La vita in gioco 6 Il coraggio di guardare

by Mauro 20. May 2012 15:09

       Ieri sera insieme ad un gruppo di giovani Mds del piccolo centro dell’agrigentino in cui attualmente vivo, mi sono trovato a riflettere sul vile attentato della mattina, quando a Brindisi le ragazze della Scuola per operatori dei Servizi sociali, intitolata a Francesca Morvillo e al marito Giovanni Falcone, sono state devastate dall’esplosione di una bomba.  
        Sebbene non sia ancora chiara la matrice del vile attentato certo è che  viene dettato dalla follia umana, dalla falsa convinzione che la violenza possa far ottenere qualcosa. È ancora nitido in molti di noi il ricordo delle bombe che negli anni ’90 hanno ferito la nostra Palermo. Da lì un grido di riscatto e di riscoperta della nostra identità si è alzato non solo dall’intera isola ma ha toccato tutte le regioni d’Italia e la carovana della legalità che in questi giorni sta attraversando tutta Italia per arrivare il 23 a Palermo ne è un indicativo segno.
       Questa riflessione ha una risonanza ulteriore oggi, Domenica in cui la comunità cattolica celebra la solennità dell’Ascensione.  Un evento che aiuta a trovare direzione, a riscoprire come guardare il mistero della vita. Il Dio cristiano mostra una straordinaria pedagogia sino alla fine, ora dice ai suoi di non rimanere a guardare in cielo. Al mattino di Pasqua l’indicazione era stata quella di non stare a cercare, guardare, tra i morti colui che è vivente, e ora mentre ascende al cielo dice “io rimango con voi”.
       Sembrerebbe paradossale : mentre si volge lo sguardo verso una tomba Lui dice di essere il vivente, e mentre parte dice di rimanere in mezzo a noi . Eppure è questo atteggiamento che permette all’essere umano di riconoscersi adulto, è una indicazione,  un orientamento volto alla adultità.
        Ma cerchiamo di comprendere più da vicino: al momento dell’ascensione Gesù benedice i discepoli, la benedizione è proprio il segno della trasmissione, della consegna della propria identità. Nella Scrittura è il morente a benedire chi resta in vita, i figli ricevono la benedizione dai padri, i re benedicono i successori prima di lasciare il trono, i profeti i loro discepoli che iniziano il ministero. Viene trasmessa l’identità, l’eredità, il ministero, il nome e con esso la gloria. Il nome indica l’identità, esprime chi un uomo è, di cosa vive, e la gloria ne indica il valore, il peso specifico. Dio si fa da parte, non rimane in modo paternalista, cioè con atteggiamento di benevola superiorità e di esibita sollecitudine verso il figlio che implicitamente viene ritenuto incapace.

       Così è di chi sta a guardare in cielo attendendo continue risposte dall’alto con modo fatalistico dimenticando la verità che porta ascritta dentro. E non si tratta neanche di distogliere lo sguardo dall’alto per rimanere ripiegati su se stessi con saccenza egolatria, bensì intendo l’atteggiamento di chi entra nel mistero della vita fronteggiandola a piene mani, consapevole di potersi avventurare solo condividendo con altri e mai da solo. S. Agostino fa riferimento ad una seconda incarnazione propria del cristiano che accoglie nella sua vita la proposta del Maestro.
       Qualcuno afferma che la vita non è un’etica ma un’estetica. Come a dire che è l’attrazione che ci muove, questo è profondamente vero, è il gusto di Dio a muoverci verso di Lui ma è anche vero che l’etica ci permette di affinare i sensi, e cogliere ciò che realmente ci fa bene. Un cocainomane è mosso da un’attrazione ma questa giorno dopo giorno gli distrugge la vita. Possiamo muoverci e stare nella vita se affiniamo il gusto, se cogliamo la bellezza che è dentro e fuori di noi, se accogliamo il dono del Mistero insito nella vita. Ascensione significa accogliere, l’eredità di Dio, il suo Amore, il suo riconoscerci figli si ma adulti, cioè capaci di costruire il Bene. È questa responsabilità che viene affidata ai cristiani, è il suo potere ad essere donato. 
        È vero potrebbe subentrare la paura, lo scoppio di una bomba, la minaccia di un taglieggiatore, o ancora attrattive allettanti quale un suggerimento di un facile guadagno, la proposta di potere subordinato a logiche clientelari, tutte occasioni per sentirsi al sicuro e che potrebbero indurci a deresponsabilizzarci rimanendo a guardare in alto o chiuderci guardando luoghi di morte. Questi atteggiamenti potrebbero avere la meglio sulla proposta ascensionale quella di chi accetta la provocazione della vita e accoglie l’onere della propria missione.

        Oggi meditiamo la responsabilità della nostra vita, il compito che abbiamo nei confronti degli altri soprattutto quanti ogni giorno sono minacciati e feriti dalle tante traversie. È anche per questo che con i Mds abbiamo scelto la città di Termini Imerese per vivere in estate l’esperienza della missione estiva.

        Un luogo che in modo esemplare esprime la ferita che la Sicilia si trova a vivere nei nostri giorni, la destabilizzazione familiare accentuata dalla crisi economica e dalla disoccupazione, le logiche criminali che vorrebbero avere il sopravvento in un tempo in cui si sperimenta tanta fragilità. Proprio per questo l’evento estivo si rivolge alle famiglie, ai giovani, ai bambini e a tutti coloro che potrebbero avere smarrito il senso e la direzione della loro vita.

        Un’esperienza per sostenerci a vicenda e cercare insieme la Luce da cui è possibile una nuova creazione, la luce che può permettere a ciascuno di riscoprire la propria missione.

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Comments (1) -

Piero
Piero Italy
5/20/2012 7:39:11 PM #

[...]con i Mds abbiamo scelto la città di Termini Imerese per vivere in estate l’esperienza della missione estiva.

        Un luogo che in modo esemplare esprime la ferita che la Sicilia si trova a vivere nei nostri giorni, la destabilizzazione familiare accentuata dalla crisi economica e dalla disoccupazione, le logiche criminali che vorrebbero avere il sopravvento in un tempo in cui si sperimenta tanta fragilità. Proprio per questo l’evento estivo si rivolge alle famiglie, ai giovani, ai bambini e a tutti coloro che potrebbero avere smarrito il senso e la direzione della loro vita.

Mi sembra di cogliere un Dono sconfinato da questo ultime frasi che hai scritto frate-llo Mauro.
un dono che si concretizza nel costruire passo dopo passo il Senso della Missione a Termini imerese.
ricordo il periodo di novembre quando già si iniziava a pensare il luogo della missione estiva e ci si chiedeva perchè proprio Termini? cosa possiamo offrire? chi incontrare? quale bisogno è da individuare? SOLO FACENDO STRADA si può scoprire qualche frammento di risposta e così sta avvenendo...camminando tra "cielo e terra" una "sana follia" che permette l'uomo di integrare all'esperienza umana quotidiana anche un'esperienza Alta e profonda allo stesso tempo che è il sentiero della fede, il sentiero che si chiama Dio! (Io sono la via). Due strade: Dio e la propria che coincidono l'una con l'altra nella misura in cui manteniamo questo carattere specifico di "follia".
Termini imerese, una terra ferita dalle logica economica, ferita dal dio-denaro che porta scissione, porta allontanamento attraverso investimenti all'estero o altrove. un dio-denaro che tenta l'uomo di sottomettersi ad esso per riconoscersi autore della vita.
Un'altra sfida anche quest'anno per noi MdS. Una sfida che ci chiama ad essere TESTIMONI del sentiero che ABBIAMO INTRAPRESO. Un sentiero che permette di incontrare ogni membro della propria famiglia riscoprendo sempre la preziosità che ciascuno di esso porta con sè, un sentiero che permette di incontrare altre persone desiderose come noi di vivere assieme il tempo e i luoghi. un sentiero che permette di fare esperienza di Amore gratuito, disinteressato, donato, restituito.
forse partendo dal CHIEDERE AIUTO per le proprie sofferenze, per l'amore non ricevuto, potrebbe essere l'incipit per riconoscere l'altro nella sua preziosità. Facciamoci attenti ASCOLTATORI dell'altro.
Due settimane fa a Pavia ho partecipato ad un incontro cittadino con don Ciotti e ha detto: "dobbiamo cercare Dio negli Altri e gli altri in Dio"!!!
  

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