Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /3

by Mauro 22. maggio 2014 12:00

    Quando si comincia un percorso di accompagnamento, può accadere che, sia lo psicoterapeuta che il sacerdote si ritrovino di fronte ad una persona che tende a parlarsi addosso, generalizzare o idealizzare, senza affrontare il quid del problema.
     Le parole possono essere usate per creare distanza, per dominare il setting o per sentirsi al sicuro nascondendosi dietro di esse. Alla base di certe difese sta il modo di percepirsi e di percepire la realtà circostante, là dove la persona ha innanzi un modello ideale, di sé e degli altri, la parola viene utilizzata per giustificare tale convinzione che orienta la vita. More...

Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /2

by Mauro 21. maggio 2014 12:00

       Sia la psicoterapia che l’accompagnamento spirituale non mirano a riempire di “sapere” mediante le parole, la persona che chiede aiuto. Nel percorso terapeutico la pretesa di conoscere e avere spiegazione su tutto ed in tempi rapidi, verrebbe letta come tendenza al controllo e, pertanto, riconducibile a difese eccessivamente rigide nell’affrontare l’imprevedibilità del quotidiano.
        Nel percorso spirituale l’obiettivo, piuttosto che quello di dare spiegazioni, è di fare gustare la relazione con Dio che rimane per tutti una scoperta del tutto inedita e mai preconfezionata. In questo senso l’accompagnamento spirituale è volto ad introdurre la persona nella contemplazione del Mistero e questa esperienza appartiene all’intimità del rapporto personale con Dio. 
       L’individuo chiuso in una ricerca eccessivamente autoreferenziale, bramoso di spiegarsi la sua ed altrui vita attraverso le parole, rischia di chiudersi in un mondo parallelo costruito su illusioni ed idealizzazioni.More...

Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /1

by Mauro 20. maggio 2014 06:00

      Dobbiamo ammettere che molte parole ci cadono addosso ogni giorno e la maggior parte di esse sono solo rumore che spinge l’essere umano in un vortice di emozioni e di pensieri portandolo, cioè, a vagare senza meta. A che pro l’uso della parola?
       Già la psicoterapia cerca di restituire valore alle parole, significato ai contenuti che veicolano e rispondenza ai dati di realtà. Le parole ed i vissuti interiori tornano a raccordarsi, e le dimensioni deliranti trovano contenimento ed assumono una espressione consona a se stessi e alla realtà che ci circonda. Ciò non significa che la psicoterapia spegne il sogno o la capacità di profezia, e quindi di tradire le consuetudini sociali, capacità che è propria dell’uomo e che esprime attraverso il racconto. Piuttosto dota il “pellegrino della terra” di consapevolezza, di lettura dei processi ed eventuale decisione di cambiamento.
         L’accompagnamento spirituale spinge oltre.More...

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Conversazioni dell'anima

by Mauro 19. maggio 2014 10:00

    L’uomo appare muto, senza parole significative, capaci di   esprimere la sua identità. Sembrerebbe che la cultura  contemporanea abbia rinunciato a dire l’uomo. E questo è  accaduto quando la mens post-moderna ha rivolto la  domanda di senso non più a Dio ma alla creatura.
  Ci si è spostati sull’identità dell’essere umano, analizzandola  attraverso le varie scienze e, sorpresa, si è scoperta  un’identità sempre più debole, che ha perso la percezione  della sua provenienza, delle radici appunto.More...

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La prospettiva che riscalda il cuore

by Mauro 4. maggio 2014 10:15

       Quello del dubbio e del questionarsi di fronte alle vicende della vita è una peculiarità della specie umana, la stessa attitudine che apre ad un orizzonte di senso, alla ricerca di Dio nella propria esistenza. Oggi la Comunità cattolica medita un passo, quello dei discepoli di Emmaus, ove il cammino di due viandanti viene provocato dall’incontro con l’Altro. Attraverso il confronto i due escono dal loro "discorso di morte", cambia la loro parola, ed il pensiero che soggiace. A primo acchito si potrebbe asserire: il dubbio non conduce forse ad un continuo tormento esistenziale fino alla melanconia?More...

Ri-creazione sociale ovvero agente di cambiamento: l’Animazione socioculturale

by Mauro 29. aprile 2014 10:00

       L’animazione è ricreazione? È mero scuotimento dell’Io connotato da un’euforia passeggera? Questi luoghi comuni diffusi anche nel campo psicopedagogico non rispondono a verità.
          Fin dagli anni ’80 ho colto nell’animazione socio-culturale uno strumento privilegiato per inserirsi nei tessuti territoriali, coglierne i bisogni e far emergere le istanze ed i vissuti. Ciò mi ha permesso di creare condivisione, tessere trame relazionali capaci di innovazione e cambiamento, solidarietà e compartecipazione. L’animazione è frutto dell’ascolto e del dialogo, è progettazione e sfida, accompagnamento che genera ri-creazione sociale.More...

Fare della propria vita un dono di Comunione

by Mauro 27. aprile 2014 10:30

             La vera misericordia è più che gettare una moneta ad un mendicante;

           è arrivare a capire che un edificio che produce mendicanti ha bisogno di ristrutturazioni.  Martin Luther King
        Papa Francesco durante la celebrazione in cui vengono canonizzati Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII sta ricordando come loro non hanno avuto paura di toccare la carne del loro prossimo. È questa la novità della vita evangelica che viene proposta all’umanità intera, la “ristrutturazione” che non si realizza mediante un part-time, ma con l'esserci a tempo pieno.More...

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Dalla meta dipenderà il senso del cammino

by Mauro 20. aprile 2014 00:01

         Oggi celebriamo la Pasqua, il passaggio, attraverso la morte, alla vita eterna, la resurrezione è la vita eterna. Questa rimarrebbe una “definizione” vuota, priva di significato se non avesse una premessa: la Pasqua è relazione con Dio, è vivere oggi questa rapporto filiale.
           In un tempo in cui più che mai cerchiamo elisir di lunga vita la Pasqua ci dice che possiamo andare talmente oltre da avere l’eternità. È da precisare che le pozioni per avere vita di fatto hanno una prospettiva limitata nel tempo, sono affanni per il domani.
          La Pasqua invece rimanda ad un nuovo senso del presente e, questo, aperto all’eternità. Scompare la prospettiva del domani, ciò non significa che per il cristiano la vita non è compito quotidiano o che non ci sia progettualità, piuttosto  viene evidenziato che ciascuno ha un quotidiano da vivere responsabilmente e la qualità del giorno presente è data dalla meta finale per cui si vive. E nel presente c’è già una scoperta che è la vera Pasqua cristiana: Dio è mio Padre e, di conseguenza, questa relazione è eterna.
          C’è una distorsione del pensiero cristiano che viene a confondere questa verità di fede. Molti pensano che il Paradiso è frutto del “comportarsi bene, del meritarsi il premio”, questo è moralismo che non ha niente a che vedere con la fede cristiana. More...

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La Croce riapre alla relazione con il Padre

by Mauro 18. aprile 2014 23:00

           Oggi si celebra la potenza della Croce, proprio da essa scaturisce la Pasqua cristiana. Certo parlare di Croce non equivale a farsi buona pubblicità o a cercare consensi.

             I più sorridono e in tanti si scagliano contro l’uso di appendere un Crocifisso nelle scuole o negli uffici. E hanno ragione, perché vedono un segno vuoto che a loro dice solo morte, non ne comprendono il significato e, oltretutto, hanno paura a vedere un segno che rimanda alla morte. Mai esperienza umana è stata tanto negata come il tema della morte oggi.  

           Anche se di fatto è certezza esistenziale, eppure si pretende di esorcizzare la morte, così come si cerca di negare tutto ciò che rimanda al limite, alla sofferenza o alla precarietà dell'esistenza.
        Il nostro secolo proclama l’emancipazione attraverso l’aborto o l’eutanasia, come a dire che determinando la morte si acquista potere su di essa. Sarà un ulteriore modo per esorcizzarne la paura?
          Di fatto il venerdì santo rimanda alla vittoria sulla morte, è la Pasqua cristiana. Da cosa scaturisce tanta ostilità? More...

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Il rischio di sprecare per custodire

by Mauro 14. aprile 2014 12:00

           Continua la nostra lettura esistenziale attraverso il Vangelo della settimana santa. Oggi al centro sta un gesto di estrema attenzione all’altro: un vaso di Nardo pregiato viene cosparso sui piedi di Gesù ed asciugato con i capelli della donna che ha compiuto quel singolare gesto.
           Il profumo è il segno dell’amore, ieri come oggi, è fatto per essere donato e l’accoglierlo diventa percezione sensibile, racconta anche al buio della presenza di chi ha accolto. Tuttavia può essere usato per dominare, catturare l’altro, può indicare eccentricità o desiderio di dominio.
         Comprendo che ai più il Libro sacro dei cristiani appare come una favola e nel mentre quotidianamente mi rendo conto che molta gente, la quale crede di avere rigore scientifico e pragmatico nel proprio pensiero, di fatto si affida alle favole.More...

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