Ticket Redemption, la nuova "favola"

by Mauro 21. maggio 2013 23:00

                Il mensile Terre di mezzo ha recentemente pubblicato un’inchiesta sui nuovi giocatori d’azzardo: i ragazzi!
                Forse in pochi sanno che attraverso le "ticket redemption"  i minori vengono indotti al gioco. Infatti sapendo di potere vincere premi quali orologi o Ipad i minori entrano nel tunnel della dipendenza, con questa modalità di gioco viene mascherato il rischio, giustificato dal fatto che non si tratta di “soldi”! 
                In grandi centri commerciali come il Bicocca Village di Milano o La Grande Mela di Verona troviamo allocati spazi adibiti al divertimento per ragazzi: le aree Ticket Redemption.

                  Di che si tratta? La denominazione dall’inglese “to redeem” significa “dare indietro, restituire”, indica che questi giochi danno come vincita dei ticket in base ai risultati raggiunti. Accumulando punti poi è possibile riscattare un premio esposto in vetrina. Ecco l’innovazione: venti anni fa un ragazzo vedeva al negozio un oggetto che lo attraeva e andava a chiedere ai genitori se potevano regalarglielo, e magari si sentiva dire che avrebbe dovuto attendere la prima festività o la promozione a scuola per ricevere il dono desiderato; ora per ottenere quel bene il ragazzo sa che deve giocare
             Questa induzione ha a che fare con l’impulsività, abitua cioè all’agito ostacolando l’esperienza dell’attesa, del limite prima di avere qualcosa. Viene elusa, in questo modo, la sana esperienza di frustrazione che risulta funzionale al contatto con sé e alla comprensione dei propri valori, proprio il DSM IV pone il Gioco d’Azzardo Patologico sotto la categoria del Disturbo del Controllo degli Impulsi.
             In realtà la ricerca attuale mostra una elevata correlazione tra gioco ed impulsività, ma non è ancora riuscita a spiegare la natura di questo rapporto e come esso funzioni. Se cioè l’impulsività sia legata direttamente al comportamento di gioco o alla presenza di una psicopatia sottostante. Senza dubbio tra i due fenomeni ci sono molte somiglianze e pratiche come la Ticket Redemption costituiscono rilevanti fattori di rischio.
             Pare che le nostre politiche sociali siano più propense a promuovere fattori di rischio che fattori protettivi come ad esempio spazi di aggregazione e di espressione ludica. Anzi ciò che può procurare una fuga dalla realtà sembra la soluzione “vincente” per anestetizzare il disagio sociale. A tal proposito il gioco d’azzardo è come un rifugio della mente, un modo per procurare l’illusione di creare una realtà parallela, un luogo mentale e, come dice Steiner, un luogo spazio-temporale ove rifugiarsi e liberarsi dai vincoli della realtà quotidiana.
              La scommessa in tal senso è da intendersi quale possibilità di inventare il proprio futuro e un modo di rimediare ai disagi che si sperimentano. L’oppio dei popoli? Forse è da rintracciarsi in questa direzione…

 

 

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