La rivoluzione nasce dall'Ascolto, lì ogni diversità è colta come dono

by Mauro 10. giugno 2018 08:20

    In un tempo in cui la diversità viene propinata come realtà da temere, la Comunità di Danisinni custodisce il valore dell'incontro, quello in cui ciascuno viene riconosciuto dono per l'altro proprio per la sua unicità. Questo fine settimana un coro di Danisinni condivide un'esperienza preziosa con un gruppo di detenuti dell'Ucciardone ed il resto della Città. Due realtà ai margini che prima donano un concerto all'interno del teatro Massimo e poi un altro nella Casa di reclusione Ucciardone ove altri detenuti possono assaporare le note della “Buona Novella”.

     A De André, infatti, è dedicata la manifestazione artistica che prima di essere un'esibizione è un percorso di condivisione per contribuire a costruire Comunità e vita buona nel contesto della nostra Palermo.

      Singolare che proprio il cantautore che ci ha lasciati da vent'anni, abbia dedicato una parte del suo repertorio musicale a composizioni che si rifacevano ai Vangeli e agli scritti ad essi legati. L'album “La buona novella”, ad esempio, rileggeva i testi sacri per la tradizione cristiana integrandoli con le istanze sessantottine, cogliendo in Gesù una peculiare figura di rivoluzionario che aveva segnato la storia di tutti i tempi.

Comprendiamo bene di come la politica ed il pensiero sociale debba essere animato da un orizzonte pienamente disinteressato per potere agire secondo il reale Bene comune.

Il Vangelo che meditiamo in questa domenica (Mc 3, 20-35) ci mostra palesemente quanto sia necessario custodire il rapporto con Dio senza entrare nel compromesso della mezza verità. Sappiamo, infatti, come l'uno per cento di mezogna viene a guastare tutto il novantanove per cento di verità. Ciò non equivale ad essere integralisti, non è di ideale di perfezione che si parla, ma di umiltà di fronte alle questioni della vita. Spesso per affermare se stessi, la verità viene edulcorata a propria convenienza perdendo così il senso della meta verso cui si è diretti.

Gesù è un grande rivoluzionario, a dirla con De Andrè, e ciò perchè ha orientato gli interlocutori al Padre suo e non ha esitato a condividere con l'umanità ferita la sua dignità di Figlio di Dio. È la meta che si persegue a determinare la dignità di un'esistenza, la causa per cui ti spendi definisce i tuoi giorni.

La Sua lotta è per la comunione e la liberazione da ogni schiavitù. La contestazione degli scribi descritta in questa pagina del Vangelo è molto sottile perchè vorrebbe insinuare che Gesù opera, liberando dalla schiavitù del male, essendo Lui stesso operatore a servizio del Male. È una provocazione che vorrebbe disorientare e mostrare l'ambivalenza dell'agire umano come se ci fosse, comunque, un interesse sottostante. È la logica del relativismo in cui ogni cosa assume validità a seconda dell'interesse del momento.

La replica del Maestro è lapidaria: “Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi”.

La divisione è frutto della ricerca di potere e dell'affermazione di sé. Gesù, piuttosto, lotta per la comunione ossia per mostrare come ogni essere umano, se davvero scopre di essere figlio del Padre, ha motivo solo di gratitudine e non di rivendicazione.

La logica del male, invece, vorrebbe creare nutrimento e bellezza a proprio piacimento, è la storia del peccato genesiaco ove cambia l'apparenza delle cose a partire dalla suggestione che se ne riceve. Quel che prima era privo di interesse diventa desiderabile e buono da mangiare e, subito dopo, il vissuto è di divisione e nascondimento. La realtà, dunque, quando viene manipolata attraverso l'apparenza, ossia la “confezione” di turno, cela in sé un contesto di morte. 

Gesù lotta per l'amicizia e la custodisce chiamando perfino Giuda “amico”, proprio nel momento del tradimento. Questo perchè la sua vita non è affidata al riconoscimento e alla restituzione altrui, Lui è amato dal Padre e, pertanto, pur nel travaglio mantiene la direzione del suo cammino: far conoscere il volto del Padre e, di conseguenza, la dignità di ciascuno.

Solo, porrà inimicizia tra l'umanità liberata e la stirpe del serpente, perchè il Bene non ammette compromessi e la  Bellezza va custodita.

Maria sarà madre, e da lei la nuova stirpe, perchè ha accolto e ha custodito questa verità, non si è appropriata del dono di Dio e non ha rivendicato diritti sulla vita di Gesù. Quando non ha compreso ha “serbato nel suo cuore”, ossia è rimasta in ascolto per lasciare che, man mano, la vita potesse rivelare il senso delle cose.

L'uomo contemporaneo che pare avere perso il senso dell'attesa, fa fatica ad aprirsi alla fede e cioè alla relazione con il Padre con cui condividere il cammino quotidiano. È forte la pretesa di autodeterminazione e il “tutto e subito” sembra divenire l'unica legge morale per avere soddisfazione dalla vita.

Ben diverso è l'annuncio del rivoluzionario Gesù: chi accetterà di stare nel cammino dei suoi giorni mantendo lo sguardo e l'ascolto rivolto al Cielo, potrà cogliere il valore ed il sapore di ogni cosa, e la gratitudine per il dono ricevuto solcherà i suoi passi.  

Add comment

  Country flag

biuquote
  • Comment
  • Preview
Loading

Month List

RecentPosts