Come possiamo litigare bene

by Mauro 28. dicembre 2017 21:50

   Venerdì 29 dicembre ore 18.00 Ci prendiamo uno spazio per dialogare sul conflitto, su come attraversarlo bene. Il titolo scelto con Andrea Cozzo “Come possiamo litigare bene” sottintende che il conflitto non dice, automaticamente, “violenza” ma può rivelare l'originalità di ciascuno, la capacità di simbolizzare e dare parola a quel che si ritiene prezioso e si desidera condividere.

Siamo sul piano dell'ascolto, dunque, presupposto fondamentale per qualsiasi comunicazione. La costruzione di rapporti di pace, infatti, è frutto dell'ascolto e, quindi, della relazione interpersonale su cui scorrono i diversi contenuti.

Comprendiamo che la pace va tessuta, tramata attraverso l'incontro ed il riconoscimento reciproco. Non si tratta, certo, della pace romana, quella che era dettata dalla tregua frutto di sottomissione e che demarcava due guerre. Simile repressione imponeva l'omologazione e lo svilimento di qualsiasi capacità critica.

 René Girard nella sua teoria sulla violenza paralva di “rivalité mimétique” là dove ognuno cerca di ottenere quello che l'altro vuole non perchè lo desideri in sé, ma solo perchè è oggetto dell'attenzione altrui. L'individualismo del nostro tempo genera questo tipo di competizione mimetica, come a considerare sempre e comunque l'altro come un rivale con cui combattere.

Restituire parola e spazio di confronto, attraverso la Conversazione di domani, è già laboratorio esperienziale per simbolizzare la violenza, le passioni, attraverso un discorso che dia forma e confine.

L'assenza di confine e di differenziazione genera caos ed espone alla violenza, allo stesso modo il confine rigido e oppositivo come ha sollecitato l'era della modernità in cui gli “ismi” hanno affermato i diritti con modalità sempre più aggressive. Si pensi ad alcuni reality show in cui lo scontro intergenerazionale o tra coniugi o vicini assume, sul palcoscenico televisivo, i connotati di un match di boxe. Plateali esempi li rileviamo anche nei dibattiti politici o in alcune partite sportive.

Ci rendiamo conto che per molti anni il mezzo televisivo ha contribuito a fare percepire la comunicazione in termini unidirezionali così come, del resto, la scuola ha mantenuto. L'interazione, la creazione di pensiero in modo circolare e comunionale è roba dei nostri giorni, direi che la rete sta generando ulteriori potenzialità da assumere e orientare.

Nel mentre la Comunità di Danisinni offre un tessuto di ascolto e di confronto, di provocazione per chi prende le distanze dall'individualismo e desidera confrontarsi con una realtà diversa.

Nel nostro territorio da più di un anno si è avviato il percorso di Mediazione comunitaria, uno spazio di pensiero e di esistenze per attraversare i conflitti e riconoscersi. Domani un altro passo per  nutrire la Comunità ed arricchire un pensiero divergente.

 

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