by Mauro
2. August 2012 21:17
Tiziano Ferro canta il suo Xdono scritto con la "X" come a ricordare che anche nel nostro tempo, l’umanità ha bisogno di fare esperienza di PERDONO.
La festa francescana di oggi 2 agosto, è proprio la festa del Perdono offerto a tutti. Il santo di Assisi, Francesco, ha pensato ad un perdono rivolto proprio a tutti ed in particolare ai poveri e gli infermi che nel suo tempo non potevano permettersi un viaggio in Terra Santa o a Santiago.
Nel tempo dell’utilitarismo ove, si dice, “nessuno fa niente per niente”, abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza della gratuità, del dono senza corrispettivo, dell’anticipo di fiducia, del perdono malgrado l’offesa ricevuta. Venti anni fa ho conosciuto un anziano monaco che abitava sulle colline della Borgogna, frere Roger, il quale ebbe a dirmi con il suo italiano francesizzato, "fa della tua vita una vita di comunione", intuivo appena l'essenza di quella fase. Si, la comunione nasce dal perdono, dal desiderio di ritrovare l'altro.
Diversamente il nostro mondo pare ammalarsi di seriosità e formalismi, ciò nutre una sorta di orgoglio difensivo che non permette di ridere delle cose, di superare il diverbio avuto riconoscendo che, in fondo, nessuno è perfetto, e di sbagli che combiniamo davvero tanti nella vita. Il perdonarsi però viene da una consapevolezza ancora più profonda, quella del sentirsi guardati e trattati con Misericordia da parte di Dio.
Francesco di Assisi contemplava l’onnipotenza di Dio che ha impastato l’uomo ed espressa nella creazione, associandola alla misericordia di Dio che non si è lavato le mani ma ha continuato a stare con la sua creatura lasciandosi imbrattare, fino a sanguinare. Il mistero della creazione unito a quello della redenzione, esprime la passione che Dio ha per l’umano. E Lui non desiste.
Sono racconti di Bene che ciascuno di noi può scrivere, esprimendo la bellezza che porta dentro. Domenica 5 inirieremo la Missione a Termini Imerese, in 150 volontari ci ritroveremo lì per una settimana ad animare la spiaggia e la Città e soprattutto a vivere un tempo di Condivisione.
Se la crisi dell’umano oggi è da leggersi come crisi dell’interumano allora, è dalle relazioni che vogliamo ripartire. Lo facciamo in modo semplice, attraverso il gioco. Proprio il gioco ha una funzione determinante nello sviluppo umano e sociale, la stessa formazione della cultura può essere ricondotta al gioco e alla sua capacità di modellamento. Il gioco permette al bambino così come all’adulto di essere creativo, consentendo alla realtà psichica interna di esprimersi nello spazio intermedio che lo separa dalla realtà esterna.
L’homo ludens gioca con le varie possibilità che ha di creare, la creazione stessa viene immaginata con il carattere del gioco: «Il corso del mondo è un fanciullo che gioca muovendo qua e là i pezzi del gioco; è un regno del fanciullo» (Eraclito). Così il gioco si inserisce nel corso dell’Universo e lo ri-orienta, è come se ne amplificasse le direzioni fino a dargli un verso originale, inedito, “ogni qualvolta che l’essere umano torna a giocare” (Moltmann).
La proposta è solo una provocazione che vorrebbe interrogare sulla straordinaria potenzialità creativa che sta nella persona che torna a giocare e di quanto importante sia, riappropriarsi di spazi di sperimentazione e di elaborazione del “possibile”.
La vita è una avventura inedita per ciascuno. La Missione di strada un percorso da scoprire e condividere assieme.