Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /1

by Mauro 20. maggio 2014 06:00

      Dobbiamo ammettere che molte parole ci cadono addosso ogni giorno e la maggior parte di esse sono solo rumore che spinge l’essere umano in un vortice di emozioni e di pensieri portandolo, cioè, a vagare senza meta. A che pro l’uso della parola?
       Già la psicoterapia cerca di restituire valore alle parole, significato ai contenuti che veicolano e rispondenza ai dati di realtà. Le parole ed i vissuti interiori tornano a raccordarsi, e le dimensioni deliranti trovano contenimento ed assumono una espressione consona a se stessi e alla realtà che ci circonda. Ciò non significa che la psicoterapia spegne il sogno o la capacità di profezia, e quindi di tradire le consuetudini sociali, capacità che è propria dell’uomo e che esprime attraverso il racconto. Piuttosto dota il “pellegrino della terra” di consapevolezza, di lettura dei processi ed eventuale decisione di cambiamento.
         L’accompagnamento spirituale spinge oltre.More...

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La Croce riapre alla relazione con il Padre

by Mauro 18. aprile 2014 23:00

           Oggi si celebra la potenza della Croce, proprio da essa scaturisce la Pasqua cristiana. Certo parlare di Croce non equivale a farsi buona pubblicità o a cercare consensi.

             I più sorridono e in tanti si scagliano contro l’uso di appendere un Crocifisso nelle scuole o negli uffici. E hanno ragione, perché vedono un segno vuoto che a loro dice solo morte, non ne comprendono il significato e, oltretutto, hanno paura a vedere un segno che rimanda alla morte. Mai esperienza umana è stata tanto negata come il tema della morte oggi.  

           Anche se di fatto è certezza esistenziale, eppure si pretende di esorcizzare la morte, così come si cerca di negare tutto ciò che rimanda al limite, alla sofferenza o alla precarietà dell'esistenza.
        Il nostro secolo proclama l’emancipazione attraverso l’aborto o l’eutanasia, come a dire che determinando la morte si acquista potere su di essa. Sarà un ulteriore modo per esorcizzarne la paura?
          Di fatto il venerdì santo rimanda alla vittoria sulla morte, è la Pasqua cristiana. Da cosa scaturisce tanta ostilità? More...

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Una Parola per le Periferie esistenziali

by Mauro 9. marzo 2014 12:00

           Quest’oggi avrò modo di condividere, all’interno della Assemblea missionaria diocesana di Treviso, una riflessione sul significato della chiamata di Papa Francesco il quale chiede alla Chiesa di venire fuori dalle sagrestie per abitare le periferie. Così ebbe ad esprimersi durante una delle riunioni generali che hanno preceduto il Conclave che lo ha riconosciuto quale Vescovo di Roma: "La Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e dirigersi verso le periferie, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali… Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diviene autoreferenziale e si ammala".
           Bergoglio chiama la Comunità dei credenti a vivere pienamente l’esperienza di fede, cioè ad esprimerla con il dono della vita e non attraverso il possesso delle cose di Dio. More...

Poesia di strada

by Mauro 3. marzo 2014 23:30

           

                  "Chi getta semi al vento

         farà fiorire il cielo"

                         di Ivan Tresoldi

Raccontare la Miracolosa leggenda oggi

by Mauro 12. gennaio 2014 16:30

       “Tu sei bellezza” così Francesco d’Assisi esprimeva, nelle Lodi di Dio Altissimo, la gratitudine per  il rivelarsi di Dio agli uomini. E questa bellezza  è stata narrata nei secoli attraverso l’arte figurativa posta non solo a  decoro  delle Chiese ma volta a trasmetterne la fede che nel Vero, Buono e Bello raffigura il fascino di Dio.
       Quella di ieri pomeriggio, nel palazzo vescovile di Monreale, è stata ben più che una presentazione del Video Credo in un solo Dio realizzato dal videomaker  Alessandro Spinnato con il supporto di don Nicola Gaio. Piuttosto è stato un tuffo nella bellezza espressa e, al contempo, custodita nel Duomo di Monreale.
     Le immagini del corto hanno svelato i particolari musivi e, attraverso inquadrature aeree, hanno aperto al lettore una visione d’insieme che esprime a pieni polmoni il respiro magnificente e   prossimo che connota la Cattedrale d’oro.
      L’intuizione di Francesco d’Assisi che riconosceva l’Altezza del Creatore a partire dalla sua Umiltà e vicinanza, vi viene restituita attraverso una nuova prospettiva, quella ritratta per mezzo di una telecamera ed il montaggio del racconto filmico che muove il lettore del terzo millennio all’interno delle scene musive realizzate attraverso l’infinità di minuscole tessere d’oro.
       Sembra come se l’artista del tempo, attraverso la cura dei particolari ed il dettagliato tessuto dei mosaici, avesse pensato a noi oggi capaci di riprese aeree ad opera dei droni e, quindi, di contemplare da vicino l’intera superficie musiva.More...

Mens artistica, magica o... economica?

by Mauro 12. dicembre 2013 15:05

            E' stata appena collocata una nuova opera d' "arte" nel piazzale antistante la Reggia di Caserta. Da poche ore un corno alto circa quindici metri si erge innanzi la Reggia e a detta del Sindaco della Città dovrebbe "portare buon auspicio".

            Certo è che se per incrementare l'afflusso di turisti si ricorre ad un monumento funzionale, più che per l'attrattiva, per le sue proprietà magiche, la Soprintendenza per i Beni Culturali e l'Amministrazione locale hanno parametri del tutto singolari nel creare nessi di significato tra arte ed economia. Riconosco, altresì, che la provocazione ha attirato l'attenzione di molti e quindi un potenziale aumento dei commerci, questo a dirla con il signor Sindaco dovrebbe confermare che la fortuna porta soldi!

             E' questa la mentalità che in modo sempre più prepotente sta impregnando la nostra società. Il gioco d'azzardo ne è un tipico esempio, così come le feste di halloween o il rito delle visite ai centri commerciali la domenica al posto della Messa. Tutti aspetti di un fare economico che vorrebbe avere il primato su tutto, e che espone ad addiction cioè a dipendenza patologica.

           E' da rilevare, però, che un tal sistema non obbedisce ad una mens magica piuttosto ad un ligio ragionamento ben calcolato, volto a manovrare il sentire umano. L'utile che si trae dalle nuove dipendenze è un vero business. Il gusto per la "nuova arte", a questo punto, è del tutto giustificabile!

Pedagogia del desiderio/2

by Mauro 16. settembre 2013 14:40

         Il nostro tempo viene definito come età della tecnica e ad essa è stata delegato il compito di procurare agio all’umano vivere acquistando una sorta di capacità miracolosa capace di dare soluzione al problema dell’uomo.
        Eppure la tecnica non è in grado di rispondere alle domande esistenziali del genere umano, la stessa comodità procurata dalla tecnica sovente non equivale a benessere o a disponibilità di maggiore tempo per stare nelle cose della vita e neppure corrisponde unicamente  a piacevolezza. La tecnica tutt’al più  viene ad anestetizzare il sentire, i desideri il cui contatto, altrimenti, veniva mantenuto attraverso lo sforzo e l’industriarsi per arrivare alle mete.
        La questione del desiderio permane aperta a prescindere dallo status sociale di appartenenza, nei ceti più agiati i confort  vengono a saturare la vita e a riempire le case fino ad inibire la creatività e la spinta alla ricerca propria dell’individuo, nelle condizioni di estrema precarietà invece la lotta per la sopravvivenza può portare a costruire modalità difensive tali da perdere il contatto con i desideri e la conseguente elaborazione di un personale progetto di vita. In entrambi i casi i modelli sociali che siano vip, veline  o boss della criminalità, sono una proposta di successo che affascina fino ad essere assunti passivamente, senza desiderio.
      Qualcuno potrebbe obiettare che anche i modelli sociali possono essere oggetto di desiderio, ritengo che ciò sia vero nella misura in cui la ricerca della meta (modello) esprima l’ascolto profondo della persona e la tensione verso di essa non sia frutto di mera induzione politico-sociale. Se così fosse anche l’induzione al gioco d’azzardo o ogni forma di dipendenza potrebbe essere annoverata quale frutto di desiderio!More...

"Pedagogia del Desiderio" a Palermo

by Mauro 15. settembre 2013 11:15

       Mi sono imbattuto, per la prima volta, con la  Pedagogia del Desiderio per strada nel 2006 a Salvador di Bahia dove mi trovavo per un campo di servizio. Un gruppo di meninos de rua aveva improvvisato una performance in piazza, creando ritmi ricavati dall’uso di strumenti fortuiti (lattine, legni, bottiglie) e danze. Ho subito colto il fascino di quella espressione artistica proprio perché al di là delle forme esprimeva l’anelito alla vita e all’esserci in questo mondo. Quei ragazzi avevano trovato uno spazio per riscoprirsi, non erano meninos che si davano ai piccoli furti per potere sopravvivere, loro anziché prendere donavano e lo facevano gratuitamente. Una modalità che riconoscevo simile a quella dei Missionari di Strada con cui condividevo da alcuni anni le animazioni nelle piazze della Sicilia al sabato sera.
         Successivamente i missionari del luogo mi hanno raccontato di come l’Associazione Axé si occupava dei ragazzi di strada avvalendosi di varie forme d’arte per destare i loro desideri e favorirne l’espressione attraverso un progetto di vita. Un intervento educativo che parte dallo stare con chi abita la strada, un incontro non dettato da programmi predefiniti ma aperto ad una co-costruzione a partire dai bisogni e dalla riscoperta del proprio desiderio di vita. A Salvador così come a Palermo quando ti trovi di fronte ad un minore che per sopravvivere ha imparato ad essere già grande, hai bisogno dapprima di creare alleanza, favorire il calo delle misure difensive per poi costruire significati condivisi e favorire l’ascolto dei propri bisogni autentici. Un percorso che si avvale dell’arte proprio perché capace di stimolare le vibrazioni interiori, entusiasmare allenando alla spontaneità e a contattare il Bambino Libero (in termini analitico transazionali) e tornare a gioire per una causa, il desiderio di vita.More...

Il primato alla relazione: MdS

by Mauro 25. agosto 2013 18:50

           Si è appena concluso a Terrasini il Laboratorio della Fraternità itinerante MdS. Una esperienza che questa volta, dopo diversi anni, non ha visto il lungomare animato da più di cento giovani in maglietta fucsia. No, quest’anno al gioco e alle forme d’arte di strada volte ad incontrare e coinvolgere un’intera località balneare i Missionari di Strada hanno scelto di fermarsi! Una sosta che ha dato luogo ad una settimana di preghiera, di riflessione partecipata volta a fare memoria delle proprie radici, a definire l’identità e a volgersi al futuro con una proposta meglio definita.
           Credo che questa esperienza aggiunga un tassello significativo alla storia del folto gruppo di animatori che già nel 2008 aveva iniziato a raccogliere i propri tratti caratteristici nella pubblicazione del libro Missionari on the road.
           Durante i laboratori settimanali è emerso un aspetto centrale che voglio qui approfondire. La relazione fraterna fondata sul rispetto e l’accoglienza di sé e dell’altro è il tratto distintivo e, al contempo, il luogo reale in cui si svolge l’animazione.
           La proposta di animazione, infatti, non è frutto di strategie mirate, ma di un rapporto umano che proprio perché tale gode di flessibilità e di adattamento creativo. Fin dall’organizzazione dei sabati di dashuria organizzati in piazza a partire dal 2004, la fraternità modulava gli interventi in base ai contesti e alle persone che ivi abitavano.
            La continuità però viene data dalla relazione fraterna fra i missionari e le persone incontrare, che per stile rimane capace di riconoscimento ed accoglienza reciproca e, proprio per questo, luogo di co-costruzione della animazione.
           In termini gestaltici si può dire che la fraternità MdS crea un intervento che predilige maggiormente la dimensione dello sfondo rispetto alla figura, cioè non è il singolo animatore ad emergere ma il contesto creato e, in questo modo, la persona contattata non è “puntata” ma accolta per quello che è.More...

Vedere in controluce

by Mauro 1. agosto 2013 20:27

      Vedere le immagini in controluce, cercare ciò che non appare o che volutamene viene nascosto per promuovere modus vivendi e mode culturali, o semplicemente cogliere l’ombra frutto dell’incontro con la luce è un percorso che ha interessato da sempre il mondo dell’arte, della filosofia, della fisica e della psicologia. Ricordiamo come Nietzsche nel dialogo fra il viandante e la sua ombra le fa dire: "Quando l'uomo fugge la luce, noi fuggiamo l'uomo".
         Durante lo scorso mese di giugno a Salerno si è svolta la diciottesima edizione del Linea d’Ombra Festival Culture Giovani un Evento che ha presentato al suo interno cortometraggi, concerti, web series, traendo spunti per riflettere sul tema di fondo “Smart life/ Vita intelligente?”. Un interrogativo che è una provocazione volta a fare uscire dalla visione conosciuta, scontata, andare oltre le luci appariscenti della società Smart per cogliere ciò che è nascosto, adombrato, e che spesso cela l’umanità più autentica. Questo è un tipico esempio di “ricerca d’ombra”! More...

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