Oltre l'empatia la relazione telica

by Mauro 19. dicembre 2011 00:01

    Il termine “tele” nella concezione moreniana viene a contrassegnare la relazione che intercorre tra le persone, lo descrive come la più semplice unità di sentimento che scaturisce dai rapporti. A partire da constatazioni terapeutiche e analisi statistiche Moreno ha pensato di coniare questo nuovo vocabolo creando un distinguo tra tele ed empatia.

   Mentre l’empatia fa riferimento ad “una proiezione affettiva a senso unico”, il tele più che una comunicazione affettiva viene ad indicare un’organizzazione fisiologica fondata sulle due tensioni originarie: attrazione e rifiuto. Secondo l'autore su attrazione e rifiuto vengono verrebbe a modellarsi la capacità intellettiva e percettiva delle persone e, quindi, il loro percorso relazionale.
    Nella relazione l’essere umano cerca di soddisfare il proprio bisogno di espansione affettiva, di essere riconosciuto e di essere significativo per l’altro. Il tele pertanto esprime questa propensione naturale a comunicare il proprio calore affettivo e a lasciar passare la propria energia emotiva. Il tele positivo non coincide con l’empatia, che diversamente non richiederebbe la restituzione dello stesso coinvolgimento emotivo, ma avvia una comunicazione a doppio binario dove le due parti sono ugualmente coinvolte e nutrite.
    Comprendiamo dunque quale rilevanza il tele possa svolgere all’interno di un gruppo in quanto esso fa da base al fluire delle emozioni garantendone la qualità. Proprio la messa in gioco realizzata dallo psicodramma permette di rivisitare la rete di relazioni interpersonali facendo uscire da stati di blocco spesso supportati da copioni cristallizzati.
    Possiamo dire che il gruppo psicodrammatico diventa il prototipo di quello che sarebbe auspicabile sperimentare nella quotidianità e cioè potere esprimere i propri sentimenti con spontaneità in un rapporto di reciprocità.
    Questa considerazione ha un’ulteriore implicanza alquanto rilevante: nel gruppo psicodrammatico non è tanto il transfert a permettere il processo terapeutico quanto la reciprocità di sentimenti generata dallo scambio telico.
    Mentre nell’approccio psicanalitico si lavora a partire dal transfert che si realizza nella relazione terapeutica attraverso la riattualizzazione dei vissuti relazionali arcaici, nello psicodramma la relazione telica pone l’attenzione sul vissuto attuale, quello che le persone del gruppo stanno provando nei confronti del conduttore nel momento in cui si svolge la scena psicodrammatica.
    È tutta l’impostazione dello psicodramma a favorire ciò: l’atteggiamento del conduttore che viene a stabilire una vicinanza e un contatto molto attivo col gruppo servendosi di un preciso metodo per rendere tutti protagonisti ed aiutanti di supporto, fino a provocare un rapporto di intimità in cui è possibile esprimersi con spontaneità e sincerità; l’assenza di giudizio o di interpretazioni nei momenti di condivisione e la ricerca della verità sul proprio vissuto soggettivo a partire dal confronto con l’altro; il rapporto simmetrico tra i vari partecipanti al gruppo e la possibilità di avvicendarsi nella messa in gioco e di utilizzare l’esperienza altrui per guardare e riscoprire la propria; le tecniche come ad esempio l’inversione di ruolo.
   Tutti questi sono fattori vengono a ingenerare il clima telico e questo è funzionale alla messa in scena che esprime spontaneamente le emozioni personali, senza che esse restino proiettate in fantasie transferali.

 


 

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Psicodramma | Wi- Fi Psicologia

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