Rien ne va plus, les jeux sont faits

by Mauro 12. ottobre 2016 18:35

Domani ci prendiamo uno spazio di riflessione e di pensiero sul Gioco d’Azzardo. Vent’anni fa non avrei mai supposto che mi sarei trovato a dedicare così tanta attenzione ad una malattia, il gioco d’azzardo patologico, che oggi sta diventando fenomeno di massa che viene a devastare individui e famiglie di ogni ceto ed età.

Con un gruppo di operatori di Scommetto che Smetto prima che nell'ambito clinico lavoriamo in termini preventivi e di promozione della salute. Sembra una lotta impari considerato che anche dalle nostre parti stanno arrivando perfino i casinò per bambini, luoghi ove non vengono utilizzate banconote ma i ticket, come se questo per un bambino facesse la differenza, che a fine giocata possono essere scambiati in premi di consumo.

Uno stratagemma, uno dei tanti, per aggirare la legislazione, il gioco è “rigorosamente vietato ai minori”, e continuare in questo scempio dell’essere umano sacrificato al mercato dei consumi.
Pensare che un oggetto comprato, in fondo, è meno desiderabile di un premio frutto di una vincita e, pertanto, il sistema delle Ticket redemtpion costituisce una induzione al gioco d’azzardo, non a quello ricreativo, che nell’arco di qualche anno (ancor prima della maggiore età) produrrà nuovi consumatori patologici!
Si viene a ingenerare quella che in termini di Terapia cognitiva si chiama illusione di controllo o, ancora, fallacia. Il bambino, cioè, non si confronta con un gioco di abilità ed impara a strutturare il successo in base ad una combinazione magica e non in rapporto alle proprie abilità o conoscenze. 
Si tratta di un’iniziazione in quanto, anche per i bambini, la slot assume un suono differente ed ipnotico, a seconda delle combinazioni! Man mano introdurranno anche delle baby video lottery in cui sarà la velocità ad avere il primato e l’impulso alla soddisfazione immediata sarà sempre più accelerato.
Per intenderci, l’illusione di controllo indica  la certezza della vincita a motivo della propria onnipotenza, per cui un giocatore ritiene che le sue vincite siano frutto delle abilità psico-fisiche, perché lui crede di potere influenzare quello che accade!
Per fallacia del giocatore, invece, si intende la sopravvalutazione della possibilità di successo, come una sorta di legame con il fato. Questo ulteriore aspetto procura l’orientamento della persona verso i giochi di pura alea e cioè privi di abilità e totalmente consegnati alla “superstizione”.
Questo è uno scorcio di quella lotta impari che continuiamo a sostenere insieme a tanti che sul territorio nazionale stanno fronteggiando da anni l’epidemia del gioco d’azzardo. 
Ci rendiamo conto che la prevenzione comincia con la promozione della salute e quindi con la partecipazione a tavoli di pianificazione urbanistica e dei servizi territoriali. Si pensi, ad esempio, all’importanza di un parco giochi in ogni quartiere della Città o a isole pedonali e piste ciclabili in cui ritrovarsi per fare sport o condividere una passeggiata. Così come alla promozione della cultura della bellezza, dell’arte e dello spettacolo, per favorire l’espressione e la risonanza creativa. 
Il nodo problematico, però, si ha quando gioco e realtà si sovrappongono fino a “coincidere”. Noi, nel mentre, continuiamo a sognare consapevolmente, sperando che nel tempo alcuni sogni possano diventare realtà.
 

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