Lavorare per la Vita. Racconti di Bene

by Mauro 8. agosto 2012 17:59

   Siamo nel pieno della missione estiva a Termini Imerese, esperienza che è anche laboratorio sociale, luogo di incontro e di riflessione sui fenomeni che caratterizzano il nostro tempo ed attraversano le nostre vite.
    In modo particolare quest’anno si è scelto, quale tema della tavola rotonda, un titolo per riflettere sulla dignità della persona che è declinata anche dal diritto al lavoro: Lavorare per la vita. Racconti di bene.
    Un tempo ed uno spazio per condividere storie di vita e, soprattutto, per scoprire insieme modi per caratterizzare la nostra storia. Di fronte al travaglio esistenziale dell’uomo del nostro tempo riteniamo importante ricordarci che non siam fatti per subire le vicende della vita ma per fronteggiarla, piuttosto, fino a darle un senso del tutto inedito.
      Il resto domani avremo modo di raccontarlo…

 

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educativa di strada | Incontri culturali

Riappropriarsi di spazi di sperimentazione del Vivere. La Missione ha inizio!

by Mauro 2. agosto 2012 21:17

   Tiziano Ferro canta il suo Xdono scritto con la "X" come a ricordare che anche nel nostro tempo, l’umanità ha bisogno di fare esperienza di PERDONO.
    La festa francescana di oggi 2 agosto, è proprio la festa del Perdono offerto a tutti. Il santo di Assisi, Francesco, ha pensato ad un perdono rivolto proprio a tutti ed in particolare ai poveri e gli infermi che  nel suo tempo non potevano permettersi un viaggio in Terra Santa o a Santiago.

   Nel tempo dell’utilitarismo ove, si dice, “nessuno fa niente per niente”, abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza della gratuità, del dono senza corrispettivo, dell’anticipo di fiducia, del perdono malgrado l’offesa ricevuta.More...

Condividere per continuare a Vivere

by Mauro 29. luglio 2012 16:49

 Stiamo per iniziare, domenica prossima, la Missione di strada ESTATE CON TERMINI. Un evento che coinvolgerà più di 150 Missionari di strada provenienti da tutta la Sicilia e da Napoli che attraverso l'arte di strada animeranno la prestigiosa cittadina di Termini Imerese. Oggi ci viene incontro una Parola, quella del Vangelo del giorno (Gv 6, 1 – 15), che penso possa riassumere bene il senso della esperienza che ci apprestiamo a vivere.
Non è tanto di "moltiplicazione" che si parla, come se la questione della vita fosse quella di moltiplicare averi o opere, ma di  "condivisione", nel senso di essere disposti a dare il proprio per gli altri. Riecheggia il tema ed il senso della gratuità, parola che sembra uscire dal nostro vocabolario per lasciar posto alla credenza che “nessuno fa niente per niente”.
Accanto a questo tema si evince dal testo anche un contesto ben preciso: quello della Pasqua ormai vicina.More...

SoStare per Andare

by Mauro 22. luglio 2012 16:19

  Ci prepariamo a vivere la prossima Missione ESTATE CON TERMINI, esperienza in cui più di 150 giovani Missionari di strada andranno per le vie, i locali e la spiaggia di Termini per incontrare la popolazione locale e condividere una settimana di animazione.
      L’andare missionario che è sì un agire sociale, in cui attraverso l’arte di strada si vuole condividere il senso del dono e del valore della vita di ciascuno, è anche un agire religioso in cui si vuole raccontare ed accogliere la comune ricerca di Dio.More...

Tessere trame di Comunione attraverso l'Arte di strada: ESTATE CON TERMINI

by Mauro 17. luglio 2012 22:52

      È una etichetta, quella di “ex Fiat di Termini Imerese”, che a tanti di noi sta stretta. Si vorrebbe in questo modo strappare la speranza e l’anelito verso il futuro, o ancora cristallizzare la storia in un nostalgico passato.

     Termini Imerese che Federico II definì «Civitas Splendidissima», è a noi una Città molto cara proprio perché nelle sue campagne, a Caracoli, ha visto formare il primo gruppo di Missionari di Strada che già nel 2004 attraverso i Laboratori di vita ivi si riunivano più volte l’anno, non indugiando a scalare il monte San Calogero durante le calde notti estive. Per il folto gruppo di Missionari di strada Termini costituisce un passato che ci proietta verso il futuro, è la memoria che ci permette di avere radici, storia di vita condivisa, e proprio per questo possibilità di aprirci al domani.
     Oggi la Città vive la destabilizzazione propria della crisi di mercato e delle speculazioni di ordine internazionale. Il 1970 aveva visto cambiare la sua storia: singolari accordi tra industriali e Regione siciliana avevano stabilito di dare una destinazione nuova a quel luogo che fino a quel momento offriva, sia per la storia che l’aveva segnato nei millenni che per la particolare collocazione geografica, un naturale sbocco volto alla pesca, all’agricoltura e al turismo. Da quel momento gran parte della popolazione della storica cittadina che si affaccia sull’omonimo golfo delimitato da Capo Zafferano e dalla Rocca di Cefalù, inizia a riporre la propria fiducia e speranza in quel polo industriale che per ben quarant’anni garantirà lavoro a migliaia di famiglie favorendo anche un parallelo commercio locale.
     Per noi, oggi, Termini costituisce un luogo segno, e segno per tutto il Meridione ove per crescere bisogna lottare due volte. Non si tratta soltanto del naturale processo di separazione ed individuazione volto a diventare adulti. Qua l’individuazione trova l’ostacolo di un sistema, quello del malaffare e della strumentalizzazione operata dal mercato, che vorrebbe occultare la libera espressione proponendo un adagio simbiotico, ove il giovane è costretto a mendicare per avere riconosciuti gli elementari diritti e tra questi, primo, il diritto al lavoro. More...

MDS profeti tra la gente e non spettatori della vita

by Mauro 24. giugno 2012 16:58

      Dalle nostre parti quando ti trovi a spostarti in città utilizzando i mezzi pubblici facilmente ti imbatti in interlocutori che hanno da ricordare tutti i torti che la nostra società vive: le diverse ingiustizie sociali, la crisi politica, familiare, lavorativa, economica, per poi finire con la disperata sentenza sul futuro che sembra incombere come una spada di Damocle che pende sulle nuove generazioni.
       Tali sentenze dal sapore somigliante all’artifizio trovato da Dionigi di Siracusa, così come racconta Cicerone, sembrano avere lo stesso effetto sui contemporanei finendo con il far perdere il gusto per la vita di oggi e la speranza del domani.
       È di ben altri discorsi e condivisioni che l’umanità del nostro tempo ha bisogno, la profezia propria di chi irrompe nella storia con uno sguardo nuovo e con la capacità di aprire vie inedite, strade ancora da percorrere malgrado la complessità e l’apparente impossibilità. More...

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Da Scampia racconti di Bene

by Mauro 17. giugno 2012 17:01

    Probabilmente il nome Secondigliano deriva da un’antica famiglia romana a cui appartenevano quei latifondi o forse il nome deriva dai Colli Secondilli che attorniano Napoli. Certo è che di quel borgo medievale prevalentemente dedito a masserie per la produzione di colture tipiche, oggi rimane ben poco  considerato che, a partire dagli anni ’60, l’Amministrazione comunale ha pensato bene di destinare quel luogo all'edilizia popolare.

      Il dictatus politico piovuto dall’alto ha trasformato quella immensa e fertile campagna in una landa di cemento armato dimenticando di creare appositi luoghi di aggregazione, così come spazi commerciali in cui si muove l’ordinaria vita di un quartiere. Malgrado le sperequazioni economiche che hanno indotto una sorta di ghettizzazione sociale, molti che vivono in quel luogo continuano a mostrare il colore ed il calore propri della nobiltà umana.  Porto con me il profondo senso di accoglienza familiare e di umanità che ho sperimentato, proprio lì, nei giorni passati.
     Rimango attonito nel constatare quanti luoghi comuni e superficiali generalizzazioni sovrastano la nostra “cultura nazionale”. Ci sono persone, famiglie, popoli interi, che anche a migliaia di chilometri a motivo della loro inflessione di voce oggi continuano a scorgere un immediato feedback  sul volto dell’interlocutore che sembra esprimere un manifesto disappunto a motivo dell’origine della persona che sta lì a parlare. Quante volte anch’io mi sono ritrovato a percepire il pregiudizio di chi scorgendo i miei natali meridionali si sentiva autorizzato a sommari soliloqui. Eppure il carico di umanità che ho trovato da Scampia a Portici è proprio raro ai nostri giorni, tempo in cui il modello imperante è quello dell’individualismo piuttosto che della cultura dell’accoglienza e della solidarietà. Promuovere Cultura è ben altra cosa ed impone una sinergia in cui le politiche sociali partono dalle persone prima che dal risolvere “problemi”. More...

Nutrire per nutrirsi: questione di vita

by Mauro 10. giugno 2012 16:42

      Quella che oggi i cristiani celebrano, solennità del Corpus Domini, è per eccellenza la festa della relazione. Si, il culto eucaristico ci parla della relazione con Dio quale paradigma fondante di ogni relazione umana.
      La possibilità di so-stare con Dio significa permettersi un incontro, accogliere la presenza dell’altro ed accettare che, pertanto, si stia sullo stesso piano orizzontale.
       Certo può sembrare una considerazione scandalosa, pensare a Dio su di un piano orizzontale e non verticale eppure è questo il nuovo orizzonte  realizzatosi con l’incarnazione.  Equivale ad entrare in una sorta di rivoluzione copernicana, ricordare quando l’essere umano pensava di trovarsi in un pianeta che fosse al centro dell’universo e dopo con grande meraviglia ha scoperto che stava in uno dei tanti pianeti che girano attorno ad una delle tante stelle dell’universo?
    Qualcosa di analogo accade nell’accostarsi all’esperienza dell’incarnazione. L’essere umano non ha da guardare più, esclusivamente, in alto per trovare Dio. Proprio Lui non accetta l’idealizzazione che, implicitamente, equivarrebbe ad una svalutazione di ciò che è terreno. Porsi su di un piano simmetrico significa dovere imparare la legge della simmetria che riconosce entrambi gli interlocutori senza possibilità di idealizzazione o svalutazione, un Incontro a tu per tu. More...

Mds annunziatori di Pace

by Mauro 27. maggio 2012 10:23

    Affascina seguire i più di cento Mds impegnati nel prepararsi all'Evento estivo attraverso incontri di formazione, condivisione con il territorio ed iniziative varie da incastrare con i loro impegni di vita quotidiana.

     Torneranno giorno 1 e 2 giugno a Termini Imerese per una due giorni di fraternità. Nel mentre proponiamo un itinerario di riflessione in questo giorno di Pentecoste che vuole offrire l'opportunità di riflettere sulla propria mission di strada.

    Il Mds si pone quale messaggero di pace, portatore di una Pace che cerca di scoprire giorno dopo giorno. Ma di quale pace stiamo parlando? Bisogna sfatare un equivoco di fondo: credere di trovare pace quando non ci sono problemi nella propria vita, o fare dipendere la propria pace dagli altri.
    No, la pax cristiana è ben altra cosa: non si tratta di quieto vivere, questo equivarrebbe ad individualismo, non si tratta di predicare il culto per l’atarassia, l’imperturbabilità di fronte alle situazioni. Portatore di pace non è neanche chi reagisce con pazienza di fronte alle ingiurie altrui, per vivere ciò basterebbe essere indifferenti di fronte agli altri e alla vita che ci circonda. È ben altra cosa il frutto della pace a cui fa riferimento la Scrittura.
       «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi»  (Gv 14,27) Così parla Gesù ai suoi discepoli, è una esperienza diversa dalla logica comune. Non si tratta della pax romana quale tregua tra due guerre, in effetti quella pace è frutto di un’azione di potere di uno nei confronti di un altro, è la vittoria su un perdente o comunque la sottomissione di chi sente di essere più debole, è una pace mantenuta con le armi e quindi una implicita minaccia: se ti ribelli ti elimino. More...

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La vita in gioco 6 Il coraggio di guardare

by Mauro 20. maggio 2012 15:09

       Ieri sera insieme ad un gruppo di giovani Mds del piccolo centro dell’agrigentino in cui attualmente vivo, mi sono trovato a riflettere sul vile attentato della mattina, quando a Brindisi le ragazze della Scuola per operatori dei Servizi sociali, intitolata a Francesca Morvillo e al marito Giovanni Falcone, sono state devastate dall’esplosione di una bomba.  
        Sebbene non sia ancora chiara la matrice del vile attentato certo è che  viene dettato dalla follia umana, dalla falsa convinzione che la violenza possa far ottenere qualcosa. È ancora nitido in molti di noi il ricordo delle bombe che negli anni ’90 hanno ferito la nostra Palermo. Da lì un grido di riscatto e di riscoperta della nostra identità si è alzato non solo dall’intera isola ma ha toccato tutte le regioni d’Italia e la carovana della legalità che in questi giorni sta attraversando tutta Italia per arrivare il 23 a Palermo ne è un indicativo segno.
       Questa riflessione ha una risonanza ulteriore oggi, Domenica in cui la comunità cattolica celebra la solennità dell’Ascensione.  Un evento che aiuta a trovare direzione, a riscoprire come guardare il mistero della vita. Il Dio cristiano mostra una straordinaria pedagogia sino alla fine, ora dice ai suoi di non rimanere a guardare in cielo. Al mattino di Pasqua l’indicazione era stata quella di non stare a cercare, guardare, tra i morti colui che è vivente, e ora mentre ascende al cielo dice “io rimango con voi”.
       Sembrerebbe paradossale : mentre si volge lo sguardo verso una tomba Lui dice di essere il vivente, e mentre parte dice di rimanere in mezzo a noi . Eppure è questo atteggiamento che permette all’essere umano di riconoscersi adulto, è una indicazione,  un orientamento volto alla adultità.
        Ma cerchiamo di comprendere più da vicino: al momento dell’ascensione Gesù benedice i discepoli, la benedizione è proprio il segno della trasmissione, della consegna della propria identità. Nella Scrittura è il morente a benedire chi resta in vita, i figli ricevono la benedizione dai padri, i re benedicono i successori prima di lasciare il trono, i profeti i loro discepoli che iniziano il ministero. Viene trasmessa l’identità, l’eredità, il ministero, il nome e con esso la gloria. Il nome indica l’identità, esprime chi un uomo è, di cosa vive, e la gloria ne indica il valore, il peso specifico. Dio si fa da parte, non rimane in modo paternalista, cioè con atteggiamento di benevola superiorità e di esibita sollecitudine verso il figlio che implicitamente viene ritenuto incapace. More...

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