Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /2

by Mauro 21. maggio 2014 12:00

       Sia la psicoterapia che l’accompagnamento spirituale non mirano a riempire di “sapere” mediante le parole, la persona che chiede aiuto. Nel percorso terapeutico la pretesa di conoscere e avere spiegazione su tutto ed in tempi rapidi, verrebbe letta come tendenza al controllo e, pertanto, riconducibile a difese eccessivamente rigide nell’affrontare l’imprevedibilità del quotidiano.
        Nel percorso spirituale l’obiettivo, piuttosto che quello di dare spiegazioni, è di fare gustare la relazione con Dio che rimane per tutti una scoperta del tutto inedita e mai preconfezionata. In questo senso l’accompagnamento spirituale è volto ad introdurre la persona nella contemplazione del Mistero e questa esperienza appartiene all’intimità del rapporto personale con Dio. 
       L’individuo chiuso in una ricerca eccessivamente autoreferenziale, bramoso di spiegarsi la sua ed altrui vita attraverso le parole, rischia di chiudersi in un mondo parallelo costruito su illusioni ed idealizzazioni.More...

Tre verbi difficili da coniugare: La Settimana Santa

by Mauro 12. aprile 2014 18:00

         Quella che ha inizio oggi è una settimana speciale per i cristiani, una settimana caratterizzata dal racconto della passione morte e resurrezione di Gesù. Patire, morire e risorgere, sono verbi difficili da coniugare per l’uomo di ogni tempo eppure tutta la vita dei discepoli passa per questo continuo processo, dal patire al risorgere.
           È una follia, mi rendo conto, quanto di più assurdo si possa pensare, la fede cristiana è una sfida per il sentire del nostro tempo, fin troppo abituato a razionalizzare e, al contempo, ad affidarsi a pseudo-verità, magari fondate su un romanzo che ha l’autorevolezza di un best seller e che, proprio per questo, assume criteri di scientificità.
          L’evento dell’incarnazione contravviene al sentire comune. L’umanità sembra cercare il significato della propria esistenza attraverso una sempre maggiore emancipazione ed autonomia a cui mette la veste di “liberta”. Come a dimostrare agli altri che l’evoluto è colui che non ha bisogno di nessuno!
          Abbiamo confuso l’autonomia, meta evolutiva propria dell’età adulta,  con il bastare a noi stessi senza bisogno dell’altro. È così che i legami sono percepiti in una prospettiva utilitaristica, o comunque ego-centrati. Si perde sempre più il gusto del condividere, dell’apertura per donare all’altro, il rispetto del limite proprio di ogni rapporto: l’altro in quanto tale è differente da me e nel rispetto di questa distanza, continuamente contrattata, si gioca l’incanto di un’amicizia e dell’amore. Con la logica utilitaristica del “tutto e subito” invece perdiamo prospettiva, capacità di osservazione e di ascolto, come se si volesse contemplare la bellezza di una tela stando addossati ad essa, come a “mangiarla”.
              Cosa c’entra questa risonanza con la settimana che ci apprestiamo a vivere? Quale libertà e limite vengono prospettati? Il cristianesimo è religione che orienta alla dipendenza? More...

Silenzio, chi parla?

by Mauro 20. marzo 2014 18:30

           Osservo sempre più comportamenti sociali volti al rumore, all’ascoltare qualcosa per sfuggire il silenzio e, pertanto, l’ascolto di sé.  Centri commerciali privi di filodiffusione quali bisogni svelerebbero? Oppure una casa ove si lascerebbe chiusa la TV durante i pasti che sapore avrebbe?  Pensa ad una giornata senza auricolare, pc, cellulare, auto… A quali suggestioni poco esplorate si aprirebbe l’essere umano? Eppure colgo una crescente difficoltà a fermarsi e stare nelle cose semplici della vita e delle relazioni umane. In una società ove la sosta è riservata alla fase depressiva colgo quanto poco si presti cura al ben-essere di chi la abita, Max Picard dice che «l’uomo è diventato un’appendice del rumore», ma cosa accade se togli la spina ed improvvisamente compare il silenzio?More...

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L’Opera segno è sfida o autocelebrazione?

by Mauro 15. marzo 2014 08:30

            Oggi concludiamo l’accompagnamento, per la formazione base degli operatori Caritas della Diocesi di Mazara del Vallo, volto alla costituzione di un Osservatorio delle povertà e delle risorse.

        Un percorso annuale che è stato preceduto negli anni passati dall’accompagnamento degli animatori Caritas che attualmente prestano servizio presso i Centri di Ascolto distribuiti nelle parrocchie della Diocesi.
         L’Osservatorio si propone quale strumento di straordinario rilievo per la Chiesa locale, e non solo,More...

La vita è questione di Priorità e non di emergenze

by Mauro 2. marzo 2014 12:40

          In un tempo in cui si fa un grande abuso di ansiolitici, in cui lo stress viene ad essere riconosciuto come componente della società, capace di stimolare le capacità umane definendolo eustress, oppure di interferire sull’attività umana, cioè distress, compromettendo l’ordinario funzionamento fino ad arrivare alla patologia; in questo tempo risuona la Parola del Vangelo proposta oggi (Mt 6, 24 – 34) e condensata nel ridondante invito: “Non affannatevi”.

             Ma cosa c’entra il merimnao (affannarsi fino a soffocare il respiro del cuore, dividersi, fare le parti, morire) ripetuto per ben sei volte in questa pagina, con l’uomo contemporaneo?More...

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Chiara Corbella, la vita è un dono aperto all’eternità

by Mauro 24. febbraio 2014 06:00

          Quella di Chiara Corbella e della sua famiglia è una storia da conoscere, e non tanto per l’eroicità di vita che vorrebbe, da alcuni, essere eretta a modello disincarnato a cui aspirare , bensì per il valore che, con la sua testimonianza di vita, restituisce all’oggi quotidiano che è l’unico tempo di cui ciascuno dispone per dono. Dell’oggi, è bene inteso, e dell’eternità di cui l’oggi è già parte.
            Una donna, Chiara, che ha attraversato i suoi timori, le paure ad affrontare la vita quando si è arresa, cioè ha smesso di cercare di possederla. Quando ha rinunciato a pretendere il suo progetto di vita con Enrico, che poi sarà il suo sposo, e lo ha consegnato a Dio.
            In un tempo, il nostro, in cui le fiction televisive ci propinano vite eroiche in cui l’aggressività o, comunque, il savoir faire  fanno essere protagonisti, la testimonianza di Chiara dice ben altro: la felicità viene dalla relazione con Dio Padre, quella che permette di cogliere appieno il Dono della vita.More...

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La bellezza che salva il mondo è l'amore che condivide il dolore

by Mauro 23. gennaio 2014 18:15

      Quale bellezza salverà il mondo? è il titolo della lettera datata 1999, che l’allora Cardinale Martini scrisse per la sua Chiesa, quella di Milano. La risposta che il Pastore diede fu chiara e decisa: la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore.
      Un paio di giorni fa partecipando al funerale di una donna “sazia di giorni”, così come ha esplicitato il Pastore valdese nel ricordare i germi di bene che la vita di donna Pina ci ha lasciato, ho avuto modo di meditare come l’amore che condivide il dolore porti frutti di vita nuova.More...

Prevenzione o connivenza? This is the question

by Mauro 13. dicembre 2013 12:00

       La questione sul gioco d’azzardo pone dinanzi ad un chiarimento di fondo:  o è una minaccia sociale e pertanto va fatta una chiara azione preventiva, oppure è da considerarsi come uno dei tanti fenomeni di business del nostro tempo e che pertanto non merita eccessiva attenzione, per di più è bene sdrammatizzare e attenuare il dibattito!
         Questa chiarificazione è da chiedersi allo Stato. La Comunità scientifica invece ha già assunto, in modo quasi univoco, il carattere di rischio volto alla patologia insito proprio nel gioco d’azzardo. Il DSM – 5 ha inserito il gioco d’azzardo patologico all’interno della categoria diagnostica: Disturbi da uso di sostanze. È questa una grande conquista (appresso un post sull’evoluzione diagnostica del GAP nel DSM) anche se già nel 1945, Fenichel  profeticamente considerava il gioco come una “tossicomania senza droga”.
          Dando per buono che lo Stato,malgrado il conflitto di interessi (non torno sulla questione economica già ampiamente trattata in più post), decida di effettuare un intervento preventivo. Da dove questo dovrebbe partire?
          Un aspetto di particolare rilievo ritengo che sia l’educazione al desiderio, cioè l’educazione alla soddisfazione del desiderio. L’impulso al gioco che man mano si trasforma in condotta compulsiva, infatti, è dettato da una ricerca di gratificazione che il giocatore ottiene dall’eccitazione della giocata, più che dalla vittoria in sè.More...

Mens artistica, magica o... economica?

by Mauro 12. dicembre 2013 15:05

            E' stata appena collocata una nuova opera d' "arte" nel piazzale antistante la Reggia di Caserta. Da poche ore un corno alto circa quindici metri si erge innanzi la Reggia e a detta del Sindaco della Città dovrebbe "portare buon auspicio".

            Certo è che se per incrementare l'afflusso di turisti si ricorre ad un monumento funzionale, più che per l'attrattiva, per le sue proprietà magiche, la Soprintendenza per i Beni Culturali e l'Amministrazione locale hanno parametri del tutto singolari nel creare nessi di significato tra arte ed economia. Riconosco, altresì, che la provocazione ha attirato l'attenzione di molti e quindi un potenziale aumento dei commerci, questo a dirla con il signor Sindaco dovrebbe confermare che la fortuna porta soldi!

             E' questa la mentalità che in modo sempre più prepotente sta impregnando la nostra società. Il gioco d'azzardo ne è un tipico esempio, così come le feste di halloween o il rito delle visite ai centri commerciali la domenica al posto della Messa. Tutti aspetti di un fare economico che vorrebbe avere il primato su tutto, e che espone ad addiction cioè a dipendenza patologica.

           E' da rilevare, però, che un tal sistema non obbedisce ad una mens magica piuttosto ad un ligio ragionamento ben calcolato, volto a manovrare il sentire umano. L'utile che si trae dalle nuove dipendenze è un vero business. Il gusto per la "nuova arte", a questo punto, è del tutto giustificabile!

Dall'ideale all'idolo: il gioco d'azzardo quale fuga in un mondo parallelo

by Mauro 11. dicembre 2013 01:25

      Abbiamo già descritto come nel nostro bel Paese il gioco d'azzardo non è perseguito in quanto pratica antisociale ma in quanto pratica non autorizzata. Quando riceve le dovute concessioni di legge, cioè, allora viene autorizzato e quindi l'organizzatore rientra nell'ordine degli esercizi commerciali che producono un reddito e pertanto oggetto di rivalsa da parte dell'erario, Ente capace di creare una realtà parallela, e ne spiego i motivi.

             La trovata è economicamente geniale considerato che le tasse per le concessioni sommate alle tasse sulle vincite ammontano a circa 30 miliardi di euro. La terza azienda italiana dopo Eni e Fiat, ha certamente il diritto di essere considerata legale. E' un approccio direi "sacrale" rispetto a ciò che fino a poco prima era considerato pericoloso. Riprendo il racconto biblico della Genesi per definirlo: l'uomo e la donna quando cercano di ottenere potere sulla loro storia e conoscenza di fatto ne fanno un idolo e questo fa perdere loro identità, non si riconoscono più. In realtà cerano di realizzare un'immagine di Dio e perciò l'idolo, affidano ad un qualcosa di meramente limitato una aspettativa illimitata. L'immagine di Dio, di fatto, l'avevano già ricevuta: era la loro identità, loro erano "ad immagine e somiglianza di Dio".

            A pensarci bene il "toto nero" è da considerare illegale e quindi pericoloso solo perchè non si pagano le tasse. Mettendo da parte la questione degli undici grandi Gestori che sul territorio nazionale hanno la consessione per il gioco d'azzardo con proventi pari a 40 miliardi di euro annui, ora voglio soffermarmi su un aspetto che contribuisce a mantenere la società infantile propria del nostro tempo.

             La capacità di tollerare il confronto con il limite e la sofferenza indicano il passaggio ad una organizzazione psicologica adulta, la capacità di un costrutto interno a cui ancorarsi per tollerare l'esperienza di frustrazione. More...

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