by Mauro
14. maggio 2017 14:37
Con la celebrazione di questa mattina la Comunità di Danisinni ha iniziato l’anno giubilare, a cinquant’anni dalla costituzione della nuova parrocchia Sant’Agnese, comincia ora un anno di memoria e transito, di riscoperta e stupore per il grande dono ricevuto e il gran Bene che si è realizzato durante la storia di mezzo secolo.
Non si tratta di un’autocelebrazione ma di un rendimento di grazie per le meraviglie che il Signore ha realizzato per questo popolo custodito nel Rione Danisinni.
L’anno giubilare, appunto, è un tempo in cui scorgiamo in modo speciale il chinarsi di Dio scorgendo il suo sguardo fino a trovare il suo abbraccio.
L’agire del Dio cristiano, infatti, è decifrabile attraverso una duplice coordinata che alimenta il desiderio di incontro che ha il Signore. Da un lato, così come il padre misericordioso nei confronti del figliol prodigo, è attesa dello sguardo del figlio e del suo ritorno, dall’altro è ricerca così come il bel pastore che lascia le novantanove per cercare l’agnello smarrito.
Un movimento di andata e ritorno finalizzato a custodire e donare pienezza di vita, aprire per accogliere e, così, mantenere feconda la Comunità.
In fondo ciascuno cerca unicità e appartenenza, e l’anno giubilare rinnova questa identità. La missione particolare che ciascuno porta e, al contempo, la consapevolezza di non essere monade autoreferenziale o eroe da mitizzare.
Il cristiano è piuttosto uomo del cammino, che attraversa le difficoltà quotidiane difendendo la comunione con la Comunità e con l’unico pastore, quello che ha fatto della sua vita un dono totale. Proprio per questo nel viaggio si scopre sempre più sensibile al dimenticato, allo scarto dei nostri giorni ma prezioso al cospetto di Dio.
Anche queste note descrivono la bellezza di Danisinni oggi. La storia di un popolo che si intreccia, senza distinguo, con quella della chiesa Sant’Agnese, trama di relazioni che nel nostro tempo cercano di scoprire, agendo, il sentire e la cura di Dio: "Pasci le mie pecorelle".
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