Conservare o consumare?

by Mauro 26. marzo 2018 10:23

     C'è chi decide di vivere per conservare, chi per consumarsi. È la storia di sempre, moventi ben diversi regolano la vita di milioni di persone che decidono di stare da una parte o dall'altra, è la direzione, la meta, del cammino a fare la differenza.

     Quando decidiamo di accostarci al Vangelo facciamo una scoperta sorprendente, il dono per l'altro può diventare qualcosa di prezioso per sé.

      Oggi la pagina evangelica ci propone la figura di Maria sorella di Lazzaro e Marta, la quale accoglie Gesù con un gesto ardito e, anche questo, trova il rimprovero di Giuda, altro spessore umano, che vorrebbe conservare in cassa il ricavato di quel dono per poi garantirsi qualcosa.

       Avevamo già incontrato più volte Maria e la sua famiglia, amici di Gesù. Dapprima quando Marta si affaccenda per accogliere e preparare qualcosa per il Maestro nel mentre che Maria, anche qua rimproverata, rimane ai suoi piedi ad ascoltare. Lì Gesù custodirà la parte di Maria ribadendo che lei si è scelta la parte bella, quella che reca luminosa l'esistenza. La sorella, nel mentre, pur facendo cose buone appare piuttosto contrariata e vittima del suo stesso ben fare!

In un secondo momento, scena alquanto drammatica, troviamo Marta che fa la sua professione di fede dinanzia a Gesù accorso dopo la morte di Lazzaro. Anche in questo caso un rimprovero per il Rabbì che non è intervenuto prima. Maria, invece, accoglie e piange, si consegna le sue lacrime all'Amico.

Non si tratta di lascrime di rivendicazione, non è il piangersi addosso di chi si fa vittima degli eventi della vita, sono le lacrime di chi ama e queste contagiano perchè rivelano l'autentico senso dell'esistenza. È lì, al cogliere tali lacrime, che Gesù scoppierà in pianto e si muoverà verso Lazzaro per tirarlo fuori dalla morte. L'amore evoca l'amore e questo è eterno, non può avere fine.

Ora troviamo un gesto che rimanda a quello della peccatrice citata in un'altra pagina del Vangelo, che bagna con le lacrime i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli. Maria spezza un vaso colmo di autentico nardo e lo versa sui piedi di Gesù asciugandoli con i capelli.

È il dono autentico, forse quanto di più prezioso potesse avere e che non le serve a “garantirsi” la vita in termini di ricchezze ma, dirà Gesù, a “conservare” la vita intermini di eternità. È l'amore a non avere una misura, se è tale è dono senza fine, chi ama più ama e più desidera amare.

Il profumo versarto rivela proprio questa proprietà intrinseca all'amore in quanto il profumo versato diventa aroma prezioso per chi sta vicino, in relazione con chi lo ha accolto, e l'intera stanza, casa ne ha beneficio.

La logica di Giuda è ben diversa, lui vorrebbe conservare e considera spreco quel gesto. Bene, abbiamo bisogno di continui sprechi in questo mondo per vedere cessare le continue ingiustizie che ci circondano. Penso a Palermo ma potrebbe essere qualsiasi altra Città della nostra era, ove in tanti rischiano ogni giorno di finire per strada con le loro famiglie e, forse, incontrare indifferenza e distanza, oppure tracce di eternità. Entriamo nella settimana santa, rivolta verso la Pasqua.

 

 

 

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