per i colleghi”, per cui inizia a delirare. L’ingresso nel delirio è graduale, a principio l’individuo sperimenta un certo disorientamento, stupore e confusione, la realtà inizia ad apparire minacciosa. Per far fronte a questo umore predelirante irrigidisce lo schema di pensiero per trovare una coerenza interna ridefinendo i dati di realtà appena percepiti “i miei colleghi sono contenti del mio trasferimento”. Viene elaborato così un sistema delirante in cui l’esperienza, anche quella successiva, viene organizzata attorno ad un’idea centrale: “hanno paura di essere licenziati perché non si sentono in grado di competere con le mie capacità”.
          Nel paranoico il delirio è il sintomo fondamentale invece nello schizofrenico è uno dei tanti sintomi.More...

I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (2)

by Mauro 1. giugno 2013 12:00

   Per stabilire una relazione simbiotica l’individuo ricorre a quattro stili comportamenti passivi e a meccanismi interni.
    Comportamenti passivi sono:
- Astensione: utilizza l’energia non per rispondere agli stimoli ma per inibire la risposta ed il pensiero.
- Iperadattamento: accetta la meta altrui, cerca di compiacere in quanto vede nell’altro una figura genitoriale migliore di lui. Si carica della responsabilità di comprendere e rispondere ai bisogni altrui.
- Agitazione: la persona accumula energia per evitare comportamenti incontrollati, cerca l’attività per ridurre la tensione interna. L’intervento terapeutico in questo caso dovrebbe partire dal GA del terapeuta per favorire l’iperadattamento e modellare il prendersi cura della proprie emozioni. Per cui l’obiettivo è quello di energizzare il GA dell’individuo per poi energizzare il suo A (che non può essere energizzato quando la persona è agitata). L’individuo man mano che diventa consapevole si convincerà che non è necessario agitarsi e che può funzionare in modo adeguato anche quando prova sensazioni spiacevoli.More...

I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (1)

by Mauro 31. maggio 2013 23:48

       Comportamenti passivi, Giochi, Racket o altri disturbi emotivi sono comportamenti appresi durante l’infanzia quando il bambino decide di trovare una mediazione tra la soddisfazione dei propri bisogni e le richieste del mondo adulto. Nel post precedente facevamo riferimento a come il bambino possa imparare ad esprimere un’emozione sostitutiva quando l’emozione autentica non è riconosciuta dalle figure genitoriali. Quando questa esperienza è protratta nel tempo il bambino finirà col decidere che è bene ad esempio “non esprimere i propri bisogni ed accogliere solo quello che viene offerto”, simile decisione viene registrata dal G1 quale decisione di copione e, di conseguenza, viene ad integrare il piano di vita della persona.
         Tali comportamenti appresi derivano da relazioni simbiotiche non risolte, la persona non è pienamente reattiva di fronte agli stimoli ma adotta comportamenti passivi svalutando sentimenti e pensieri e compromettendo l’azione.
           Nella relazione simbiotica due o più persone si comportano come se fossero un unicum, nessuno energizza appieno i propri stati dell’Io. Se da un lato la simbiosi è da ritenersi “normale” nel rapporto genitori-figli fino a quando questi non diventano sufficientemente autonomi, dall’altro diventa patologica quando interferisce con lo sviluppo della spontaneità, della intimità e della consapevolezza, ossia quando interferisce con la sopravvivenza (non vengono usate tutte le abilità) e la gratificazione (non si è liberi di vivere indipendentemente le proprie emozioni).More...

Guarigione ossia uscire dal Copione: il concetto di Cura nell'Analisi Transazionale (5)

by Mauro 30. maggio 2013 19:40

       Berne (1986) parla di “miglioramento” per esprimere ciò che permette di stare meglio, invece si riferisce al termine “cura” per indicare ciò che favorisce la riattivazione dello sviluppo interrotto a motivo di decisioni copionali che hanno mantenuto posizioni esistenziali svalutanti.

       La guarigione comporta, pertanto, l’uscire dal copione disfunzionale attraverso scelte (controcopionali) volte al proprio benessere. 
         Inizialmente Berne (1961) definisce il copione quale derivato del transfert cioè come “un adattamento di reazioni ed esperienze infantili. Intendendo, cioè,  il tentativo di ripetere in forma derivata un intero dramma transferenziale”. Successivamente parlò del copione definendolo come “un piano di vita che si basa su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva” (Berne, 2011). Tale strategia comportamentale viene alimentata e rinforzata dai comportamenti verbali e non verbali dei genitori, attraverso messaggi ingiuntivi e controingiuntivi. Da adulto, pertanto, l’individuo che mette in scena il proprio copione, si comporta più o meno consapevolmente in modo da rivivere emozioni antiche ed intense.
        Fino a quando il copione consente di far fronte ai compiti evolutivi, l’individuo mantiene un equilibrio psichico che lo fa vivere serenamente; quando invece le strategie consolidate non sono più rispondenti ai bisogni della nuova fase di vita, nasce il disagio psichico e nei casi più gravi si può arrivare alla psicopatologia, per cui occorre un cambiamento definito “ridecisione”.
        Dal punto di vista operativo il copione si presenta come un insieme di transazioni che tendono a ripetersi, la persona mantiene la decisione di copione proprio perché in definitiva questa risponde fino a quel momento al suo bisogno di programmazione di vita ed entrerà in crisi quando non sarà più funzionale a soddisfare i propri bisogni.
        Per comprendere come la persona si attiva per mantenere le sue convinzioni di copione bisogna tenere conto delle emozioni parassite e del sistema di racket. More...

Uscire dal funzionamento patologico secondo l'ottica analitico transazionale (3)

by Mauro 29. maggio 2013 18:00

         Dal punto di vista fenomenologico Berne (1979) afferma che gli stati dell’Io sono da intendersi come “coerenti sistemi di pensiero e sentimento manifestati da corrispondenti modelli di comportamento”. Lo stato dell’Io fa riferimento al comportamento e all’esperienza globale in un momento dato, ciò significa che nel presente un solo stato dell’Io è attivo ossia ha il potere esecutivo e di conseguenza è investito da energia attiva.
          Uno specifico stato dell’Io viene attivato quando riceve stimoli esterni come eventi o stimoli transazionali, quando riceve stimoli interni come il fluire del pensiero che crea nessi logici, o i bisogni/desideri (in questo modo l’energia potenziale diventa slegata), oppure quando l’individuo attiva intenzionalmente uno stato dell’Io (energia libera).
          Quando il potere esecutivo passa da un stato dell’Io all’altro in modo disfunzionale si ha la patologia. Ad esempio quando l’energia passa troppo velocemente e frequentemente, oppure quando questo passaggio è molto lento.More...

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