L'Amicizia, medicina per ogni Tempo

by Mauro 9. maggio 2015 20:48

     La carenza di relazioni amicali viene a ferire l'uomo contemporaneo così immerso nella dimensione produttiva e di capitalizzazione del tempo. Eppure senza amicizia la vita sembra ammalarsi di seriosità, di precisa osservanza degli impegni. L'uomo finisce con il centrarsi sul compito perdendo di vista la dimensione relazionale che sta alla base del suo "nutrimento".

         Proprio il Vangelo di questa domenica, Gv 15, 9 – 17, viene ad immergerci dentro la vita di divina proponendoci una via di guarigione. E'una grande consolazione sapere che abbiamo accesso alla sua vita intima e che da questa siamo trasformati. Lui, ci viene detto, nutre un profondo desiderio di comunione, vuole condividere con l’umanità tutta la sua esperienza d’amore, il senso profondo della vita, ciò per cui esistiamo. 

               È pertanto che il Signore chiede ai discepoli di entrare nella sua gioia, cioè nella sua relazione d’amore, quella tra il Padre ed il Figlio. È questa la forza dell’uomo, l’esperienza da cui partire per affrontare qualsiasi tipo di battaglia.

        In Dio c’è la piena gioia proprio perché l’amore è pienamente corrisposto, al suo interno Dio vive un rapporto di gioia e di pace: il Figlio si consegna pienamente al Padre ricambiando il suo Amore. L’uomo che si dimentica di Dio manca di questa esperienza di reciprocità e, cercandola nell’altra creatura, finisce col rimanere deluso, risentito per la perpetrata mancanza.

         Dio apre la sua intimità all’essere umano per appagare questo desiderio profondo insito nell’uomo, desiderio che ci rende simili a Dio, cercatori dell’amore pieno. È allora che la creatura può aprirsi a relazioni rinnovate, a tessere rapporti di amore condividendo la propria vita con l’altro senza caricarlo di un’aspettativa idealizzata. La vita coniugale, ad esempio, quando attinge alla sorgente di Dio, sperimenta una capacità nuova, di rispetto, di riconoscimento e di perdono reciproco. 

        Rimanere nella gioia di Dio, pertanto, equivale a dimorare in Lui, ad inserirsi, cioè, nella sua relazione d’Amore ed è lì (attraverso questa esperienza) che l’uomo può affrontare le persecuzioni e le incomprensioni della vita, senza perdere la gioia e la pace del cuore.

        Gesù dirà: “Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri” (Gv 13, 34). In questo modo pone l’amore reciproco quale condizione del legame con Lui. Dalla relazione con Dio, cioè, scaturisce la relazione interumana, Gesù arriva a identificare l’amore per Dio all’amore per il prossimo, come a mostrare l’unicità della pianta: la Vite di cui noi siamo i tralci. 

         Ora aggiunge il “come io vi amo” (Gv 15, 9. 12), indica, con ciò, l’unico modo di amare: quello divino. Questa affermazione ha una conseguenza incredibile, in quanto ci identifica l’uomo a Dio nella capacità di amare.  Somigliamo a Lui proprio in questo agire che è, al contempo, un sentire. Il verbo “amare” non ammette spettatori inermi, la sua coniugazione spinge avanti, impone un coinvolgimento diretto e senza compromessi.

         Un’ulteriore aspetto emerge dal Vangelo di oggi, Gesù dice di riconoscerci quali “amici” e non perché “servi”, e questa precisazione amplifica il senso del “come” proprio perché l’amico è colui che vive un rapporto paritario, è considerato come se stesso. C’è una grande fiducia espressa da Gesù, in fondo Lui stava parlando con i discepoli, proprio loro che, di lì a poco, lo avrebbero abbandonato. Gesù vede oltre la coltre del peccato, conosce che nell’intimo ogni persona è fatta per l’amore ed è questo bisogno profondo ad esprimere appieno l’uomo.

              La relazione amicale è esemplare per descrivere l’intimità che può esservi in una relazione, l’amico conosce i segreti, supporta ed al contempo ha la libertà di criticare esprimendo il proprio punto di vista. 

          Nell’amicizia si sperimenta il dono gratuito, l’altro c’è malgrado tutto e nonostante tutto. L’amicizia potremmo dire che mantiene umani, cioè restituisce la capacità di spendere il proprio tempo senza un interesse (fretta) particolare.

          Oggi appariamo tutti un po’ più seri, sembrerebbe che abbiamo perso la capacità di stare con l’amico in modo disinteressato come a perder tempo. Gli adolescenti ci sono maestri di vita a tal proposito, perché mantengono spazio per il racconto amicale, per ritrovarsi e stare insieme senza la frenesia del produrre o dell’apparire. L’amico, un giovane lo sa, è tale perché ti accetta così come sei, non ti giudica anche se la pensa diversamente.

           Guardando la Scrittura scopriamo in Abramo il primo amico di Dio, cioè l’uomo che corrisponde alla proposta di Dio e lo fa, in particolare, con l’accoglienza dell’ospite (esperienza in luce già in Noè) . Accoglie i tre viandanti stranieri, li riconosce, gli va incontro, li accoglie e li nutre. Sembra riecheggiare la pagina del Padre misericordioso, come ce la descrive il Vangelo di Luca, ove un Padre accoglie il figliol prodigo. Abramo nel suo gesto di accoglienza sperimenterà lo svelarsi del volto di Dio, il Padre misericordioso mostrerà il tratto umano e divino che si incontrano. Similmente, nella parabola del Buon Samaritano non sarà più chiaro chi è Dio e chi è l’uomo, chi dona e chi ha veramente bisogno.

            Intuiamo come l’ospitalità e l’amicizia abbiano una connotazione analoga, entrambe rispettano l’alterità, la diversità dell’altro. Un amico che sia tale non desidera omologare l’altro a sé, l’amico non è da possedere o da schiavizzare ma da riconoscere. Nell’amicizia c’è curiosità ed interesse per l’interlocutore, direi che la ricchezza dell’amicizia sta proprio nella diversità dell’altro. E l’ospitalità, in modo analogo, nasce proprio dalla condivisione di ciò che si ha e che si è. L’altro che si sente accolto, riceve in dono parte di sé: spazio e tempo, cura ed interesse. Oggi, in un tempo di gravi discriminazioni e di logiche autoreferenziali, la Chiesa tutta è chiamata a riscoprire e testimoniare l’amicizia di Dio, a noi la missione di testimoniarla con la vita. 

 

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