Ogni persona è una storia inedita

by Mauro 5. gennaio 2017 20:43

       A compimento del tempo natalizio ci viene presentata la figura dei Magi, uomini che dall’oriente si recano a Betlemme perché guadando il cielo hanno colto un segno. Interessante, dunque, è che il loro mettersi in cammino deriva dallo sguardo rivolto al cielo, dall’apertura al mistero che li sovrasta, e lì scorgono un segno che hanno bisogno di comprendere.

      Loro vanno a Gerusalemme, il luogo del Tempio ove viene approfondita, compresa e trasmessa, la Parola di vita, perché intendono leggere il segno e dargli un significato.

Vedere la stella e mettersi in cammino alla ricerca del re dei giudei ha un significato straordinario. Già aprirsi al cielo equivale a non accontentarsi di una vita ripiegata su se stessi, aprirsi ad un orizzonte diverso. Sapere che il mondo e l’esistente non si esaurisce in quel che già si conosce, significa permettersi la gioia di essere parte di un mondo ben più ampio, di una realtà ben più complessa del piccolo segmento visibile.

        Questa non è una svalutazione di sé, al contrario credersi il punto di arrivo sarebbe un’enorme svalutazione perché equivarrebbe a pensare che tutto si regge sulle proprie spalle. Piuttosto significa aprire la propria esistenza ad una interazione molto più ampia, sentirsi parte della specie umana che è composta da ogni singolo individuo. È la bellezza di un mare formato da tante piccole gocce che altrimenti sarebbero insignificanti, è lo stupore destato da un’opera d’arte che, di fatto, è composta da tanti minuscoli segmenti. La via è un respiro ben più ampio di quel che riescono a contenere i propri polmoni e di questo i Magi sono consapevoli.

           Ancora, guardare la stella significa aprirsi alla ricerca di significati che vanno oltre l’apparente. La stella nel cosmo rimanda ad una regia superiore, all’universo creato con tanta precisione e, all’interno di esso, all’uomo che porta emozioni e desideri, la capacità di sentire profondità che lo superano.

             La stella li guida, così, in un cammino verso Gerusalemme, la dimensione verticale è quella a cui si aprono, è quel luogo a potere indicare dove è il re dei giudei.

              Pensare che incontrano un re, Erode, e lo interpellano. Riconoscono che non è lui il punto di arrivo, quello è il grande rischio che corre l’umanità di tutti i tempi. Molti si sono messi in cammino ma poi si sono chinati innanzi al potente di turno. Seppure inizialmente erano spinti da un desiderio profondo di verità e bellezza, poi si sono lasciati ammaliare dalle promesse di felicità mostrate dal potere e dalle ricchezze. Costoro fermandosi hanno sottomesso la loro vita a tali categorie spegnendo l’anelito profondo che li animava. Adduco a tale rinuncia l’eziologia di molte patologie dell’uomo contemporaneo.

        Loro non si fermano ad Erode, è la spiegazione della Parola a portarli al luogo ove sta il Re dei Giudei. Il discernimento spirituale che orienta il cammino della propria vita si nutre della Parola. Non è il dire dell’uomo a potere spiegare la complessità dell’esistenza, la vita rimane muta se non attinge dalla Parola. L’uomo è in principio ascolto e chi vuole essere parola a se stesso e agli altri rischia di avvitarsi in un vortice farraginoso. Erode ascolta solo le sue brame, non ha più spazio per l’ascolto, e qualsiasi notizia anche la lieta novella della vicinanza di Dio in mezzo agli uomini, viene guardata con competizione, come una minaccia alla propria autosufficienza. È l’uomo di potere che vive in competizione con il resto del mondo cercando di sottomettere per ergersi al di sopra dell’altro.

             Finalmente arrivano, i Magi, in una casa ove sta una mamma con il suo neonato, è questa la scena che desta in loro le mirabilia Dei, le meraviglie di Dio, lo stupore che invade nel profondo procurando gioia infinita. La persona aperta alla scoperta si lascia sorprendere dall’incontro con la realtà, in fondo non c’è nulla di straordinario in quella scena, ma è proprio questo che desta stupore: Dio per amore si china fino a quel punto!

        È lo stesso stupore che muoverà alcuni che stanno ai piedi della Croce a riconoscere la Regalità di Gesù constatando il suo amore sino alla fine. Proprio lì sarà riconosciuto quale Re dei Giudei. La nascita e la morte hanno una profonda connessione, entrambe le esperienze sono avvolte dal mistero e dal legame con chi ci ha generati alla vita. Ora, l’Epifania, manifesta una luce nuova che può dare senso a tutte le cose, al principio ed al compimento di ogni esistenza.

             Loro, i Magi, riprenderanno il cammino per un’altra via. C’è una storia inedita propria dell’uomo che incontra Dio, da scoprire ogni giorno stando nella proprio missione di vita. 

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