Non ricordo Rosaria Gullo perché collega psicoterapeuta e maestra di scuola ma per la sua capacità di stare nella quotidianità della vita, sapendo valorizzare l'importanza del momento e della persona che le stava accanto. Lei ci ha mostrato un modo intenso di affrontare il vivere di ogni giorno che, seppur fatto di travagli, di solitudini, così come di gioie, stupore e conquiste, può essere attraversato con gratitudine e tenacia. Quella di chi crede nel valore profondo di ogni vita umana e quindi anche nella propria.
Ci ha lasciato un importante insegnamento dando spazio e attenzione all’altro, penso in particolare a come si è spesa per i ragazzi di Balzi Callozzi a Monreale, dedicando tempo ed ascolto, accompagnandoli sapendo attendere, senza stare lì a proporre e tantomeno ad imporre facili soluzioni.
Di lei che un paio di mesi fa, a motivo di un grave carcinoma, prematuramente ci ha lasciati, tra noi è rimasta traccia indelebile della sua presenza, della sua storia di vita. Come non ricordare l'accoglienza e l'amore per la famiglia, lei che fino all'ultimo ha custodito i familiari con parole di speranza per il futuro e di gioia per il trascorso condiviso.
Qualche mese prima della sua scomparsa mi ha regalato un libro. Si, soleva scegliere dei libri per stimolare la riflessione, per condividere il proprio sentire o far conoscere la testimonianza di chi si è speso nel realizzare il bene. Questa volta il libro che Rosaria aveva sapientemente scelto portava un titolo singolare Ogni cosa alla sua stagione. Sfogliandolo ho subito colto che si trattava di un messaggio speciale, forse perché già intuiva che sarebbe stato uno degli ultimi doni che avrebbe potuto scegliere. Un libro che invita al ricordo dei luoghi attraversati e delle emozioni condivise lungo le stagioni della storia personale. Era rimasta particolarmente colpita dalla riflessione dell’autore, Enzo Bianchi, che avvertendo l’incedere della vecchiaia è voluto tornare al suo passato per sentire il gusto di ogni giorno.
Forse questo è l’insegnamento più bello che Rosaria ci lascia, potere vivere con gratitudine gustando il valore ed il ricordo di ogni giorno. “Quest’anno ho piantato un viale di tigli, li ho piantati per rendere più bella la terra che lascerò, li ho piantati perché altri si sentano inebriati dal loro profumo, come lo sono stato io da quello degli alberi piantati da chi mi ha preceduto. La vita continua e sono gli uomini e le donne che si susseguono nelle generazioni, pur con tutti i loro errori, a dar senso alla terra, a dar senso alle nostre vite, a renderle degne di essere vissute fino in fondo”.
A Rosaria, così qualche sera fa la piccola Alice, sua nipote, brindava con noi rendendola presente in un momento in cui ci ritrovavamo familiarmente per condividere il sapore del Natale.