I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (2)

by Mauro 1. giugno 2013 12:00

   Per stabilire una relazione simbiotica l’individuo ricorre a quattro stili comportamenti passivi e a meccanismi interni.
    Comportamenti passivi sono:
- Astensione: utilizza l’energia non per rispondere agli stimoli ma per inibire la risposta ed il pensiero.
- Iperadattamento: accetta la meta altrui, cerca di compiacere in quanto vede nell’altro una figura genitoriale migliore di lui. Si carica della responsabilità di comprendere e rispondere ai bisogni altrui.
- Agitazione: la persona accumula energia per evitare comportamenti incontrollati, cerca l’attività per ridurre la tensione interna. L’intervento terapeutico in questo caso dovrebbe partire dal GA del terapeuta per favorire l’iperadattamento e modellare il prendersi cura della proprie emozioni. Per cui l’obiettivo è quello di energizzare il GA dell’individuo per poi energizzare il suo A (che non può essere energizzato quando la persona è agitata). L’individuo man mano che diventa consapevole si convincerà che non è necessario agitarsi e che può funzionare in modo adeguato anche quando prova sensazioni spiacevoli.
- Incapacitazione o violenza: in entrambi i casi la persona si rifiuta di pensare e non accetta la responsabilità del comportamento. Si tratta di una scarica di energia accumulata attraverso la passività, alla base ci sarebbe l’esperienza di terrore e l’individuo si protegge da ciò che fantastica come catastrofico. Il terapeuta in questi casi dovrà diminuire il sostegno e rifiutare di prendersi cura in modo da interrompere le carezze ed il tornaconto simbiotico e favorire l’assunzione di responsabilità rispetto al comportamento.
         L’individuo attraverso i meccanismi interni  della Svalutazione, Grandiosità e Disturbi del pensiero, ridefinisce gli stimoli in modo da integrarli con il proprio Sistema di riferimento:
- La Svalutazione che, come scrivevamo nel precedente post, serve a stabilire o mantenere una relazione simbiotica che fornisce carezze familiari, e a distorcere l’esperienza personale in modo che si possa mantenere il proprio sistema di riferimento su se stessi, gli altri, il mondo, portando avanti, in questo modo, il proprio copione di vita.
- La Grandiosità comporta l’esagerazione per eccesso o difetto di alcuni aspetti di sé, dell’altro o della situazione. Ad esempio se il Sistema di riferimento interno di un individuo stabilisce che quando si è spaventati non si può pensare allora la persona svilupperà un’aspettativa volta a cercare negli altri la soluzione del problema. Inoltre permette di sostenere il senso di inadeguatezza cioè la persona sposta, in questo modo, la responsabilità sugli altri.
- Disturbi del pensiero possono rivelarsi sotto diverse forme:
processi interni ed esterni, ad esempio le persone iperadattate o molto competitive danno elevata importanza alla situazione esterna, l’azione è solo indirettamente collegata ai sentimenti, gli individui centrati su se stessi o ribelli non valuteranno a sufficienza la realtà esterna;
selezione dei problemi, quando la persona ha difficoltà ad integrare i dati in strutture di pensiero significative;
iperdettagliamento nel caso in cui di fronte ad un problema valuta anche stimoli irrilevanti, ne deriva confusione e quindi inefficace l’attività di pensiero;
ipergeneralizzazione quando la questione rimane vaga e non definita;
intensificazione come quando un problema viene amplificato fino a rompere la relazione con quella persona (le alternative vengono svalutate), magari al fine di mantenere il copione;
fantasia ossia l’attività rappresentativa volta a mantenere la relazione simbiotica. Il ricordo o l’anticipazione degli eventi futuri vengono definititi in base al Sistema di riferimento simbiotico.
           Il Sistema di riferimento è la struttura di risposte associate che integra i tre stati dell’Io in risposta a stimoli specifici. Rappresenta un insieme globale percettivo, concettuale, affettivo e d’azione usato per definire se stessi, gli altri, la realtà. Una sorta di filtro della realtà che si sovrappone agli stati dell’Io.
           Il Sistema di riferimento è transazionale e psicodinamico, mentre i vettori tra gli stati dell’Io di un individuo rappresentano le vie possibili secondo le quali avviene una energizzazione, i vettori tra i vari individui rappresentano le transazioni. Lo stimolo o la risposta viene inviato dal Sistema di rif di una persona ed è percepito dal Sistema dell’interlocutore. Le transazioni da BL di una persona al BL di un’altra sono possibili quando si condivide il Sistema di riferimento. In ogni caso le transazioni fra le persone richiedono un accordo previo sul reciproco Sistema di riferimento.
            La personalità si struttura a partire dalle motivazioni fornite dal BL, invece il G, l’A ed il BA funzionano come strutture di adattamento all’interno di un sistema di definizione di realtà apprese dalle esperienze pregresse. Il cambiamento del Sistema di riferimento si ha quando le nuove definizioni vengono integrate in tutti e tre gli stati dell’Io: G OK, A realistico, B che risolve i problemi. Un ruolo preminente nel definire il Sistema di rif è dato dal G, proprio perché le definizioni genitoriali fondano i parametri per i pensieri, sentimenti e comportamenti dell’individuo.
            Nei Giochi è fondamentale individuare le posizioni adattive assunte dai giocatori, il primo può partire da una qualsiasi posizione ossia Vittima, Salvatore, Persecutore, e trovare l’altro con un Sistema di rif adattato alla posizione del primo.
            Dopo avere individuato la posizione legata al Sistema di riferimento il terapeuta deve portare l’interlocutore a  definire verbalmente il proprio Sistema di rif, in questo modo viene energizzato l’A, si interrompe la simbiosi e si verifica se vi sono informazioni errate che inficiano il Sistema di rif. Quando la persona si rende conto della disfunzionalità del suo Sistema di rif. trova la motivazione per cambiarlo. Chiaramente è da tenere presente che l’intervento terapeutico costituisce una minaccia al Sistema di rif. consolidato negli anni, per cui la persona cercherà di mantenerlo attraverso continue ridefinizioni utilizzando, per questo, transazioni tangenziali e transazioni bloccanti.
           Transazioni tangenziali sono quelle in cui la risposta è indirizzata ad aspetti diversi rispetto allo stimolo in modo da non affrontare il problema principale. Ad esempio: “Mi faccia comprendere con chi ha litigato”, “Ho rotto il cellulare talmente ero nervoso”.
           Transazioni bloccanti sono quelle in cui si evita l’argomento mostrandosi apertamente in disaccordo sulla definizione del problema. Ad esempio: “Perché ti stai agitando così” risposta “Non mi sto agitando mi piace tamburellare sul tavolo, sto seguendo il ritmo di una canzone”.
            In queste transazioni si ha una svalutazione delle due parti, chi ridefinisce inizia a sentire disagio e questo perché i suoi bisogni non sono adeguatamente soddisfatti.

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