Alla ricerca di Sistemi di significato

by Mauro 13. gennaio 2012 15:49

 In questi giorni scorgo dalla finestra della stanza l’Etna con i suoi tremila metri di altezza suggestivamente innevato e capace di creare spettacolari fontane laviche come ad indicarci l’imprevedibilità della nostra terra. La terra di Sicilia, isola che si erge tra il bacino orientale e quello occidentale del Mediterraneo, ha certo una caratterizzazione del tutto particolare a motivo della sua ubicazione geografica che da sempre l’ha resa meta di incontri e scontri tra popoli diversi.
                     Le varie dominazioni che nei secoli si sono avvicendate, dai greci ai romani, dai goti ai bizantini, dagli arabi ai normanni, dagli angioini ai borboni, hanno fatto sì che la Sicilia ricevesse una grande ricchezza culturale divenendo luogo di scambio tra le popolazioni. Il Mediterraneo poteva essere definito da Fernand Braudel come uno spazio-movimento, in cui, la Sicilia fungeva da piattaforma sulla quale questo scambio prendeva forma, plasticamente realizzata, attraverso le varie forme artistiche, l’incontro multiculturale, che esprimevano la sintesi tra culture diverse. Basti pensare alla Scuola poetica siciliana sviluppatasi attorno la corte di Federico II° che racchiudeva al suo interno artisti e letterati provenienti dal mondo arabo e da tutto l'oriente.
                     È palese ai nostri occhi che simile vocazione non ha avuto un proseguo fino ai nostri giorni in quanto il progressivo decadimento ha portato l’isola mediterranea a smarrire l’identità natia e, soprattutto, la capacità a prendersi cura di sé. È come se la straordinaria capacità di adattamento al continuo susseguirsi di dominazioni diverse avesse ingenerato, col tempo, l’incapacità a definirsi in modo distinto e autonomo. Prova ne è l’attuale povertà economica e quindi occupazionale che la regione registra nonostante le molteplici risorse di cui dispone.
                      Malgrado l’enorme patrimonio culturale presente nel suo territorio, e pur essendo la regione più estesa d’Italia con una costa tra le più belle del Mediterraneo l’offerta turistica è minima e spesso disagiata. L’isola non ha ancora attivato un processo di sviluppo endogeno che possa farle utilizzare le numerose risorse a disposizione. Penso ancora ai tanti giovani che sono costretti ad emigrare per pensarsi in modo adulto, capaci di autonomia e di formare una nuova famiglia.

                     Questo stato di cose viene a indebolire profondamente l’organizzazione di un sistema di significato che dia al giovane la stabilità e la sicurezza necessaria alla sua crescita. La questione si aggrava quando l’incertezza viene a minare dall’interno i sistemi di significato, quando cioè gli avvenimenti e il costante confronto con la quotidianità mettono in discussione i fini e la fiducia nelle proprie competenze, e nel significato profondo della propria esistenza.
                     Un ulteriore fattore di rischio diventa la costante pressione sociale che tende ad escludere chi non raggiunge i target richiesti. Non si tratta certo del rischio insito nella vita, quello è intelligibile e prevedibile; lo stato di incertezza a cui faccio riferimento è molto più grave proprio perché lascia la persona nel disorientamento e nella incomprensione per gli accadimenti.
                     Nel mentre che si fanno analisi e progetti a lungo e medio termine, penso che si possa partire dalla propria quotidianità ove ciascuno può contribuire a coltivare la qualità dei buoni rapporti sociali, nutrire amicalità, creare nel proprio piccolo racconti di bene, accogliere e donare unicità di vita.

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