by Mauro
7. settembre 2013 15:30
Pensare che sono proprio le Officine Galileo del gruppo Finmeccanica, azienda italiana a controllo statale, ad avere prodotto per circa vent’anni, fino al 2009, i sistemi di puntamento montati sui carri armati sovietici oggi in uso a Damasco. Una manovra imprenditoriale che ha fruttato ben più di centomilioni di euro negli ultimi dieci anni. Il tutto aggirando la normativa del ’90, legge 185, che proibisce la vendita di armi a Stati “i cui governi sono responsabili di accertate violazioni dei diritti umani”! Del resto è quel che è accaduto anche per la Libia o il Kazakistan o l’Egitto, luoghi ove la violazione dei fondamentali diritti umani è stata garantita da armi prevalentemente prodotte in Italia. More...
by Mauro
12. febbraio 2013 23:00
Il mese di aprile 2011 ha segnato una data importante per la Siria e per comprendere quanto ivi sta accadendo oggi. In quel mese una parte dell’esercito siriano ha deciso di disertare schierandosi a favore delle manifestazioni di protesta democratica contro il regime di Assad.
Il governo ha reagito con gravi repressioni e massacri nei confronti dei manifestanti, in risposta nel giugno dello stesso anno è nato il Movimento degli ufficiali liberi formato appunto dai militari che avevano preso le distanze dal governo. Un esercito che presto si diffonde in sei delle quattordici provincie della Siria arrivando anche ad avere il controllo di zone vicine a Damasco. Inizia così una strategia offensiva nei confronti dei ceck-point e dei pattugliamenti militari che è durata fino ad oggi.
Proprio in questi giorni anche diversi ministri siriani si sono schierati dalla parte del movimento di protesta, denunciando il “genocidio” che sta avvenendo nel Paese.
Da mesi il Vescovo francescano Giuseppe Nazzaro, vicario apostolico ad Aleppo, denuncia la grave situazione siriana. Proprio il territorio dove vive è il teatro dello scontro in una tormentata guerra fraticida. Aleppo oltre ad essere stata ripetutamente bombardata sta subendo anche l’embargo stabilito dall’ONU. Per cui la popolazione locale si trova stremata dagli stenti e, in molti, costretti a dormire in tenda con temperature minime al di sotto dello zero.
Padre Nazzaro afferma che non si tratta di una guerra politica tra due fazioni, una più democratica e l’altra dittatoriale, piuttosto di una guerra commerciale pianificata dai Grandi della terra che in questo modo si contengono il potere economico.
I Grandi procurano le armi per la rivolta e dopo che il Paese è letteralmente distrutto, è questo quel che sta rimanendo della bellissima Siria, i Protettori di turno vengono a ricostruire e a vantare la gestione degli interessi commerciali del Paese. Nell’ultimo decennio questa Storia si è ripetuta più volte ed in circostanze diverse!
Un nuova forma di colonizzazione che ha un prezzo altissimo in termini di vite umane e della possibilità di una futura pacifica convivenza tra concittadini che si sono ferocemente scontrati prima.More...
by Mauro
21. novembre 2012 14:24
In questo tempo di sosta e di ritiro, avverto la responsabilità che ciascuno porta nei confronti del prossimo, di quello più vicino ed anche di quello più distante, almeno geograficamente. La mia risonanza di questo momento va al popolo siriano.
Fino a qualche anno fa la Siria poteva mostrare come la convivenza tra gruppi sociali profondamente differenti era non solo possibile ma anche apportatrice di ricchezza. La multiculturalità è ricchezza se si persegue un dialogo in cui ciascuno riconosce l’importanza dell’altro. È così che sunniti, drusi, curdi, cristiani e alauiti potevano ritrovarsi in un’unica comunità nazionale.
Nello specifico, in Siria, si sta attraversando una guerra civile che dal 15 marzo dello scorso anno vede scontrare le forze militari con quelle di opposizione al governo rappresentate dalla Coalizione nazionale siriana. In realtà all’inizio si trattava solo di manifestazioni pubbliche volte alla rivendicazione dei diritti della popolazione, alla costituzione di un governo democratico. Il presidente Bashar al Assad si è opposto con le sue truppe motivando che il movimento di protesta in realtà, a suo dire, era capeggiato dal fronte integralista musulmano. La repressione ha comportato l’uccisione di circa quarantamila persone,
Soltanto nel campo di Za’atri in Giordania sono stati accolti ben ventimila profughi siriani. Quello che oggi accade in Siria, ed è solo uno dei luoghi in cui si vive il dramma della guerra, ha dell’inaudito. Più di un milione di sfollati, trecentocinquanta profughi fuggiti dalla persecuzione. Un esodo di uomini, donne e bambini che hanno abbandonato tutto, case, lavoro, occupazioni ordinarie, per salvare la propria vita. Molte sono vittime di tortura, altri sono stati usati come scudi umani, in moti hanno assistito ad esecuzioni dimostrative da parte dei soldati.More...