Crisi di coppia? Dipende da quale mondo parli!

by Mauro 22. marzo 2012 20:20

      Nei giorni passati ho avuto la grazia di partecipare al workshop organizzato dalle Scuole di Analisi Transazionale Socio-Cognitiva e tenuto da John McNeel presso l’Università Salesiana di Roma.

      Già allievo di Bob e Mary Goulding, McNeel ha portato avanti la ricerca nel campo della Terapia della ridecisione arrivando ad individuare categorie di ingiunzioni che vengono a determinare false credenze con i relativi stili comportamentali. 
      Durante la sua esposizione iniziata il 16 marzo ha mostrato come nelle relazioni intime, quelle significative e dense di calore, le persone interagiscono muovendosi su tre mondi da intendersi in ordine gerarchico:  
1 Mondo della sopravvivenza: è quello che garantisce il prendersi cura della propria vita biologica, è il mondo dell’azione. È un mondo che va riconosciuto al suo apparire, misconoscerlo potrebbe essere letale, spesso è individuato dalle persone che ci vogliono bene. Così è il caso di una persona che banalizza il suo malessere ed accetta di recarsi al pronto soccorso solo a motivo dell’insistenza dei suoi familiari. Quando le persone sanno che è in gioco questo mondo allora si attivano subito dandogli la massima priorità, lasciando perdere tutto il resto: anche gli impegni più importanti!
2 Mondo emotivo: è quello delle emozioni, la vita che veicola il sentire emotivo e quindi i sentimenti, il mondo dei processi. Il trascurarlo magari non provoca la morte biologica ma potrebbe portare ad un profondo stato di malessere, fino allo spegnimento emotivo. La vita di coppia così come quella dell’intera famiglia abbisogna di sviluppare la qualità della propria vita emozionale, è il nutrimento che le da vita.
3 Mondo pratico: è quello dell’organizzazione quotidiana, il mondo dei contenuti. La spesa da fare, il pagamento delle bollette, la manutenzione all’auto, sono tutte incombenze che meritano attenzione per trovare benessere all’interno della coppia.
     La relazione di coppia diventa problematica quando si confondono questi piani, quando non si è capaci di riconoscerli, quando si comunica da mondi diversi o, ancora, quando non si rispetta la loro gerarchia. Il piano emotivo sarà più importante di quello pratico, e se la questione portata da uno dei coniugi è sull’uno, quello delle emozioni, mentre la risposta viene dall’altro, quello della pratica, allora si sperimenterà un grande senso di solitudine e di incomprensione reciproca.
     Il mondo emotivo compare inaspettatamente, un pianto improvviso o una sorpresa, ha un non verbale molto intenso, procura e dona carezze, riconoscimenti che nutrono l’animo umano. Merita ascolto e spazio nel presente, non può essere rimandato al futuro con frasi del tipo: “parliamo domani del fatto per cui stai piangendo”. O ancora frustrante potrebbe essere rispondervi da un altro piano. “capisco che sei arrabbiata, vado giù a comprare la TV 32” visto che quella che abbiamo è troppo piccola”… È un mondo che abbisogna di gentilezza, di riconoscimento, sovente basta esserci, stare in ascolto.
     Ogni coppia dovrebbe imparare a gestire l’energia propria del mondo emotivo. Se manca questa capacità si rischia di gestirla con le strategie proprie del mondo della sopravvivenza che sono troppo calde, immediate, dettate da imperativi per rimediare al pericolo incombente; oppure si potrebbe gestire con le strategie proprie del mondo pratico che è più freddo e razionale. In entrambi i casi mancherebbe la sintonizzazione.

      Da diversi anni tengo corsi alle giovani coppie che si preparano al matrimonio così come a coppie sposate da pochi anni, e constato quanto importante possa essere una basilare competenza comunicativa, la possibilità di riconocere le proprie ed altrui emozioni.

       Quante ferite potrebbero essere evitate se ci fosse una maggiore preparazione ed abitudine al dialogo ed all'ascolto attivo. Sovente non ci si rende conto che l'amore genera un forte legame e questo rende vulnerabili di fronte all'altro, per cui ciascuno acquista un grande potere sul coniuge. Imparare ad usarlo significa imparare la relazione di cura, se è vero che l'affetto ferisce è ancora più veritiero che l'amore guarisce.

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