Quale divorzio tra politica e potere

by Mauro 18. settembre 2012 12:00

      Riprendendo un’espressione di Bauman, con “divorzio tra politica e potere” intendo esprimere quella discrepanza che oggi registriamo guardando il nostro sistema sociale. Non è possibile separare questi due ambiti di organizzazione del vivere umano.  Se da un lato il potere esprime la capacità di fare le cose, dall’altro è la politica ad essere capace di decidere quali siano le cose opportune da fare.
      È chiaro che la questione sta proprio nel potere finanziario, questo non può essere gestito in funzione dei capitali perdendo di vista l’azione politica, la capacità di trovare strategie mirate al bene comunitario. Altrimenti diventa un aver soldi per far sempre più soldi, ma senza una reale crescita umana e planetaria, e a quel punto poco vale averne di tanti soldi, non servirebbero proprio a nulla. Anzi in questo modo si sta alimentando un sistema implosivo.
      Mi pare opportuna fare un’analogia tra il sistema malavitoso locale e quello che sta diventando il potere finanziario mondiale. Pensiamo che la maggior parte dei capitali del mondo sono nelle mani di circa 400 famiglie, ciò comporta che attraverso la banca mondiale, il fondo monetario e l’organizzazione mondiale del commercio esse decidono la politica mondiale. In questo modo i governi sottostanno alle decisioni superiori, i politici ratificano quello che i grandi capitalisti hanno deciso.
       Ma questo è un uso del potere che induce all’individualismo, al salvarsi da sé, cercando almeno di sopravvivere.
 No questo è inammissibile e non è vero che non ci siano soluzioni, questa è una credenza manipolativa e più la si nutre e più ci si incapacita.
       Per tanti anni ho condiviso percorsi di accompagnamento con molti giovani della mia terra, ciascuno ha imparato a contattare e coltivare i suoi sogni, come è proprio dell’arte maieutica, solo che adesso c’è un sistema che pare implodere. Al momento in cui molti vorrebbero esprimersi ecco che la possibilità di un lavoro, da cui deriva la possibilità di metter su famiglia, viene meno. Ho visto tanti mendicare girovagando per tutta Italia, un lavoro, pur possedendo competenze e qualifiche eccellenti.
       Non è possibile frammentarsi, in questo modo il potere finanziario opera arbitrariamente in base agli interessi e utili di pochi. Bisogna trovare nuovi modi di creare riflessione e azione comune, spazi di incontro, ove un indice di riferimento prioritario possa essere il rispetto ed il prendersi cura delle minoranze e delle classi sociali più a rischio. Tornare a cercare il Bene comune.
       Scrivevo qualche giorno fa che l’intuizione e l’idea innovativa sono frutto di un tempo di crisi, di difficoltà in cui gli umani tornano a parlare e condividere accomunati dagli stessi bisogni e desideri, da lì ad un tratto l’intuizione improvvisa frutto di un tempo e di uno spazio condiviso.

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