Morire di Speranza

by Mauro 20. aprile 2015 11:23

      Questa sera anche la Comunità di Danisinni si raccoglie in Veglia di preghiera per le vittime degli innumerevoli naufragi nel Canale di Sicilia. La strage di migranti che cercano di attraversare il nostro mare è continua, lo spazio di separazione tra la Sicilia ed il Continente africano è un’ecatombe senza limite. Sa di assurdo eppure corrisponde al reale!

Di fronte a così tanto orrore siamo chiamati a fermarci, pregare, riflettere e agire. È tempo di nuove azioni sociali volte alla custodia del genere umano ed in particolare dei più indifesi, è tempo di una nuova obiezione di coscienza di fronte a tanto male che calpesta la dignità dell’essere umano.

Comprendo, questo è solo uno dei tanti contesti in cui popoli interi si trovano a soffrire a motivo delle ingiustizie e le diseguaglianze legate ad interessi economici, un motivo aggiunto per uscire dall’indifferenza a cui ci sta abituando il mercato dei consumi, sempre più dipendenti da oggetti ed indipendenti dall’altro.

               È tempo di cessare le tante disquisizioni tipiche della politica nostrana, utili solo a giustificare le logiche di potere e di clientelismo. Quali sono i criteri che ci permettono di parlare di diritti e doveri? Quale criterio legittima la punizione di uno straniero con una pena maggiore per lo stesso reato commesso da un cittadino italiano? È tempo di porre accanto al diritto di uguaglianza anche quello di reciprocità!

Quanti pregiudizi vengono nutriti e manipolati dalla disinformazione di turno. Pensare che il nostro PIL per il 10% è sostenuto da immigrati i quali quotidianamente accettano di far fronte a mansioni che l’italiano aborrisce, pensare che il tasso di natalità è in crescita solo perché ci sono le famiglie di immigrati, altrimenti l’Italia sarebbe un paese in decrescita demografica e, conseguentemente, destinato ad impoverirsi. Pensare che l’incontro con l’altro è ciò che davvero arricchisce le nostre vite.

          Sì, senza reciprocità l’esistenza si spegne in una sorta di stanzialità che assopisce l’animo umano. L’uomo è fatto per la ricerca, il cammino, e questo avviene proprio attraverso lo scambio ed il confronto con il diverso da me, la differenza è la grande risorsa di cui l’essere umano è custode. Eppure la nostra società vorrebbe omologare, creare le stesse mode, consumi, proposte e ritmi di vita inibenti l’originalità.

           È pertanto che il Vangelo è avversato, proprio perché rimanda alla solidarietà e alla unicità di ciascuno. È di inciampo perché svela le trame di chi vorrebbe sentirsi superiore all’altro, piuttosto ricorda che l’umile è il più grande e che la vera giustizia si fonda sul perdono!

          La stessa formazione identitaria non è un qualcosa di stabile e definito una volta e per tutte, ciascuno è in continuo mutamento, la cultura e la maturazione di vita sono frutto dell’incontro con l’altro. Ogni incontro cambia chi lo vive autenticamente, cioè senza mascherarsi, è così che l’altro non rimane un estraneo, straniero alla nostra vita ma, man mano, viene ad “appartenerci”, proprio nella nostra lingua siciliana siamo soliti ripetere: “a cu’ apparteni”.

          Il tema dell’accoglienza fa parte della storia biblica, la fondazione dell’identità di Israele scaturisce da un essere straniero, Abramo è nomade e abbisogna di accoglienza per potere diventare popolo. anche in questo caso sovente si confonde l’accoglienza con l’emergenza da pronto soccorso, e in questi ultimi anni è di questo secondo aspetto che si è trattato. Sembrerebbe che buona parte dell’interesse relativo al fenomeno dell’immigrazione sia stato motivato da lauti finanziamenti.

         Questa, però, non è una battaglia mediatica o una questione di strategia economica, è un popolo che bussa alla nostra porta.

           Se ci pensiamo bene ciascuno di noi è straniero e, fino a quando non ci incontriamo con l’altro, il mondo sarà sempre abitato da forestieri.

         Un giorno Abramo accolse tre stranieri e da quel gesto iniziò la Storia che ha segnato le sorti di questo mondo…

 

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