by Mauro
24. December 2011 13:42
Spontaneità e ricerca di significato a nostro avviso sono aspetti che si intrecciano nel percorso di consapelolezza a cui è volta la vita di ciascuno. È possibile cercare, mettersi in cammino verso un orizzonte di senso, di significato per la propria esistenza, se si favorisce la spontaneità che è cosa distinta dallo spontaneismo privo di direzione. L'apertura al nuovo è un atteggiamento di vita fondamentale per rimanere in cammino.
Il medoto psicodrammatico risponde a questa istanza di fondo, inizialmente lo psicodramma è un riscaldamento alla spontaneità, un allenare la persona ad un’espressione quanto più vera e consapevole di sé.
Per sviluppare il metodo psicodrammatico Moreno osservò il mondo teatrale ma, al contrario di quanto si potrebbe supporre, lo psicodramma non derivò dal teatro. Moreno poté accorgersi che la tragedia greca veniva a rappresentare la vita così come avrebbe dovuto essere e non nella sua realtà storica, e proprio per questo veniva a stimolare negli spettatori una vera e propria catarsi.
L’effetto dell’azione catartica esercitato dalla tragedia non era del tutto chiaro: se da un lato si pensava che essa suscitasse una liberazione dalle passioni che venivano proiettate sulla scena, dall’altro la sua azione veniva letta come possibilità di assumere le passioni entro una comprensione razionale. In ogni caso, al di là delle ragioni, l’effetto di liberazione dalle passioni operato dalla tragedia greca era un dato di fatto.
L’impostazione di Moreno fu invece diversa e già la costruzione di un teatro nel 1919 con un palcoscenico di forma circolare al centro, manifestò un nuovo modo di intendere la rappresentazione scenica. Il “teatro della spontaneità” veniva ad essere un teatro catartico proprio per gli effetti che il copione improvvisato veniva ad avere sugli attori e sugli spettatori. Si iniziò a parlare di “catarsi d’integrazione” dovuta all’apprendimento generato dall’azione scenica. Il protagonista, cioè, veniva a riappropriarsi del potere che aveva consegnato alle sue fantasie, ai conflitti irrisolti, agli stati di blocco. Ad essa corrispondeva una “catarsi di gruppo” frutto del rispecchiamento col protagonista.
In questa prospettiva si intravede la forte componente sociale presente nell’intuizione di Moreno. Come lui intendeva, attraverso il suo metodo, contribuire al riequilibrio del ruolo della persona all’interno della società. Intesa in modo circolare e non verticistico.
Egli intese l’agire scenico non tanto come una scarica motoria, con effetto catartico, ma come uno stato emotivo che veniva tradotto in azione. Per cui la catarsi, in Moreno, è da intendersi come conseguente al culmine emozionale, dove il protagonista della scena si libera delle sue resistenze sperimentando nuove modalità d’agire e scoprendo in esse nuovi significati.
Di fatto non si occupò dell’analisi dei conflitti che stanno a monte delle resistenze, ma adoperò l’azione per trasformarli, uso l’espressione spontanea e creativa per arrivare alla scoperta di nuovi significati e modi d’essere. Si trattò di un nuovo metodo per lavorare con il protagonista-attore. La sua prospettiva riassumeva sia quella greca in cui lo spettatore subisce una catarsi passiva nel vedere la tragedia, sia quella religiosa in cui la catarsi avviene in primo luogo nell’attore, cioè in colui che vive in prima persona il suo credo religioso.
Pertanto la novità fondamentale introdotta da Moreno fu quella di vedere il momento scenico in modo diverso rispetto al teatro classico, il momento viene, ora, ad essere prodotto contemporaneamente all’azione, la sua forma e il suo contenuto sono frutto della spontaneità del momento irripetibile e del tutto unico. Non si assiste più ad un “già creato”, il protagonista dello psicodramma non è il contenitore di una parte precedentemente creata, a lui è restituita la dignità di esser creatore.
La svolta merita particolare interesse in quanto Moreno individua uno dei motivi dello stato patologico della cultura del suo tempo nella “conservazione culturale” ove il patrimonio tradizionale non può essere alterato.
Per comprendere la sua posizione è necessario richiamare la distinzione che egli fa tra locus, status nascendi e matrix. Mentre il locus indica l’ambiente in cui nasce la creazione, lo status nascendi designa l’atto stesso del nascere, la matrix invece rappresenta ciò che dà vita, da dove proviene l’atto creativo. Pertanto la trasposizione del locus nascendi nella scena viene a determinare un nuovo significato della creazione; il locus della scena psicodrammatica viene ad essere proprio la condizione di spontaneità.
La proposta moreniana nata dalla strada man mano diventa opportunità per restituire alla vita la possibilità di essere quotidiano status nascendi, e cioè dare ad ogni giorno di vita l’opportunità di essere un giorno nuovo.