by Mauro
17. December 2014 10:17
Parlare di promozione sociale e, ancor prima, di promozione della salute ci colloca in una prospettiva di valorizzazione del territorio cioè di potenziamento di tutte quelle risorse che abbisognano di trovare espressione creativa.
Il periodo che stiamo attraversando, infatti, è segnato da una sempre più profonda crisi multidimensionale che va dal quadro antropologico alla sfera economica e sociale, dal contesto ecologico a quello climatico. Se da un lato la visione di uomo in funzione dell’economia ha schiavizzato l’individuo ed il contesto in cui vive, dall’altro ci appare necessario che per promuovere un luogo bisogna riscattare la prospettiva antropologica per restituire dignità e rompere con gli schemi e le etichette proprie del mercato dei consumi.
Danisinni è una Goccia nella Palermo ridente, cioè un tassello di un Contesto che abbisogna di rinascere, tornare a respirare e a frequentarsi. Si, il Papireto che torna alla luce nel bio-stagno è segno di una linfa vitale che scorre nelle profondità dell’animo palermitano e che abbisogna di ritrovare espressione per dare vita, così come è dei papiri che oggi crescono nel centro della piazza Danisinni alimentata dalle acque del fiume.
È anche una questione ecologica: gli ettari di terreno che avvolgono il Rione raccontano di come la Green economy è a portata di mano, ancora più vicina di Rio dove solo nel 2012 la Comunità mondiale ha dato il primato alla qualità dell’Ambiente prima che all’espansione dei consumi materiali. E di questa economia “al verde”, la popolazione di Danisinni è proprio maestra da decenni. Abituata, così come è, ad arrangiarsi, cioè a dovere convivere con la ordinaria assenza delle istituzioni locali, spesso misconosciuta dal mondo politico e di riflesso dall’intera Città.
Danisinni, infatti, si trova in “zona rimozione permanente” ma non nel senso che si tratta di un’area ecologica e pedonale custodita, ma solo perché è un’area rimossa dalla coscienza pubblica cittadina! In questi giorni, ai più, l’invito del Natale a Danisinni appariva come una sorta di gita da fare in chissà quale angolo della Sicilia, misconoscendo che il luogo in questione si trovasse proprio nel cuore della loro Città: Palermo.
Sappiamo bene quanto la rimozione, quale meccanismo di difesa, comporti impulsi e sentimenti privi di cognizione cosciente, cioè non si comprende il perché si viva in un determinato modo. E faccio esperienza, in questo periodo, che esiste una rimozione collettiva la quale ingenera ostilità in chi non conosce ma fa parte della collettività. Ancora, si potrebbe intuire una sorta di negazione comune ove, in questo caso, sono i sentimenti a non essere riconosciuti e, non provando vergogna per la discriminazione sociale, si potrebbe ottenere il proprio quieto vivere.
Natale a Danisinni vorrebbe attivare un processo opposto, di rinascita ed emersione, di visibilità e, al contempo, di accoglienza. Se la società contemporanea produce sempre maggiori periferie esistenziali e fasce di emarginazione sociale, è anche vero che la potenzialità insita nel profondo di ogni essere umano non può essere spenta dal mancato investimento economico. La specie umana vale molto di più!
È allora che la proposta delle festività natalizie diventa un’occasione per riscoprirsi in un contesto di Comunione e di Incontro vicendevole: proprio a questa esperienza rimanda la Festa che ci apprestiamo a vivere.