Tessere trame di Comunione attraverso l'Arte di strada: ESTATE CON TERMINI

by Mauro 17. luglio 2012 22:52

      È una etichetta, quella di “ex Fiat di Termini Imerese”, che a tanti di noi sta stretta. Si vorrebbe in questo modo strappare la speranza e l’anelito verso il futuro, o ancora cristallizzare la storia in un nostalgico passato.

     Termini Imerese che Federico II definì «Civitas Splendidissima», è a noi una Città molto cara proprio perché nelle sue campagne, a Caracoli, ha visto formare il primo gruppo di Missionari di Strada che già nel 2004 attraverso i Laboratori di vita ivi si riunivano più volte l’anno, non indugiando a scalare il monte San Calogero durante le calde notti estive. Per il folto gruppo di Missionari di strada Termini costituisce un passato che ci proietta verso il futuro, è la memoria che ci permette di avere radici, storia di vita condivisa, e proprio per questo possibilità di aprirci al domani.
     Oggi la Città vive la destabilizzazione propria della crisi di mercato e delle speculazioni di ordine internazionale. Il 1970 aveva visto cambiare la sua storia: singolari accordi tra industriali e Regione siciliana avevano stabilito di dare una destinazione nuova a quel luogo che fino a quel momento offriva, sia per la storia che l’aveva segnato nei millenni che per la particolare collocazione geografica, un naturale sbocco volto alla pesca, all’agricoltura e al turismo. Da quel momento gran parte della popolazione della storica cittadina che si affaccia sull’omonimo golfo delimitato da Capo Zafferano e dalla Rocca di Cefalù, inizia a riporre la propria fiducia e speranza in quel polo industriale che per ben quarant’anni garantirà lavoro a migliaia di famiglie favorendo anche un parallelo commercio locale.
     Per noi, oggi, Termini costituisce un luogo segno, e segno per tutto il Meridione ove per crescere bisogna lottare due volte. Non si tratta soltanto del naturale processo di separazione ed individuazione volto a diventare adulti. Qua l’individuazione trova l’ostacolo di un sistema, quello del malaffare e della strumentalizzazione operata dal mercato, che vorrebbe occultare la libera espressione proponendo un adagio simbiotico, ove il giovane è costretto a mendicare per avere riconosciuti gli elementari diritti e tra questi, primo, il diritto al lavoro. More...

Doppio messaggio

by Mauro 2. luglio 2012 23:05

  In modo analogo ad un pubblicità che in modo suadente propone il gioco d’azzardo (con questo intendiamo anche il gratta e vinci) per poi ricordare che il gioco fa male e può indurre a dipendenza, il nostro sistema sociale manda messaggi che di fatto portano una sorta di impossibilità nella loro realizzazione.

  Pensiamo al carico di frustrazione che si trovano ad affrontare i giovani italiani che dopo avere coltivato progetti ed essersi impegnati in estenuanti corsi universitari e master post-universitari che si ritrovano a non potere lavorare, oggi il dato della disoccupazione in Italia è del 36%, e nel meridione è anche più alto. Paradossale così come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Quale?  
   Sovente ci troviamo confrontarci con messaggi paradossali, che contraddicono quello che apparentemente dicono. Una comunicazione doppia cioè che porta diversi livelli per cui una affermazione formulata ad un livello più superficiale viene contraddetta ad un livello più profondo.
       Si pensi a quei messaggi genitoriali che ad un livello formale dicono “Ti adoro” e con il non verbale e i comportamenti successivi alla frase appena detta esprimono “Non ti sopporto”, o ancora espressioni tipo “Sei un tesoro” e di contro un messaggio implicito che suona come un “Sei un peso”. Modalità ambivalenti che disorientano l’interlocutore e specialmente se si tratta di un bambino. Ma questo può accadere anche in giovane età tra amanti, quando l’uno dichiara appassionatamente il suo amore per l’altro ma di fatto vive questa vicinanza in modo incostante.
       È in questi contesti che matura il comportamento schizofrenico, ove si mantiene una comunicazionedetta ‘doppio legame’.  Il significato di un’affermazione viene smentito con la vita che ne segue. More...

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Psicodramma | Psicologia e vita | Wi- Fi Psicologia

Nutrire per nutrirsi: questione di vita

by Mauro 10. giugno 2012 16:42

      Quella che oggi i cristiani celebrano, solennità del Corpus Domini, è per eccellenza la festa della relazione. Si, il culto eucaristico ci parla della relazione con Dio quale paradigma fondante di ogni relazione umana.
      La possibilità di so-stare con Dio significa permettersi un incontro, accogliere la presenza dell’altro ed accettare che, pertanto, si stia sullo stesso piano orizzontale.
       Certo può sembrare una considerazione scandalosa, pensare a Dio su di un piano orizzontale e non verticale eppure è questo il nuovo orizzonte  realizzatosi con l’incarnazione.  Equivale ad entrare in una sorta di rivoluzione copernicana, ricordare quando l’essere umano pensava di trovarsi in un pianeta che fosse al centro dell’universo e dopo con grande meraviglia ha scoperto che stava in uno dei tanti pianeti che girano attorno ad una delle tante stelle dell’universo?
    Qualcosa di analogo accade nell’accostarsi all’esperienza dell’incarnazione. L’essere umano non ha da guardare più, esclusivamente, in alto per trovare Dio. Proprio Lui non accetta l’idealizzazione che, implicitamente, equivarrebbe ad una svalutazione di ciò che è terreno. Porsi su di un piano simmetrico significa dovere imparare la legge della simmetria che riconosce entrambi gli interlocutori senza possibilità di idealizzazione o svalutazione, un Incontro a tu per tu. More...

Emergenza sociale? Guardiamo il contesto

by Mauro 28. aprile 2012 10:21

  Oggi viviamo un tempo di emergenza sociale ove si corre il rischio di dimenticarsi dei più bisognosi, intere fasce di popolazione potrebbero, man mano, essere dimenticate dai servizi socio-sanitari. Penso ai tanti adolescenti lasciati a se stessi, agli uomini separati che rinunziano anche al proprio lavoro ed iniziano a vivere per strada, ai gruppi rom che vengono trattati con i mezzi meccanici per non essere più visibili, ad intere fasce di professionisti che per amor di profitto ricorrono costantemente a stupefacenti per mantenere il ritmo di lavoro quotidiano. O ancora l’aumento esponenziale di dipendenza da gioco, fattore che destabilizza numerosissime famiglie, ma che viene sottovalutato anche perché il mercato del gioco regge parte dell’economia statale oltreché quella illegale.
           Intendere i servizi sociali come laboratori di ricerca per riconoscere cittadinanza alle popolazioni invisibili mi sembra un obiettivo importante ed è quello che si prefigge il Laboratorio di epidemiologia di cittadinanza così come quello che si svolgerà alla Certosa del gruppo Abele a Torino dal 31 maggio al 2 giugno prossimo, officine esperenziale dal titolo "Salute e/è diritto".
            Un laboratorio, pertanto, che prende in esame i dati epidemiologici (riguardo alla popolazione) quali: bisogni primari soddisfatti e non; salute e malattia, condizioni patologiche e condizioni sociali; intendendoli come indicatori di riconoscimento del diritti soggettivi e comunitari.

             Ci sentiamo molto vicini alla mission di questo progetto che tende al riconoscimento del volto di tutte le popolazioni sociali comprese le categorie più disagiate o le minoranze etniche; concreatamente partendo dalla analisi e dal rilevamento dei dati viene promosso un cambiamento sociale volto al riconoscimento.
              In realtà nel lessico comune, così come in quello scientifico, sovente utilizziamo terminologie e prospettive che mantengono esclusione, provocano pre-giudizi, etichette che cristallizzano anziché mirare al cambiamento e alla promozione, ad esempio: sano/malato, bianco/nero, comunitario/extracomunitario, agiato/disagiato. Tale prospettiva determina interventi di “recupero” ove ci sono parametri da raggiungere stabiliti come “normali” ma di fatto si corre il rischio di non riconoscere il volto dell’altro, la sua identità ed originalità. More...

Dare cittadinanza ai giovani

by Mauro 21. aprile 2012 15:43

Martedì 1 maggio torna in piazza la fraternità dei Missionari di strada questa volta a Palma di Montechiaro, comune dell’agrigentino. L’evento di animazione di strada si inserirà nel contesto della giovaninfesta organizzata dal Servizio di pastorale giovanile della Diocesi di Agrigento.
      Approfittiamo di questa occasione per continuare la nostra riflessione sul senso della Educativa di strada che ci porta ad incontrare i giovani e gli adolescenti nei contesti informali quali le piazze o le spiagge delle città siciliane.
      Alla base dell’incontro che porta all’animazione sta un atteggiamento di fondo: quello della fiducia nella persona, del riconoscimento reciproco, dell’interesse all’altro. Un incontro che avviene a tu per tu con i singoli o con il gruppo a seconda delle occasioni, e caratterizzato dall’ascolto.

       Nel corso della nostra esperienza abbiamo avvertito il limite di percorsi a favore dei giovani, volti alla prevenzione dei singoli disagi o rischi, come ad esempio le campagne di sensibilizzazione contro le dipendenze. In realtà molte di questi progetti si rivelano pro-vocatori di risultati opposti, come a diventare fonte di conoscenza per "iniziare" il giovane ad esperienze di trasgressione, così come sono socialmente etichettate. More...

Festa della famiglia per continuare a sognare

by Mauro 12. aprile 2012 09:00

  Domenica prossima con l’equipe del nostro Consultorio e i volontari dell’associazione Camminare Insieme vivremo l’annuale Festa della famiglia nei locali del nostro Consultorio a Castelvetrano e nella strada antistante.

      Si, dentro e fuori mostrando così, plasticamente, l’importanza del raccordo tra la vita quotidiana ove ciascuno vive le sue relazioni ed attività fuori dalle mura domestiche ed il dentro, la relazione intima propria della famiglia.

      Un tempo di festa e di gioco comune per ricordarci di ridare cittadinanza alla famiglia, riconoscere e favorire stili di vita famigliare ispirati a criteri di solidarietà, reciprocità, di bene comune. Nel 1994 nella sua lettera alle famiglie Giovanni Paolo II diceva: "Occorre davvero fare ogni sforzo, perché la famiglia sia riconosciuta come società primordiale e, in un certo senso, "sovrana"! La sua "sovranità" è indispensabile per il bene della società. Una Nazione veramente sovrana e spiritualmente forte è sempre composta di famiglie forti, consapevoli della loro vocazione e della loro missione nella storia. La famiglia sta al centro di tutti questi problemi e compiti: relegarla ad un ruolo subalterno e secondario, escludendola dalla posizione che le spetta nella società, significa recare un grave danno all’autentica crescita dell’intero corpo sociale" More...

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E' ancora possibile il dialogo in famiglia?

by Mauro 12. aprile 2012 00:01

    Domani avrò modo di incontrare il gruppo “Famiglie in cammino” della Città di Monreale, per confrontarmi su di un tema piuttosto avvincente: È ancora possibile un dialogo autentico in famiglia?    L’interrogativo mi pare già eloquente, proprio perché mette in luce una sorta di crisi della comunicazione all’interno dei rapporti familiari.
      La comunicazione può essere intesa come una modalità relazionale, un modo di porsi nel caso della famiglia, di fronte a se stessi e ai familiari. Durante gli ultimi decenni è stata data particolare attenzione ai processi comunicativi. Oltre che  ad uno scambio di contenuti la comunicazione abbisogna di una piattaforma relazionale che poggia sull’intesa che le persone hanno stabilito. C’è come un canale, costituito dalla relazione, su cui la comunicazione può scorrere più o meno liberamente. More...

Disturbi schizoide e schizotipico di personalità

by Mauro 10. aprile 2012 09:48

    Incontriamo negli angoli delle nostre città persone che vivono ai margini e sovente conducono un’esistenza eccentrica e appartata, priva di significative relazioni sociali. Prendersi cura di una persona a cui è stato diagnosticato un disturbo schizoide o un disturbo schizotipico di personalità, non è cosa semplice. Diamo per assodato, secondo la nostra prospettiva, che il dare etichette diagnostiche può rivelarsi un rischio soprattutto nel caso di disturbi, come questi, che presentano sintomatologie sovrapponibili, ove il distinguo può essere colto solo da chi ha decennale esperienza clinica. Per focalizzare una cornice teorica ci rifacciamo ad autori autorevoli quali Glen Gabbard, Fairbairn, Khan, Winnicott, da cui si evince che il ritiro sociale di queste persone è frutto di ripetuti fallimenti nell'adottare difese di fronte a relazioni disfunzionali: il caso di figure genitoriali assenti o troppo presenti, cioè invasive. Forse si tratta di persone vissute in case con organizzazioni formali ed ordinate ma prive di colore. Lì il bambino ha colto aspettative limitate all’adempimento dei ruoli sociali di base e di conseguenza ha imparato a dedicarsi ad attività ordinate, rimanendo in silenzio e da solo, divenendo così una persona socializzata ma non socievole. Inoltre potrebbe essersi verificata una richiesta eccessiva come ad esempio la responsabilità nel prendersi cura della casa in modo da fare stare bene i genitori. Il bambino così ha imparato che ha un potere smisurato che può essere distruttivo se non usato diligentemente e, perciò, un potere che può evitare i risultati negativi. More...

Alla sera della vita saremo giudicati sull'Amore

by Mauro 9. aprile 2012 10:18

In questi giorni di Pasqua mi risuona in modo speciale l’affermazione lasciataci dal mistico carmelitano Giovanni della Croce: alla sera della vita saremo giudicati sull’amore. 
Non è forse questo l’unico orizzonte possa dare senso all’esistenza di ciascuno? Se non l’amore, quale altro movente potrà mai giustificare il vivere umano? A riguardo mi pare che il mal-essere di ogni tempo sia prevalentemente imputabile ad una diverso orizzonte di vita: quello che sacrifica la relazione imbrigliando l’essere umano nella logica ego-latrica e nella conseguente pretesa di potere sull’altro.
In fondo ogni persona è alla ricerca della felicità, la speranza è anche un’esperienza psicologica che si esprime in questa direzione, la ricerca della “condizione paradisiaca”. Solo che questo paradiso poco lo si conosce, e in realtà non si può trovare ciò che non si sa cercare. Si, prima di muoversi bisognerebbe cogliere verso dove andare, altrimenti la quotidianità potrebbe mutarsi in un vivere vorticoso, privo di reale nutrimento. More...

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Ri-Deciditi!

by Mauro 27. marzo 2012 19:17

                                                    Pensare che le persone durante la loro vita rispondano a dei messaggi ingiuntivi, false credenze tipo: Non essere intimo, non legarti, non appartenere, non essere piccolo, non volere, non esistere, non star bene, non fidarti, non essere sano, non essere importante, non essere te stesso, non separarti, non essere visibile, non coinvolgerti, non avere successo, non crescere, non riuscire, non pensare, non gioire, non essere grato, non sentire, non rilassarti, che hanno determinato decisioni durante l’infanzia è cosa che potrebbe sembrare eccessivamente deterministica, come se l’essere umano non avesse la capacità di riorganizzare costantemente la propria vita, e le strategie per affrontarla.
        Mi pare indiscussa la ricchezza e le straordinarie potenzialità proprie di ogni persona, capace di interagire con l’ambiente vitale fino a modificarlo oltre che a lasciarsi influenzare. Eppure sovente decisioni di cui non si è certo consapevoli, in modo implicito continuano ad orientare l’esistenza di un individuo anche nell’età adulta. More...

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