Tre giorni dopo. Giffoni Film Festival/3

by Mauro 26. luglio 2013 19:10

   Oggi con i ragazzi di Iammonline abbiamo intervistato il regista e parte degli attori del film Tre giorni dopo. Commedia italiana ideata dal regista Daniele Grassetti che insieme al cast è stato capace di mantenere un tono di leggerezza coniugando l’umorismo con aspetti profondi della vita quotidiana di un giovane.

       Ambientata in un popolare quartiere romano, il Pigneto, la commedia ruota attorno all’amicizia di tre coinquilini che si sostengono a vicenda nell’affrontare difficoltà quotidiane permettendoci di guardare quel mondo con i loro occhi. La prospettiva del mondo “adulto”, le elucubrazioni proprie di chi disilluso dalla vita cerca con razionalità di scandire il tempo quotidiano appaiono inadatte a leggere l’arte del Grassetti che è riuscito, a nostro avviso, a mettere in luce in modo interessante un tipico spaccato di vita quotidiana.

       Tre giorni, il tempo dato per “salvare” un amico  e mettersi in gioco rimettendoci del proprio. Tre giorni per dare luce ai propri limiti ed affrontare, se si vuole, le paure questa volta uscendo dalla dipendenza. Diversi personaggi della commedia, infatti, hanno l’opportunità di ri-decidere. Il protagonista Matteo affetto da attacchi di panico fa continuamente ricorso ad ansiolitici, Sandro è un giocatore d’azzardo, Pistacchetto fa uso di sostanze. Solo il protagonista permetterà all’amore di una giovane che lotta per fare verità nella sua vita, di guarirlo. Accogliere il suo amore significherà per Matteo lasciare le pasticche attraverso le quali affrontava le questioni della vita.
       Tornando alla nostra mission educativa mi sembra davvero interessante potere ricorrere alla comicità per fare prevenzione. Ci siamo più volte soffermati sulla inutilità di una azione preventiva basata su campagne informative o di allerta che di fatto non custodiscono il minore finendo con il rinforzare comportamenti disfunzionali. Nel film emerge un mondo adulto corrotto ed incapace di rispondere ai bisogni di un giovane, con l’ultima frase del film la nonna sembra apporre un sigillo sulla vita del neolaureato nipote il quale viene invitato a non illudersi e ad affrontare la dura realtà quotidiana. Consapevoli che il mondo adulto non ha il ruolo di trasmettere illusioni di vita crediamo che, piuttosto, è suo compito quello di accompagnare sostenendo il cammino e le speranze di chi più giovane manca di esperienza.
        I comici epiteti espressi da un’anziana del condominio e, all’opposto, le premure della sua gemella, mostrano una sorta di schizofrenia che viene proprio dal mondo adulto che da un lato sembra volersi prendere cura del mondo giovanile mentre dall’altro lo etichetta con luoghi comuni ferendo ogni possibile comunicazione. La questione è che una visione adultocentrica impedisce di pensare ad interventi preventivi che tengano conto del mondo dei giovani e dei più piccoli.
       La tematica delle dipendenze, appare nel film, paradossalmente è sostenuta dal mondo adulto: le elevate aspettative dei familiari di Matteo sembrano correlarsi con il suo stato ansiogeno, la tossicodipendenza di Pistacchetto che fa della sostanza il suo punto di forza per mostrarsi spavaldo trova riscontro nel padre che si atteggia a boss della mala, la ludopatia di Sandro è rinforzata dal mondo circostante che gli propone vie di fuga dalla realtà. Quest’ultimo aspetto ancora ignorato ai nostri giorni è un fenomeno sempre più dilagante nella nostra società ove le schede del gratta e vinci prima e le sale Bingo e le slot sembrano lievitare a vista d’occhio.

         Tornando alla Commedia, viene data una ulteriore provocazione, questa volta, sul rapporto con il mondo della fede: il prete è l’interlocutore a cui i tre ricorrono quale “ultima spiaggia” per saldare il debito.
         Se da un lato ha già un valore in sé l’essere riconosciuti nel caso di bisogno, dall’altro emerge un interrogativo: la mission della Chiesa nella nostra società è meramente mission sociale o c’è un di più che abbisogna di essere raccontato e condiviso?
          Sappiamo bene come non si tratta di ricordare alla gente cos’è la Chiesa, piuttosto essa è chiamata a mostrare la sua identità attraverso la vita. Questo aspetto è in linea con quanto intendeva il regista durante l’intervista dicendo non abbiamo avuto la pretesa di dare lezioni ai giovani ma di mostrare aspetti della loro vita... Nel mentre qua a Giffoni la giuria formata da under 16 ha applaudito con grande entusiasmo al termine della proiezione. 

 

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