Laboratorio di creatività per tornare a sognare insieme

by Mauro 8. luglio 2013 12:50

    Il Laboratorio di vita rivolto a quaranta pre-adolescenti prosegue oggi approfondendo le competenze creative, l’espressione e la consapevolezza del proprio corpo, la capacità di cooperazione. Le competenze passano attraverso il gioco di squadra, veicolo privilegiato per favorire l’esplorazione ed il potenziamento di queste abilità. Proprio in questo momento i ragazzi divisi in piccoli gruppi stanno inventando dei giochi utilizzando degli elementi che trovano nella campagna circostante.
        La riscoperta dell’ambiente, della natura che ci circonda ritengo che sia un fattore di rilievo e funzionale a stimolare la creatività ed il rapporto tra gli umani. Penso all’ordinario contesto di vita di questi ragazzi, spesso privati dell’esperienza di contatto con le piante, gli animali, i colori propri delle nostre campagne. È un fenomeno che investe l’intera famiglia e non solo i minori, si tratta di un sistema volto a sostenere il mercato dei consumi e, di conseguenza, a privare l’individuo della consapevolezza dei propri desideri.
        Osservo nei ragazzi come la pressione pubblicitaria induce a desiderare oggetti e accessori sempre nuovi perdendo di vista ciò che già hanno, ciò che fino a poco tempo prima utilizzavano con gusto e divertendosi. È così che un cellulare diventa motivo di insoddisfazione e non utile strumento di comunicazione, oppure un vestito che consideravamo carino diventa fuori moda e perciò desueto. Lo stesso vale per un taglio o il colore dei capelli e, in generale, per il rapporto con il proprio corpo da omologare ai cliché di turno.
         Mi torna caro il modello educativo proposto da Danilo Dolci negli anni ’50 proprio a Trappeto in quello spazio che denomino “Borgo di Dio”. Attraverso il metodo maieutico il pedagogista sociologo si propose di promuovere la solidarietà fraterna e la riscoperta della dignità di ogni individuo. Quegli anni di grave povertà per il nostro territorio hanno una certa assonanza con il nostro tempo in cui il disagio e la povertà sociale sono in continua crescita.
         Nella poesia Il limone lunare Dolci esprime la convinzione che ogni persona può crescere ed esprimersi “solo se sognata”, cioè riconosciuta e accolta nel suo esprimersi. Questa prospettiva fa da sfondo al lavoro di questi giorni, introdurre a questa esperienza i nostri ragazzi significa contribuire all’opera di cambiamento sociale di cui la nostra terra abbisogna. Ritengo che il sogno condiviso in chi l’accoglie già diventa realtà.

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