Condividere per continuare a Vivere

by Mauro 29. July 2012 16:49

 Stiamo per iniziare, domenica prossima, la Missione di strada ESTATE CON TERMINI. Un evento che coinvolgerà più di 150 Missionari di strada provenienti da tutta la Sicilia e da Napoli che attraverso l'arte di strada animeranno la prestigiosa cittadina di Termini Imerese. Oggi ci viene incontro una Parola, quella del Vangelo del giorno (Gv 6, 1 – 15), che penso possa riassumere bene il senso della esperienza che ci apprestiamo a vivere.
Non è tanto di "moltiplicazione" che si parla, come se la questione della vita fosse quella di moltiplicare averi o opere, ma di  "condivisione", nel senso di essere disposti a dare il proprio per gli altri. Riecheggia il tema ed il senso della gratuità, parola che sembra uscire dal nostro vocabolario per lasciar posto alla credenza che “nessuno fa niente per niente”.
Accanto a questo tema si evince dal testo anche un contesto ben preciso: quello della Pasqua ormai vicina. La Pasqua per Israele non è un evento di un solo istante ma è un processo che inizia con la decisione di accogliere la proposta ad uscire dallo stato di schiavitù in Egitto, a mettersi in viaggio per attraversare il deserto, l’Esodo appunto, fino ad arrivare alla Terra promessa cioè la meta dove è possibile pienamente vivere l’esperienza pasquale. Per cui c’è un’esperienza propria della meta che viene già sperimentata nel percorso per arrivare a quella meta, così è della vita di ciascuno.
Anche in questa scena il processo viene descritto e percorrerlo permette di arrivare alla meta. Ora Gesù passa all’altra riva del mare di Galilea e la folla lo segue. Bisogna passare all’altra riva, la vita ci provoca continuamente chiedendoci di passare dall’altra parte. Significa lasciare il certo, lo status quo per la novità, disporsi a riscoprire ogni giorno, fare del quotidiano il luogo della scoperta e non quello della monotonia.
Questo passaggio richiama il cammino nel deserto, luogo di spoliazione, in cui man mano perdi il di più. Mi torna in mente come nel Cammino di Santiago man mano che andavo avanti trovavo lungo i rifugi tanti indumenti o utensili lasciati dai pellegrini che mi avevano preceduto e che lungo il cammino si erano resi conto delle diverse cose che non erano certo utili e che servivano solo ad appesantire il cammino. Ancora nel deserto il popolo riceve in dono la manna, un seme simile a quello di coriandolo, dal sapore dolce che poteva essere raccolto giusto per un giorno altrimenti si corrompeva.
Nel deserto il popolo impara a camminare e, pertanto, ad essere libero. Interessante notare che il cibo, alimento necessario non può essere accumulato, può bastare per il necessario quotidiano. Come ad indicare che l’accumulo impedisce di distribuire.
Ora la folla segue Gesù e Lui si interroga sulla loro fame, vede che hanno fame. Il suo vedere è dettato da ascolto delle persone che ha dinanzi ed è per questo che si commuove, può commuoversi colui che ha fatto prima spazio all’altro, non gli è arrivato innanzi indifferente cioè pieno di se stesso, carico dei suoi discorsi. L’atteggiamento del MDS è proprio quello di chi sta in ascolto dell’altro, coglie la sua fame, entra in empatia proponendosi come compagno di cammino.
Gesù provoca i suoi discepoli con una domanda: “dove dovremo comprare il pane per sfamarli?”. È un interrogativo importante proprio perché vuole suscitare una risposta rispetto a ciò che siamo. I discepoli rispondono manifestando la propria povertà, il senso di impotenza rispetto alla fame del mondo. Questa consapevolezza è necessaria per ogni Missionario, da soli non si va da nessuna parte. È l’intuizione di Francesco d’Assisi, che ha fatto dell’esperienza della sua povertà la sua grande ricchezza: potere accogliere pienamente l’altro senza pregiudizio alcuno.
Riconoscono che c’è ben poco, alcuni pani d’orzo e dei pesci, impossibile per sfamare tutta quella gente. Questo è il passaggio, l’esperienza pasquale richiesta nel tempo presente. Oggi ciascuno ha bisogno di riscoprire l’importanza del poco che ha/è, proprio quello che può mettere a disposizione. È un atto di fiducia in Dio perché quello che si ha viene condiviso ma ancora è un atto di fiducia in ciò che si è, in quella che è la propria parte. Penso alla’Associazione “Camminare Insieme” una delle migliaia di Associazioni di volontariato della nostra Regione. Quanti gesti di gratuità capaci di essere segno per tutto il territorio. Ciascuno capace di fare la propria parte così come avverrà durante la Missione ESTATE CON TERMINI che inizierà domenica prossima.
Un ultimo passaggio. Dio non invia più la manna come nel deserto, ora l’umanità ha la possibilità di agire in modo Adulto, Dio non si rapporta al genere umano come un Genitore ad un Bambino, no il rapporto è fondato sulla condivisione  e non importa chi ha di più, oggi il grande insegnamento è quello della condivisione.  Torna l’immagine della Eucarestia, Evento pasquale che è al centro di tutta la Missione: il pane spezzato è tale per essere distribuito, “offerto per voi”. C’è un interlocutore che Dio cerca per raccontarsi e donarsi, e questo è il senso della Missione di strada, essere interlocutori, portatori di un dono.
Gesù dirà ai suoi discepoli “date voi stessi da mangiare”, a primo acchito qualcuno pensò di dovere cercare fuori di sé questo cibo, poi capirono: la vita è questione di condivisione.

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