Loro Testimoni di vita

by Mauro 30. ottobre 2016 20:59

        Ero ancora ragazzo quando nel 1978 il film “Halloween. La notte delle streghe” arrivò nelle nostre sale cinematografiche. Un genere horror prodotto negli Stati Uniti e che ebbe rapida diffusione fino a veicolare il fenomeno Halloween dall’Atlantico al vecchio continente europeo.

        Ciò è facilmente comprensibile in quanto il fascino horror trova un’immediata attivazione neurobiologica perché la scarica di adrenalina, e cioè del neurotrasmettitore principale che ha la funzione di aumentare la frequenza cardiaca e le prestazioni dell’organismo come nel caso della paura, permette un contatto estremo con il proprio corpo favorendo l’uscire dalla noia o, per taluni, dall’angoscia depressiva.

Oggi sappiamo che quel film traghettò un fenomeno culturale che nell’arco di pochi anni ha preso campo in tutta Europa. In realtà la celebrazione della notte di Samhain tornava nel continente riveduta e corretta in chiave americana.

Le sue origini, infatti, sono proprio nordeuropee in quanto i coloni irlandesi trasferitisi nel nuovo mondo portarono con sé, già a partire dal diciassettesimo secolo, le tradizioni celtiche ed i rituali legati ai druidi e cioè ai dignitari di classe sacerdotale che, nella società celtica, avevano il compito di interpretare gli auspici, fare da giudici nelle controversie sociali ed officiare i riti tra cui quelli con sacrifici umani.

Il nome Samhain indica la fine dell’estate e, nel calendario celtico, era un momento propizio, da intendersi al di fuori del tempo, in cui venivano meno i confini tra il mondo dei morti e quello dei viventi, un passaggio da fecondare ed in cui mischiarsi per entrare, non nella vita, ma nell’inverno! A riguardo possiamo trovare assonanze con in nostri giorni in cui si assiste ad una sempre maggiore perdita di confini e di definizione di identità e ad una, conseguente, crescita delle dipendenze.

La rivisitazione del rituale consisteva in alcuni cambiamenti formali, come ad esempio l’utilizzo della zucca americana anziché la rapa celtica, pur mantenendone il significato e cioè quello di propiziarsi gli spiriti maligni ed avere potere su di essi. Oltre a questi aspetti, solo apparentemente folkloristici, la celebrazione di Halloween acquistò un significato precisamente esoterico e cioè legato a riti e alle simbologie inerenti a Samhaim ed al mondo magico.

Di fatto, per realtà come le sette occulte, la notte del 31 ottobre è la data più importante del calendario, adatta a sacrifici e rituali particolari oltre che ad accogliere nuovi adepti. È noto alle forze dell’ordine come in tale contesto si concepiscano gravi crimini in tutto il territorio nazionale. 

Ci rendiamo conto che insieme al fenomeno consumistico che sta attorno ad Halloween, giornata in cui i proventi raggiungono milioni di euro per la vendita di maschere, accessori o dolci tipici, c’è un preciso intento volto a diffondere la credenza magica o esoterica per assoggettare quante più  persone a questo mondo.

Aldilà della propria fede religiosa sarebbe preziosa una riflessione rispetto all’offerta educativa proposta ai minori che, mi pare, quotidianamente sono bombardati da stimoli induttivi di nuovi bisogni anziché promuovere, man mano, identità ed appartenenza rispettose dell’autonomia di ciascuno.

Sappiamo quanto le mode sociali possano sostenere la crescita di un ragazzo e favorirne l’esplorazione e la definizione di un proprio pensiero e desiderio di vita, ma è il mondo adulto a filtrare le proposte per condividerne i significati. Quando questo è demandato al mercato dei consumi allora i piccoli sono facile preda del plagio o della dipendenza indotta.

La festa cristiana di tutti i santi, che ricorre nello stesso giorno, mostra l’esempio di uomini e donne che sono stati testimoni di una vita affrontata nella libertà e pienezza di dono. Persone che hanno scelto di lottare per una causa, aborrendo la cultura magica e deresponsabilizzante, fino ad essere pienamente protagonisti della propria esistenza. Proprio in questi giorni ricorre la memoria liturgica di uno di questi: don Pino Puglisi, martire della nostra terra di Sicilia.

 

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