L'ecologia del tempo

by Mauro 18. novembre 2018 07:49

     Viviamo giorni senza tempo, stagioni senza nome, come a dire che camminiamo stando in area di sosta. È l'esperienza che abbiamo nell'era della postmodernità quando il possesso dei beni di consumo è assunto a meta della propria vita. L'avere non è più strumentale a raggiungere una meta, anzi, la materia da possedere  diventa sempre più il fine da perseguire.

     Il web ha aperto una finestra sul mondo e da allora non siamo più gli stessi. Resi capaci di affacciarci in ogni luogo ed in ogni tempo abbiamo iniziato ad esplorare vorticosamente i luoghi, l'umanità e la sua storia avendo la parvenza di conoscere. Ma quando tutto è diventato a portata di click, di fatto, abbiamo perso lo stupore, la capacità di lasciarsi affascinare dalle cose, abbiamo perso il senso del tempo che ci prepara all'incontro e, dunque, alla conoscenza relazionale. More...

Ecologia del tempo

by Mauro 17. novembre 2018 10:16

    L'ecologia dello spazio è legata all'ecologia del tempo, se non ritorniamo ad un tempo naturale non avremo cura dell'ambiente che viviamo.

La logica di consumi schiaccia l'individuo in un eterno presente che non è orientato verso una meta e che pertanto non vede conseguenze.More...

Se mi aggrappo mi freghi

by Mauro 14. novembre 2018 07:46

  La spinta dei nostri giorni, sotto lo slogan “tutto intorno a te”, è volta all'individualismo la cui difesa passa per la competizione con l'altro e la continua corsa all'affermazione di sé. Non c'è spazio, dunque, per l'accoglienza in quanto ciò comporterebbe il perdere qualcosa e, dunque, l'affrontare dei costi. Sì l'interesse per l'altro ha un costo.

Eppure nell'isolamento competitivo l'uomo è privato della parola, non trova più qualcuno a cui raccontarsi e ciò fino a quando non riconoscerà, forse per la prima volta, il reale bisogno dell'altro.More...

Un altro modo di dire pace

by Mauro 13. novembre 2018 08:08

      Non è sufficiente passare dal principio di “non ingerenza” a quello di “non indifferenza” così come è stato con l'approvazione, nel 2005,del R2P (principio della Responsibility to Protect) e cioè del principio che permetteva alla comunità internazionale di utilizzare la forza a favore di quanti stavano subendo gravi ingiustizie.More...

La logica delle conseguenze

by Mauro 11. novembre 2018 09:44

      Ci sono slogan esistenziali che vorrebbero nutrire l'essere umano propinandogli l'elisir di piena felicità. Modelli di bellezza, performance eccellenti, capacità straordinarie di affermazione con redditti da capogiro sono offerti alle nuove generazioni quali esempi di successo.

        Fondare la propria esistenza sull'immagine di fatto isola e induce a costruire una maschera per manifestare quel che, in realtà, non si è. La logica delle apparenze non lascia adito a critiche, l'altro è ammesso solo se compiacente e malleabile.More...

Dal ruolo di vittima al legame gratuito

by Mauro 7. novembre 2018 20:56

       Dall'esperienza della mancata onnipotenza, quando ciascuno scopre di essere limitato, nasce la vergogna per la propria nudità e per il proprio essere vulnerabili. L'essere umano, a quel punto, cerca di nascondersi ed utilizza strategie diverse. Assumere il ruolo di vittima è un modo per trasformare la propria vulnerabilità in riconoscimento cioè opportunità per ottenere, comunque, un nutrimento ossia una sorta di risarcimento.

        Tutti noi abbiamo esperienza di ragazzi che quando vengono confrontati su qualcosa, ad esempio lo strappo di un vestito nuovo che era stato loro consegnato con tante raccomandazioni, cominciano a fare le vittime come a volere dimostrare la propria innocenza e a rivendicare un torto subito. O, ancora, quando dei giovani trentenni rivendicano soldi e riconoscimento dai propri genitori rinfacciando quanto hanno vissuto da bambini e, così facendo, non si assumono la responsabilità del loro essere adulti di fronte alle questioni della vita. Vittime del passato sono, così, giustificati nel presente.More...

Custodi e non rivali

by Mauro 4. novembre 2018 09:27

        L'interazione fra le persone può essere libera e veritiera, dettata da un sincero bisogno di rapportarsi per condividere e crescere, oppure frutto di una trama per avere un proprio tornaconto e per manipolare l'interlocutore o farlo cadere in trappola.

Con questo intento si rapportano molti che si approcciano a Gesù e l'episodio che ci viene proposto questa domenica (Mc 12, 28-34) è ancora un modo per farlo cadere e, così, avere un motivo per condannarlo ufficialmente. Gli chiedono quale è il primo fra tutti i comandamenti, ossia il comandamento più alto che orienta tutti gli altri.More...

L'arte di vedere

by Mauro 28. ottobre 2018 14:02

     Un nuovo murales arricchisce l'ingresso della fattoria di Danisinni. Paulo Oliveira ha appena consegnato allo storico Rione un'opera che racconta della bellezza di un ambiente abitato dai piccoli che si prendono cura  degli animali. Una scena ordinaria per Danisinni, luogo in cui la Comunità racconta, in mezzo agli stenti di ogni giorno, la possibilità di stare nelle questioni della vita con uno sguardo che porta oltre.More...

Disobbedienza civile versus disattenzione civile

by Mauro 14. ottobre 2018 09:02

   “Disattenzione civile”, così viene chiamato il formalismo dei nostri giorni dove il rispetto reciproco e lo scorrere su binari paralleli fa incrociare le persone, anche tutti i giorni, senza mai incontrarsi.

Sostare e interessarsi per la vita dell'interlocutore a prescindere dal lavoro o dagli impegni che assolve è considerato eccessivo, un'invasività da contenere ed evitare.More...

I muri non difendono

by Mauro 30. settembre 2018 14:21

     Recupero una affermazione di Carl Gustav Jung che mi sembra significativa per introdurre al tema di questa domenica: “Come l'individuo non è assolutamente un essere unico e separato dagli altri, ma è anche un essere sociale, così la psiche umana non è un fenomeno chiuso in sé e meramente individuale, ma è anche un fenomeno collettivo”.

     La logica dell'opposizione che trova espressione, in questi giorni, in ripetuti atti discriminatori tradisce un presupposto opposto e cioè la pretesa umana di autoaffermazione attraverso il dominio sull'altro. More...

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