Dimmi chi segui e ti dirò chi sei!

by Mauro 24. agosto 2014 23:13

          Nuove frontiere si aprono oggi all’evangelizzazione di strada. Fin troppe provocazioni ci pervengono dai rotocalchi che quotidianamente ci elencano tragedie deliberate da mano d’uomo. Pensiamo ai barconi che continuano ad affondare nel Mediterraneo portando con sé centinaia e migliaia di vite umane, le ferite mortali delle numerose guerre sparse nel mondo, gli oltraggi alla vita fino a colpire i propri familiari.
       Risuona ancora l’interrogativo che Gesù rivolse ai suoi discepoli 2000 anni fa come ci ricorda il Vangelo di oggi, XXI domenica del tempo ordinario: Chi è Cristo nella mia vita?
    È esperienza comune smarrirci, sovente  andiamo dietro a tanti nutrimenti, certo attraenti, dimenticandoci dell’unico nutrimento essenziale. Quando mi ritrovo a correre e avverto tutto l’affanno dei miei giorni è lì che devo fermarmi e chiedermi: chi è Cristo per me oggi? Quando rivendico e cerco le mie ragioni per difendere posizioni e battaglie, lì ho bisogno di fare silenzio e tornare a chiedermi: ma tu Gesù cosa c’entri con tutto ciò?
        Come mai Gesù consegna a Pietro le chiavi del Regno dei cieli? Che significa avere la chiave d’ingresso nel Regno? Domande necessarie che ci aprono alla comprensione del Vangelo di questa Domenica.More...

Ri-creazione sociale ovvero agente di cambiamento: l’Animazione socioculturale

by Mauro 29. aprile 2014 10:00

       L’animazione è ricreazione? È mero scuotimento dell’Io connotato da un’euforia passeggera? Questi luoghi comuni diffusi anche nel campo psicopedagogico non rispondono a verità.
          Fin dagli anni ’80 ho colto nell’animazione socio-culturale uno strumento privilegiato per inserirsi nei tessuti territoriali, coglierne i bisogni e far emergere le istanze ed i vissuti. Ciò mi ha permesso di creare condivisione, tessere trame relazionali capaci di innovazione e cambiamento, solidarietà e compartecipazione. L’animazione è frutto dell’ascolto e del dialogo, è progettazione e sfida, accompagnamento che genera ri-creazione sociale.More...

Passare oltre: ossia Pasqua

by Mauro 18. aprile 2014 09:00

       La Comunità cattolica oggi entra nel triduo santo, un unico Evento scansionato da tre momenti la passione, la morte e la resurrezione. Ma cosa può raccontare all’umanità del nostro tempo l’Evento pasquale? La parola ebraica Pesach indica il cambiamento, il passare oltre. Ma quale cambiamento ha da proporre per la nostra società la Festa cristiana? Eppure ciò che guasta il vivere umano è proprio l'atteggiamento antipasquale caratterizzato dalla mancanza di comunione e condivisione, come se la vita fosse questione di difesa da innumerevoli nemici. Siamo convinti che la paura di perdere qualcosa possa davvero motivare e dare direzione ai nostri giorni? Se così fosse, quale è il vero senso dell'esistenza umana? More...

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La Missione luogo di Incontro

by Mauro 14. agosto 2012 11:56

   Pensando ai giorni appena trascorsi, al dopo-Missione, mi sovviene una immagine di straordinaria eloquenza e bellezza attraverso la quale Michelangelo, nella Cappella Sistina, ha espresso la chiamata alla vita: l’affresco della Creazione di Abramo.
      Lì troviamo due mani che si cercano, si protraggono l’una verso l’altra ma senza riuscire a toccarsi, è la magia dell’Incontro ad essere espressa.
       Si, rimane una certa distanza, uno spazio che separa, così è dell’incontro tra glie esseri umani, esperienza mai esaustiva, conclusa, rimane sempre qualcosa di non conosciuto, da scoprire e da riconoscere.
      Noi umani sin dai primi momenti di vita cerchiamo l’Incontro, la nascita è caratterizzata dall’esperienza del separarsi per venire fuori ed immediatamente dalla ricerca dell’altro perduto.
       Durante la Missione ho avuto modo di scorgere, in alcuni frangenti di sosta, il profondo rapporto tra diversi Missionari ed i loro bimbi ai primi mesi o anni di vita. Neonati e bambini che cercavano il contatto almeno visivo, con le figure di accudimento. Significativo è stato trovare i due nascituri, figli di coppie di Missionari, che nella locandina slogan della Missione stavano ancora nel grembo delle loro madri immortalate dallo scatto. Erano presenti ma non si vedevano ancora, l’intuizione mediava l’incontro con loro, Samuele Francesco e Matteo Antonio erano con noi ed ancora dovevamo imparare a vederli e riconoscerli. More...

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La Notte bianca: fenomeno di promozione sociale?

by Mauro 11. agosto 2012 12:33

  La nostra Missione di strada volge al termine, ancora un paio di giorni e poi si lascerà la bella Termini Imerese. Ricordandoci l’importanza del vivere ogni momento di un’esperienza, cogliendone il “qui e ora”,
ci prepariamo ad animare la “notte bianca” prevista per questo fine settimana.
Di “notte bianca” si parla sempre più nelle nostre città e, in modo sempre più prorompente, si sta qualificando quale fenomeno di aggregazione sociale. Proprio ieri, conversando con uno degli organizzatori dell’evento locale, riflettevo sul fatto che espedienti come questo possono essere preziose occasioni di aggregazione sociale.
Di fronte ad una pressione, dettata dal mercato dei consumi, che vorrebbe sempre più spopolare i centri storici e le piazze delle nostre città per dare forza alla “fredda ma appariscente” passeggiata domenicale al centro commerciale, la notte bianca si qualifica quale proposta di riappropriazione del nostro territorio. Significa valorizzare monumenti, chiese, architetture urbanistiche pensate per accogliere la gente e favorire l’incontro e lo scambio tra gli umani. È importante, a nostro avviso, recuperare questo senso di appartenenza e di conoscenza per fronteggiare il crescente anonimato ed individualismo che sta venendo a caratterizzare i nostri luoghi.More...

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La vita in gioco 6 Il coraggio di guardare

by Mauro 20. maggio 2012 15:09

       Ieri sera insieme ad un gruppo di giovani Mds del piccolo centro dell’agrigentino in cui attualmente vivo, mi sono trovato a riflettere sul vile attentato della mattina, quando a Brindisi le ragazze della Scuola per operatori dei Servizi sociali, intitolata a Francesca Morvillo e al marito Giovanni Falcone, sono state devastate dall’esplosione di una bomba.  
        Sebbene non sia ancora chiara la matrice del vile attentato certo è che  viene dettato dalla follia umana, dalla falsa convinzione che la violenza possa far ottenere qualcosa. È ancora nitido in molti di noi il ricordo delle bombe che negli anni ’90 hanno ferito la nostra Palermo. Da lì un grido di riscatto e di riscoperta della nostra identità si è alzato non solo dall’intera isola ma ha toccato tutte le regioni d’Italia e la carovana della legalità che in questi giorni sta attraversando tutta Italia per arrivare il 23 a Palermo ne è un indicativo segno.
       Questa riflessione ha una risonanza ulteriore oggi, Domenica in cui la comunità cattolica celebra la solennità dell’Ascensione.  Un evento che aiuta a trovare direzione, a riscoprire come guardare il mistero della vita. Il Dio cristiano mostra una straordinaria pedagogia sino alla fine, ora dice ai suoi di non rimanere a guardare in cielo. Al mattino di Pasqua l’indicazione era stata quella di non stare a cercare, guardare, tra i morti colui che è vivente, e ora mentre ascende al cielo dice “io rimango con voi”.
       Sembrerebbe paradossale : mentre si volge lo sguardo verso una tomba Lui dice di essere il vivente, e mentre parte dice di rimanere in mezzo a noi . Eppure è questo atteggiamento che permette all’essere umano di riconoscersi adulto, è una indicazione,  un orientamento volto alla adultità.
        Ma cerchiamo di comprendere più da vicino: al momento dell’ascensione Gesù benedice i discepoli, la benedizione è proprio il segno della trasmissione, della consegna della propria identità. Nella Scrittura è il morente a benedire chi resta in vita, i figli ricevono la benedizione dai padri, i re benedicono i successori prima di lasciare il trono, i profeti i loro discepoli che iniziano il ministero. Viene trasmessa l’identità, l’eredità, il ministero, il nome e con esso la gloria. Il nome indica l’identità, esprime chi un uomo è, di cosa vive, e la gloria ne indica il valore, il peso specifico. Dio si fa da parte, non rimane in modo paternalista, cioè con atteggiamento di benevola superiorità e di esibita sollecitudine verso il figlio che implicitamente viene ritenuto incapace. More...

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