Quale battaglia regge la nostra vita? /4

by Mauro 4. luglio 2014 20:43

         La terza tentazione è inerente alla prospettiva di vita, in fondo è ciò che unifica il cosa mi dà la vita (prima tentazione) e quali strategie metto in atto per crescere (seconda tentazione). La prospettiva è il modo di stare nella vita, l’angolatura attraverso la quale filtro le informazioni che mi arrivano o, meglio, zummo i particolari risaltanti, ciò che suscita interesse, ricerca.

      Interessante notare che è la meta, lo scopo a creare il viaggio. La prospettiva mi orienta dando direzione a tutta quanta la mia vita come la pianta che cresce orientandosi nella direzione dei raggi del sole. Quale sole orienta la tua vita?
        Il tentatore condusse Gesù “su un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: Tutte queste cose io ti d,arò, se, prostrandoti, mi adorerai” (Mt 4, 9 – 10). C’è un luogo particolare “un monte altissimo” la prospettiva è dall’alto verso il basso, tutto il resto è offerto come contesto ove esercitare il proprio potere. Da quella visuale viene mostrato il mondo abitato e la sua gloria.   

        L’evangelista Luca (4,5) dice “mostrandogli in un istante tutti i regni della terra”, cioè tale gloria è quella di “un istante” e non dell’eternità. Il tentatore è veritiero nell’affermare che i regni della terra sono sotto il suo potere ma questa autorità è di un momento, “passa la scena di questo mondo”.
        Come mai cerca di sedurre Gesù in merito alla autorità il potere, in fondo già i Magi lo avevano riconosciuto Re e successivamente Lui ribadirà che il suo regno “non è di questo mondo”. Come mai il tentatore vuole insinuare questa suggestione? Perché di fatto l’autorità, il potere, è una grande calamita, è una tentazione onnipresente. Il nostro relazionarci è azione di potere o di servizio. Posso stare a lavoro esercitando un potere oppure adoperandomi come chi serve a prescindere del mio ruolo specifico. Eppure cerchiamo audience, riscontro mediatico, giornalistico, per sapere cosa dicono di noi. Ci sono esponenti del mondo dello spettacolo, di quello politico o ecclesiale che hanno la sindrome dell’ufficio stampa. Devono comunicare ogni cosa per farla sapere al mondo intero, se il mondo sa allora sono in preda all’ebbrezza della fama: parlano di me! Un tipo era talmente confuso che nei rotocalchi sebbene parlassero di lui per criticarlo era contento di dare notizia.
         Eppure la tentazione è proprio sull’autorità, sul potere di questo mondo, sulle logiche che prima o poi ti portano ai compromessi perché c’è sempre di mezzo un fine importante. Sappiamo bene che di buoni fini è lastricata la strada che porta all’inferno. Attenzione a non ragionare per finalità, non apparteniamo alla progenie del Machiavelli il fine non giustifica i mezzi! Noi abbiamo bisogno di recuperare una prospettiva escatologica, volta verso un compimento. Ora la meta verso cui tendiamo ha già una premessa che è la Croce di Cristo, questo Evento è il centro della storia, anche di quella futura. Ciò significa che dà una direzione nuova, noi andiamo verso la meta forti di un dono d’amore, già Cristo ha vinto la morte, ha vinto ogni tipo di sconfitta e limite umano. Non c’è più una voragine scura che segna la demarcazione uomo-Dio se ci affidiamo alla Misericordia che viene dalla Croce.
           Ricordo di un anziano parroco di un paesino del corleonese che, vent’anni or sono, nel mostrarmi la sua umile Chiesa parrocchiale mi diceva che non aveva mai accettato la proposta di avviare cantieri scuola indetti con i fondi pubblici. E mi spiegava che se da un lato la Chiesa ne avrebbe avuto un oggettivo beneficio dall’altro avrebbe dovuto assecondare una logica illegale e cioè vedere sparire buona parte dei soldi stanziati perché i capitolati di spesa in quegli anni erano palesemente gonfiati.

          Questo significa non accettare il compromesso anche se il fine potrebbe esserci del "buono". La storia non è legata al contingente come ad una continua emergenza, il cristiano ha trovato delle priorità di vita, tutto il resto passa.
            San Giacomo (2, 1 – 4) mette in guardia dal mescolare la fede con i favoritismi personali e dal fare preferenze, è inammissibile che un uomo dall’anello d’oro al dito vestito splendidamente sia accolto nei primi posti delle nostre Assemblee ed il povero lasciato ai margini. Questa è una grande tentazione di collusione con il potere, e dalle nostre parti, in modo particolare, vestiti in tale modo vanno i boss, i politici in cerca di consensi, i ricchi per sfoggiare la loro immagine-status di stare nel mondo. Ma quale modo scegliamo di stare nel mondo?
         Ora dobbiamo smetterla di cercare ragioni della nostra fede da contrapporre alla mens del mondo, noi vorremmo convincere il mondo laicista sul piano delle ragioni e questa è follia. Non è per questa strada che passa la nuova evangelizzazione, se prendiamo questa piega è perché ci attrae il potere, i grandi palchi su cui tenere conferenze a confronto con “i grandi” di questo mondo. Ravveduti rispetto a ciò potremmo comunque sconfinare nella posizione solo apparentemente antagonista: io il giudice che condanno l’altro e lo guardo con circospezione. Anche questa sarebbe una forma di innalzamento, un piedistallo da cui credersi migliori!
         Siamo nell’alveo della terza tentazione, essa ci seduce e noi più ci muoviamo più rimaniamo imbrigliati. Il problema connesso è la passionalità, il fatto che abbiamo una bramosia insaziabile ed il potere è proprio il compimento di ogni bramosia.
           Gesù alla terza tentazione dà una risposta lapidaria: "Vattene satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”. “Sta scritto” ossia la Verità della Scrittura senza troppe discussioni. L’alternativa suggerita è un inganno, il tentatore propone vie irreali, illusioni rispetto alla Verità. Gesù non apre una disputa, non si confronta con le ipotesi del tentatore, ma ribadisce “Sta scritto” a questa Parola bisogna obbedire tutto il resto è vano.
          Eppure la proposta illusoria ci circuisce, proprio perché è il tentativo di un futuro diverso, ideale magari. Il prezzo di questo è la prostrazione, cioè perdere la propria posizione eretta da Risorti in Cristo, da uomini che sono stati liberati dalla schiavitù e sono già vincitori. No, prostrarsi significa consegnare la propria dignità-identità, perdere la Verità su se stessi. Infatti ogni qual volta seguiamo l’illusione della tentazione non ci troviamo più, abbiamo dei volti sconvolti cioè turbati proprio perché non ci permettiamo più un ascolto profondo, dello spirito che è in noi. Il tentatore ci propone un futuro alternativo, il luogo dell’incontro con Dio invece è il presente e l’eternità! Si pensi alla preghiera dell’Ave Maria in cui chiediamo sostegno “adesso e nell’ora della nostra morte” sono gli unici tempi reali della nostra vita. Lo stesso vale per il passato ma questo può essere manipolato dal tentatore, ed è così che finiamo con il ridurlo al nostro peccato misconoscendo come Dio è rimasto presente, ci ha custoditi in vita anche se eravamo caduti in basso.
           È questa la differenza tra una lettura sapienziale della nostra storia ove scorgiamo la mano di Dio attraverso tutto, e la lettura demoniaca ove scorgiamo solo macerie e fallimenti che mantengono ferite aperte.
           “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”. Colui che va adorato è “il Signore Dio tuo” cioè colui che ti appartiene e a cui appartieni. È il patto sancito con l’Alleanza, un possesso votato alla liberazione, alla custodia reciproca. A differenza del tentatore che proponeva una sottomissione basata sulla perdita della propria identità e libertà, un rapporto di dominio ove non c’è relazione ma solo sudditanza, ora l’Adorazione di cui si parla è frutto di un rapporto sponsale di reciproco riconoscimento.
           Il rapporto sponsale implica l’esclusività “a lui solo”, proprio perché implica una scelta ed una donazione gratuita. Il rapporto paterno così come quello fraterno o filiale non è esclusivo e non è scelto, il rapporto sponsale invece comporta la consegna della propria volontà e del proprio progetto di vita. La chiesa è la vergine sposa, c’è una verginità nel cristiano che è segnata da questa piena disponibilità al Signore.


Tags: , ,

Blog | Incontri culturali | Ricerca di Dio | Terra Santa

Add comment

  Country flag

biuquote
  • Comment
  • Preview
Loading

Month List

RecentPosts