Dal ruolo di vittima al legame gratuito

by Mauro 7. novembre 2018 20:56

       Dall'esperienza della mancata onnipotenza, quando ciascuno scopre di essere limitato, nasce la vergogna per la propria nudità e per il proprio essere vulnerabili. L'essere umano, a quel punto, cerca di nascondersi ed utilizza strategie diverse. Assumere il ruolo di vittima è un modo per trasformare la propria vulnerabilità in riconoscimento cioè opportunità per ottenere, comunque, un nutrimento ossia una sorta di risarcimento.

        Tutti noi abbiamo esperienza di ragazzi che quando vengono confrontati su qualcosa, ad esempio lo strappo di un vestito nuovo che era stato loro consegnato con tante raccomandazioni, cominciano a fare le vittime come a volere dimostrare la propria innocenza e a rivendicare un torto subito. O, ancora, quando dei giovani trentenni rivendicano soldi e riconoscimento dai propri genitori rinfacciando quanto hanno vissuto da bambini e, così facendo, non si assumono la responsabilità del loro essere adulti di fronte alle questioni della vita. Vittime del passato sono, così, giustificati nel presente.More...

Teatro dell'Oppresso a Danisinni

by Mauro 20. maggio 2016 15:18

   L’azione per leggere la realtà, per favorire processi di metacomunicazione e cambiamento, per stare dentro e stare fuori, per fermarsi e pensare. Questo, e non solo, il  fine del Teatro dell’Oppresso, un metodo che coinvolge spettatori  e attori in continue interazioni ed inversioni di ruolo.More...

Danisinni ri-chiama Betlemme

by Mauro 19. dicembre 2015 00:00

                  La rappresentazione scenica è un grande catalizzatore per un quartiere. Il cooperare per gli allestimenti, il sentirsi coinvolti nella preparazione dei personaggi, così come il potere vivere da protagonisti una scena, sono tutti passaggi di un’esperienza davvero ricca di vita umana che il Rione Danisinni potrà raccontare andando in Scena domenica 20 dicembre pomeriggio.More...

La Luce che rischiara l'inconscio

by Mauro 5. aprile 2015 14:39

          In questi giorni la festa pasquale viene a connotare di riflessione la vita di molti, tanti altri rimangono distratti cogliendone solo l’aspetto più consumistico dettato dalle logiche di mercato. Per la Comunità cristiana, però, l’Annuncio pasquale non è un mero racconto da ascoltare quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale. Piuttosto è una proposta di vita: la porta per avere accesso alla resurrezione personale, già a partire dal proprio quotidiano e, un giorno, nella pienezza del Cielo. Si tratta di uscire da se stessi, dai propri angusti meandri, per spostare il proprio baricentro in Dio.
           Durante la notte di Pasqua la Parola rivela il senso della creazione e di tutta la storia della salvezza, il chinarsi di Dio volto ad un desiderio di condivisione sempre maggiore fino ad arrivare all’incarnazione e alla morte di Croce. L’eternità era prerogativa di Dio e ora viene aperta ad ogni creatura: l’anelito all’immortalità, nostalgia insita nel cuore dell’uomo, trova risposta nel Dono totale che Dio fa di sé.More...

Stupore Adolescente

by Mauro 18. ottobre 2014 14:04

        Riporto le risonanze condivise ieri durante l’intervento fatto al Convegno di     FeDerSerD, dal titolo Stupore Adolescente.
       C’è stupore e stupore! Lo stupore quale arresto completo della motilità volontaria unito alla sospensione dei processi psichici con una conseguente mancanza di reazione adeguata agli stimoli esterni (tale condizione può dipendere da grave ottundimento psichico che può essere causato anche da intossicazioni dovute a stupefacenti), e lo stupore (secondo l’etimologia latina stupor-oris) inteso quale forte sensazione di meraviglia e di sorpresa, tale da togliere quasi la capacità di agire e parlare.
           A riguardo Eugen Fink, l’assistente di Husserl, riferendosi all’atteggiamento umano di fronte al mondo diceva che per vedere il mondo e coglierlo come paradosso, occorre rompere la nostra familiarità con esso.More...

Missionari di Strada al GiffoniFilmFestival

by Mauro 20. luglio 2014 10:12

      Da oggi condividiamo con i MdS l’esperienza di evangelizzazione di strada all’interno dell’Evento GiffoniFilmFestival. Solo due righe per non pre-confezionare quella che sarà un’esperienza di incontro e di scambio con i giovanissimi partecipanti. La questione educativa ci interpella profondamente ed è per questo che necessita adoperarsi su tutti i fronti per incontrare e favorire la crescita delle nuove generazioni.
        È dato scientificamente autorevole che l’assenza del gioco o, meglio, la riduzione di esso all'uso della playstation o della nintendo, così come la carenza di dialogo ed esperienze relazionali quotidiane, porta a gravi disagi quali l’analfabetismo emozionale, il ritiro sociale, l’incapacità di sostenere il limite o il contenimento dell’ambiente.More...

Laboratorio di vita quale spazio per sentirsi e pensarsi

by Mauro 13. luglio 2014 20:35

        È così che abbiamo concluso il Laboratorio di questa stagione estiva, con l’appellativo Rainbum il gruppo dei giovanissimi si è lasciato attraversare, fluidamente (rain), dai contenuti che man mano emergevano durante le giornate ed è arrivato ad esprimere (bum) il proprio potenziale creativo integrando nuovi aspetti di sé che nell’arco della settimana sono emersi.
          Il Laboratorio di vita ha la caratteristica del work in progress ove l’allenamento alla spontaneità è già un pre-requisito dell’equipe di conduzione che, in tal modo, rimane aperta alla sintonizzazione con il gruppo.
           Il percorso di esplorazione, infatti, si snoda attraverso la base relazionale che il gruppo crea a partire dai primissimi momenti in cui lo spazio di gioco, definito quale cerchio d’interazione all’interno del quale vale il riconoscersi a vicenda, assume la valenza simbolica di contenimento/contenitore di racconti di vita.
         Ogni adolescente trova così uno spazio privilegiato per esplorare e recuperare l’equilibrio dinamico tra mondo interno e mondo esterno, si permette cioè di esprimere e condividere i propri vissuti accogliendo le restituzioni degli altri.
         Il confronto con il Vangelo offre la pro-vocazione di partenza, per avviare l’ascolto di sé e l’entrare in relazione. E, secondo il metodo psicodrammatico, il gruppo viene accompagnato in un continuo alternarsi di momenti individuali e gruppali, tempi di messa in gioco e di integrazione.More...

Ri-creazione sociale ovvero agente di cambiamento: l’Animazione socioculturale

by Mauro 29. aprile 2014 10:00

       L’animazione è ricreazione? È mero scuotimento dell’Io connotato da un’euforia passeggera? Questi luoghi comuni diffusi anche nel campo psicopedagogico non rispondono a verità.
          Fin dagli anni ’80 ho colto nell’animazione socio-culturale uno strumento privilegiato per inserirsi nei tessuti territoriali, coglierne i bisogni e far emergere le istanze ed i vissuti. Ciò mi ha permesso di creare condivisione, tessere trame relazionali capaci di innovazione e cambiamento, solidarietà e compartecipazione. L’animazione è frutto dell’ascolto e del dialogo, è progettazione e sfida, accompagnamento che genera ri-creazione sociale.More...

Pedagogia del desiderio/2

by Mauro 16. settembre 2013 14:40

         Il nostro tempo viene definito come età della tecnica e ad essa è stata delegato il compito di procurare agio all’umano vivere acquistando una sorta di capacità miracolosa capace di dare soluzione al problema dell’uomo.
        Eppure la tecnica non è in grado di rispondere alle domande esistenziali del genere umano, la stessa comodità procurata dalla tecnica sovente non equivale a benessere o a disponibilità di maggiore tempo per stare nelle cose della vita e neppure corrisponde unicamente  a piacevolezza. La tecnica tutt’al più  viene ad anestetizzare il sentire, i desideri il cui contatto, altrimenti, veniva mantenuto attraverso lo sforzo e l’industriarsi per arrivare alle mete.
        La questione del desiderio permane aperta a prescindere dallo status sociale di appartenenza, nei ceti più agiati i confort  vengono a saturare la vita e a riempire le case fino ad inibire la creatività e la spinta alla ricerca propria dell’individuo, nelle condizioni di estrema precarietà invece la lotta per la sopravvivenza può portare a costruire modalità difensive tali da perdere il contatto con i desideri e la conseguente elaborazione di un personale progetto di vita. In entrambi i casi i modelli sociali che siano vip, veline  o boss della criminalità, sono una proposta di successo che affascina fino ad essere assunti passivamente, senza desiderio.
      Qualcuno potrebbe obiettare che anche i modelli sociali possono essere oggetto di desiderio, ritengo che ciò sia vero nella misura in cui la ricerca della meta (modello) esprima l’ascolto profondo della persona e la tensione verso di essa non sia frutto di mera induzione politico-sociale. Se così fosse anche l’induzione al gioco d’azzardo o ogni forma di dipendenza potrebbe essere annoverata quale frutto di desiderio!More...

"Pedagogia del Desiderio" a Palermo

by Mauro 15. settembre 2013 11:15

       Mi sono imbattuto, per la prima volta, con la  Pedagogia del Desiderio per strada nel 2006 a Salvador di Bahia dove mi trovavo per un campo di servizio. Un gruppo di meninos de rua aveva improvvisato una performance in piazza, creando ritmi ricavati dall’uso di strumenti fortuiti (lattine, legni, bottiglie) e danze. Ho subito colto il fascino di quella espressione artistica proprio perché al di là delle forme esprimeva l’anelito alla vita e all’esserci in questo mondo. Quei ragazzi avevano trovato uno spazio per riscoprirsi, non erano meninos che si davano ai piccoli furti per potere sopravvivere, loro anziché prendere donavano e lo facevano gratuitamente. Una modalità che riconoscevo simile a quella dei Missionari di Strada con cui condividevo da alcuni anni le animazioni nelle piazze della Sicilia al sabato sera.
         Successivamente i missionari del luogo mi hanno raccontato di come l’Associazione Axé si occupava dei ragazzi di strada avvalendosi di varie forme d’arte per destare i loro desideri e favorirne l’espressione attraverso un progetto di vita. Un intervento educativo che parte dallo stare con chi abita la strada, un incontro non dettato da programmi predefiniti ma aperto ad una co-costruzione a partire dai bisogni e dalla riscoperta del proprio desiderio di vita. A Salvador così come a Palermo quando ti trovi di fronte ad un minore che per sopravvivere ha imparato ad essere già grande, hai bisogno dapprima di creare alleanza, favorire il calo delle misure difensive per poi costruire significati condivisi e favorire l’ascolto dei propri bisogni autentici. Un percorso che si avvale dell’arte proprio perché capace di stimolare le vibrazioni interiori, entusiasmare allenando alla spontaneità e a contattare il Bambino Libero (in termini analitico transazionali) e tornare a gioire per una causa, il desiderio di vita.More...

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