Tornare ad essere famiglia

by Mauro 31. dicembre 2018 21:07

  L'uomo contemporaneo ha smarrito il suo posto, pare affannarsi per conquistare uno spazio e la garanzia del vivere ma, in realtà, non riesce a trovare un posto che lo rassicuri sulla legittimità della propria esistenza. I botti di fine d'anno sembrano un modo per cacciare via l'esperienza passata, come se la novità di un nuovo anno potesse reggersi da sé, senza tenere conto di quel che è stato prima.

Una maniera magica di rinnegare la propria storia, aspettandosi in modo fatalistico chissà quale fortuna dall'anno nuovo, pare frammentare ulteriormente la nostra generazione. Così come si sfugge dalla continuità temporale si sfugge da quella relazionale, è venuta meno la famiglia ed il senso del legame perchè, in questo modo, l'uomo ha preteso di diventare finalmente libero!

Sorprendentemente il primo giorno dell'anno trova nella liturgia cattolica delle immagini di un'eloquenza straordinaria che contribuiscono a dare postura al cammino quotidiano, spinta e direzione per orientare verso la meta. Sappiamo bene, infatti, che la direzione non calibrata nel tempo può portare da un'altra parte come quando si scocca una freccia ma non si è teso sufficientemente l'arco o non si è mirato il bersaglio.

Espressioni come “Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” o “nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare” o ancora “andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”, ci rimandano al movimento di Dio che prepara la risposta dell'uomo. È Lui a chinarsi e farsi carne assumendo la fattezza umana per entrare in relazione intima con quel che siamo. La materia viene vivificata dalla presenza di Dio ma è necessaria l'accoglienza della creatura affinchè tutto questo sia reso possibile. È per tale motivo che oggi si venera Maria Madre di Dio perchè il suo “si” ha permesso il mistero dell'incarnazione.

La risposta alla domanda di Dio ci coinvolge in prima persona, non può esserci cristianesimo formale dettato da teorie e parole che non coinvolgono la vita. Non puoi sapere di Dio se non lo sperimenti personalmente, se l'incontro con Lui non ha cambiato il tuo orizzonte di prima.

Nel mentre che l'uomo religioso si sforzava, e contina a farlo, per elevarsi a Dio e diventare come Lui, il Signore della storia si chinava per diventare uomo. Questa inversione di prospettiva fa la differenza tra la religione e la fede cristiana. Il cristianesimo scaturisce da una relazione ed è frutto del chinarsi di Dio, del suo desiderio di donarsi all'essere umano.

Questa esperienza dona pienezza, e rende bella l'esistenza. Anche a riguardo è necessario assumere un criterio di bellezza che non è dato dall'ideale di perfezione, ma dalla precarietà umana visitata da Dio. Il Crocifisso non esprimerà bellezza formale ma l'intensità della bellezza propria dell'amore. Chi malgrado la sofferenza non rinuncia ad amare è capace di trascinare le montagne.

E un qualcosa di enormemente straordinario accade proprio ai piedi della croce, in quel momento ci viene rivelato il volto dell'amore. Non è possesso, né autoreferenzialità l'amore. Maria accetta di consegnare suo figlio Gesù alla sua missione affinchè l'umanità potesse ritrovare vita e in quel mentre Gesù si spossessa della Madre affidandola alla Chiesa rappresentata da Giovanni affinchè l'umanità intera potesse avere la sua costodia. Rinunciare alla relazione esclusiva che si ha con un figlio o con la propria madre è la postura profonda dell'amore.

La vita scaturisce dalla comunione e quando usciamo fuori dalla prospettiva individualistica troviamo finalmente il nostro posto. Duemila anni fa l'accoglienza di Maria ha procurato un posto nuovo per l'umanità intera e, ancora oggi, è l'accoglienza che salverà il nostro mondo. Ecco la sorpresa del nuovo anno!

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