Vedere in controluce

by Mauro 1. agosto 2013 20:27

      Vedere le immagini in controluce, cercare ciò che non appare o che volutamene viene nascosto per promuovere modus vivendi e mode culturali, o semplicemente cogliere l’ombra frutto dell’incontro con la luce è un percorso che ha interessato da sempre il mondo dell’arte, della filosofia, della fisica e della psicologia. Ricordiamo come Nietzsche nel dialogo fra il viandante e la sua ombra le fa dire: "Quando l'uomo fugge la luce, noi fuggiamo l'uomo".
         Durante lo scorso mese di giugno a Salerno si è svolta la diciottesima edizione del Linea d’Ombra Festival Culture Giovani un Evento che ha presentato al suo interno cortometraggi, concerti, web series, traendo spunti per riflettere sul tema di fondo “Smart life/ Vita intelligente?”. Un interrogativo che è una provocazione volta a fare uscire dalla visione conosciuta, scontata, andare oltre le luci appariscenti della società Smart per cogliere ciò che è nascosto, adombrato, e che spesso cela l’umanità più autentica. Questo è un tipico esempio di “ricerca d’ombra”!
         Nel mondo della psicologia Gustav Jung ne ha parlato in termini di inconscio personale e i suoi contenuti nascosti. Ne parla come “un altro” che è parte della personalità di ciascuno, la descrive in termini di “inferiorità” come a dire di un lato istintivo e non adattato, ne coglie però le potenzialità intuendo che l’espressione dell’ombra può dare luogo alla creatività, al nuovo. Berne racconta nei suoi scritti di una parte Bambina propria di ogni essere, capace di creatività se lasciata libera di esprimersi o totalmente sacrificata se adattata alle istanze dell’ambiente esterno.
         Di fatto l’ombra attraversa la letteratura e l’arte continuando a provocare il quieto vivere dell’uomo. Pirandello è un grande maieuta dell’ombra, coglie il “sentimento contrario” la parte che ordinariamente resta nascosta ma che finalmente ha vita nella scena teatrale. Nella scena del mondo ciascuno si trova attore, inventa un suo personaggio che lo fa apparire a seconda delle “leggi di mercato”, nel teatro invece può essere autentico, mostrarsi come per gioco.   Questo sarà il motivo per cui Pirandello contesterà l’età della tecnica, il processo di meccanizzazione che a suo avviso rischiava di imbrigliare l’espressione umana, asservire l’umanità alla macchina. Certo ritornando allo slogan della Smart life colgo con quanta profezia il grande letterato siciliano avesse intuito i rischi del nostro tempo ma tornando al concetto d’ombra Pirandello cerca di restituire all’umano la capacità di vivere, la possibilità di sentirsi vivere e non acquietarsi al “lasciarsi vivere”.
        Nella fotografia l’assenza d’ombra comporterebbe una visione piatta e priva di significato, nella pittura la tridimensionalità è data dal gioco d’ombre. Un magico esempio è proprio Caravaggio con la sua arte spezza l’armonia pittorica rivelando la forza dirompente delle ombre, comunicando cioè la sua ricerca di vita. Di questo scriveremo in seguito…

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