Ogni cosa ha la sua stagione

by Mauro 2. dicembre 2018 08:34

      L'esistenza umana scorre sul piano della imprevedibilità. Se da un lato possiamo provare a misurare il tempo mai arriveremo a controllarlo o fermarlo. A ciascuno è dato di vivere e di essere nel tempo, e proprio per questo non è appropriata l'espressione “non ho tempo” in quanto il tempo non lo possediamo affatto!

       La spiritualità cristiana offre un criterio per stare nel tempo, vigilando perchè altrimenti si potrebbe essere portati da una parte o dall'altra a seconda delle spinte di turno ma senza consapevolezza, dunque in balìa delle mode del momento.

      L'arte del discernimento permette di stare rivolti da una parte piuttosto che un'altra, di porsi in ascolto di ciò che nutre ed illumina i giorni senza lasciarsi intossicare da quel che vorrebbe illudere il proprio quotidiano. Viviamo in un tempo di opinionismo in cui il più forte, secondo il potere mediatico o economico, decide di propinare verità e valori esistenziali. È così che la gente inizia a vivere con una sempre maggiore diffidenza verso il prossimo, maturando sentimenti di inimicizia o deliberata aggressione. Termini come “straniero”, “diverso” o “negro” vengono fomentati, associandoli a tematiche quali la mancanza di lavoro o i furti, in modo da indurre sentimenti di antipatia e di sempre maggiore ostilità.

Comprendiamo bene come la logica dell'esclusione per proteggersi, ferendo il senso di  prossimità proprio dell'umano, può portare a derive sempre più estreme anche se apparentemente silenti come nel caso delle morti ignorate in questi giorni nonostante vengano denunciati continui avvistamenti nel mare Mediterraneo di imbarcazioni in avaria e a rischio di naufragio.

Alla prospettiva colpevolizzante del sacrificio per espiare peccati, propria della religiosità del secolo scorso, è subentrata quella del sacrificare altri per potere stare bene e così continuare ad appagare i propri bisogni. In ambedue i casi l'umanità si scopre perdente ed il rapporto con Dio viene puntualmente compromesso.

Il tempo di Avvento che iniziamo con questa domenica, piuttosto, ci rimanda all'attesa. Nel mentre che si spingiamo verso mezzi di trasporto e comunicazioni sempre più veloci, ci viene rivelata l'importanza del tornare a sostare ed attendere. Quando tutto è circoscritto al momento presente come se questo avesse il potere di un godimento illimitato, ci viene prospettato un cammino di senso rivolto verso la meta e al compimento dei nostri giorni.

Quanta povertà quando l'essere umano perde il senso delle sue giornate, quanta inquietudine quando consegna all'appagamento immediato la sua realizzazione. L'attesa vigilante desta il desiderio, sveglia dal sonno e proietta l'individuo in un cammino orientato verso la meta.

Il Vangelo di oggi (Lc 21, 25ss.) annuncia di cambiamenti negli astri o negli agenti atmosferici, cioè quando i punti di riferimento naturali possono venire meno perchè, aggiungiamo noi, compromessi dalla mano dell'uomo. In quei casi non bisogna disorientarsi ma avere come unico riferimento il Signore. Si, quando la storia sottopone a tante avversità e contrasti che vorrebbero impedire il cammino, quella è l'occasione per ergersi nella fede, poggiare con maggiore fermezza il proprio passo alla sequela del Signore.

Il cristiano, in fondo, la venuta del Messia l'ha già sperimentata. Non è la nascita del Signore che si attende ma il compimento dei giorni in cui il ritorno diventerà accoglienza nel suo Regno.

Nel mentre la Chiesa è chiamata a nutrire il desiderio della fede, a muoversi nel buio con fiducia e a vivere di promessa. Questa custodia procura interiorità, capacità di ascoltare nel profondo se stessi e la realtà che ci circonda, certezza oltre le apparenze.

È un cammino l'esistenza umana, e questa abbisogna di sobrietà, altrimenti i giorni diventano pesanti e il gusto potrebbe estinguersi.

Il gusto dei giorni è proprio dell'uomo che nella sua precarietà e vulnerabilità ha scoperto che l'amore è gratuito, che non può avere un prezzo e non può essere corrotto dalla logica di questo mondo. È l'esperienza di chi si affida di chi osa guardare in alto rimanendo in attesa. È la logica di chi rinuncia alle coltivazioni intensive o agli additivi chimici per la lievitazione e cioè di chi sa che ogni cosa ha la sua stagione. 

 

Add comment

  Country flag

biuquote
  • Comment
  • Preview
Loading

Month List

RecentPosts