La fiducia oltre le paure

by Mauro 21. giugno 2020 15:44

   La paura arresta il cammino dell'essere umano, quando viviamo sotto il giogo del timore iniziamo a cadere nel compromesso e nel calcolo esistenziale come se la vita potesse trovare protezione nell'assumere uno stile evitante e di indifferenza rispetto agli altri, pensando solo a tutelare i propri interessi.

Quanti vivono sotto l'egemonia della paura si consegnano pure ad amuleti o maghi di turno, cioè si creano un idolo che dovrebbe garantire la propria vita in modo magico. Un protettore racchiuso in una pozione, in un amuleto o in continui rituali scaramantici.

Il pauroso si sente forte quando ha dei poteri che gli permettono di aggirare il corso della storia, ad esempio attraverso i soldi per corrompere e risolvere impedimenti o attraverso la forza e la magia per eliminare gli altri.

La paura è rovinosa perchè fa trincerare all'interno di una continua corazza volta a dare una parvente onnipotenza. Di fatto chi vive schiavo della paura pensa che sia terrificante perdere, chiedere aiuto, ammettere i propri sbagli, mentre in realtà sono esperienze proprie di ogni essere umano.

La Scrittura invita il credente a non temere, a non avere paura delle minacce o dei nemici e ciò non perchè ci si fa forti di se stessi ma in quanto si ripone fiducia in Dio. È un punto nodale della fede cristiana: chi rimane legato al Signore riconosce la Sua presenza nel proprio cammino aldilà delle situazioni avverse.

Se Abramo avese avuto paura non avrebbe lasciato la casa dei padri per volgersi verso la terra che Dio gli prometteva per la sua discendenza, se Mosè si fosse lasciato intimorire gli ebrei sarebbero rimasti schiavi in Egitto, se Maria avesse avuto paura il Salvatore non avrebbe trovato accoglienza qui in terra. La paura, dunque, impedisce il cammino, fa rimanere schiavi e rifiuta l'accoglienza.

Il Vangelo di questa domenica (Mt 10, 26-33) mostra Gesù che ripetutamente invita i discepoli a non temere e ad annunciare nella luce.

Chi teme si nasconde e trova rifugio nel buio così come un bambino che, impaurito, si nasconde sotto il letto per non essere visto sebbene tutti sanno che si trovi lì, o si mette le mani davanti agli occhi nel tentativo di eliminare lo sguardo altrui.

Per rassicurare i suoi, Gesù indica che ogni cosa nascosta verrà svelata e cioè quello che Lui sta rivelando loro, consegnandogli la Sua vita, diverrà Luce per tutti.

È importante una precisazione a riguardo: noi pensiamo che le cose attorno debbano cambiare per avere finalmente luce e pacificazione, Gesù invece fa entrare i discepoli in un percorso di illuminazione interiore frutto del rapporto 1x1 che Lui stabilisce con chi lo accoglie aldilà delle tempeste che lo circondano.

Il cammino spirituale cristiano, dunque, non procede per esteriorizzazione ma per intima relazione con il Cielo e ne diventa testimonianza cioè Luce per tutti. 

Ogni cosa che viene rivelata nel segreto del cuore mostra una percezione nuova della realtà, ed è così che la croce appare come luminosa ossia portatrice di salvezza e non di morte. Il credente che si ferma ad un mero devozionismo estetico continuerà a martoriarsi per la tristezza della croce non comprendendone il messaggio nascosto e già rivelato.

L'esperienza preziosa che viene consegnata ad ogni discepolo è quella della relazione filiale ma fino a quando non si scopre la paternità di Dio si vivrà sotto l'egemonia della paura.

La nostra società, pertanto, “è fobica” perchè ha perso la percezione di Dio nella propria comprensione delle cose. Ciascuno struttura fobie e paranoie perchè cerca di controllare e governare la propria esistenza ma, in fondo, si percepisce fragile.

Gesù utilizza una metafora profonda alludendo a due passeri che sebbene non abbiano un pregio economico, sono preziosi agli occhi del Padre. Lui conta perfino i capelli del capo di ognuno e cioè quello che della nostra corporeità consideriamo poca cosa, perchè dinanzi a Lui tutto quello che siamo rimane prezioso.

L'umano che rinuncia alla dimensione verticale smarrisce questa Luce e vaga in cerca di riconoscimenti per ottenere luce esteriore, ammirazione di cui vantarsi ma che ha la durata di un giorno. Diversamente la cura e l'interesse che rivela il Cielo nel seguire il cammino di ognuno ha un valore per sempre, ed esprime il desiderio di condivisione della vita stessa di Dio. 

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